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Teatro Jolly, un nuovo palco tra passato e futuro

Una platea di 380 posti, un palcoscenico di 10 metri per 7, camerini e impianti luce: questi i numeri del nuovo teatro, che apre ufficialmente il 21 novembre

  • 20 novembre 2012

Guardare indietro per andare avanti: potrebbe essere questo il motto per il Teatro Jolly, ex cinema, che riapre i battenti sotto la guida di Gianni e Roberto Nanfa. Tre mesi di lavorazione, una platea di 380 posti, un palcoscenico di dieci metri per sette, camerini e impianti luce di ultima generazione: questi i numeri del nuovo teatro, presentato in conferenza stampa martedì 20 novembre.

Per Gianni Nanfa, la rimessa in sesto del teatro è una scommessa «per avvicinare i giovani e le scuole all'arte teatrale e sconfiggere insieme il fantasma della crisi». Per Roberto, direttore del teatro e figlio di Gianni, si tratta anche di puntare su «un luogo storico di Palermo, che va rilanciato e riportato alla luce».

L'inaugurazione ufficiale si svolge mercoledì 21 novembre alle ore 21. L'unione fa la forza e così la Stagione è aperta dagli spettacoli di Gerardo e Manfredi Di Liberto, in scena da giovedì 22 a domenica 25 novembre (giovedì 22 e venerdì 23 alle ore 21.30; sabato 24 alle ore 22; domenica 25 alle ore 18), "Non ho tempo da perdere" e "Tascio è bello". I biglietti per il primo settore hanno un costo di 12 euro, 10 euro per il secondo settore, 8 euro con la riduzione per i soci Cral. «Il nuovo e il vecchio - ha dichiarato Gerardo Di Liberto - per dare nuova vita ai luoghi e sconfiggere la crisi con una risata».

Tornando alle proposte, da sabato 1 a domenica 16 dicembre è la volta di "Già il prezzemolo era bello…" con Antonio Pandolfo e Stefano Piazza, mentre domenica 23 dicembre l'appuntamento è con la grande musica d'autore di Fabio Concato. Da fine gennaio a fine marzo si torna al teatro, con "Ma che succede?", nuovo spettacolo comico portato in scena dallo stesso Giovanni Nanfa, in compagnia di Antonio Pandolfo e Giuseppe Giambrone.

Il passato e il presente, i padri e i figli: il ritorno al passato può essere un rimedio efficace alla crisi del nostro tempo? «Crisi» è una parola quasi logora per quanto la si sta utilizzando. In cinese, si compone di due ideogrammi: uno significa "pericolo", l'altro "opportunità". E pare che si stia puntando veramente su una grande opportunità, che vede come protagonista l'esperienza: non solo quella dei padri, consolidata e affermata, ma anche quella dei giovani, da sperimentare e rafforzare.

Inutile negare che, in giorni come questi, il pericolo esiste ed è anche abbastanza evidente. Ma dobbiamo credere che l'opportunità, che per i Nanfa fa rima con innovazione e recupero delle grandi tradizioni, avrà la meglio. Questa volta, vogliamo (e crediamo) nel lieto fine.

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