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Palermo si mobilita per il Parco della Salute: quale futuro per l'area giochi del Foro Italico

L'associazione che gestisce il Parco ha deciso di riconsegnare lo spazio all'Autorità portuale e i cittadini si mobilitano: cosa succede nell'area del Foro Italico

Anna Sampino
Giornalista
  • 27 ottobre 2023

Il Parco della Salute di Palermo

Un nuovo futuro per il Parco della Salute di Palermo? Dopo otto anni, il parco del Foro Italico, fiore all'occhiello della città ed esempio virtuoso di riqualificazione urbana, in primavera verrà riconsegnato all'amministrazione competente dello spazio, ossia l'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale. L'associazione che lo ha creato e gestito dal 2015, Vivi Sano onlus, ha infatti comunicato che a marzo non chiederà più la proroga della concessione.

«Il Parco non verrà smantellato nè chiuso - chiarisce l'associazione - Il motivo è sostanzialemente legato al fatto che è stato raggiunto il risultato voluto: ossia quello di rigenerare e creare uno spazio fruibile che fosse riconosciuto come utile e importante dai cittadini».

Un esempio virtuoso di rigenerazione urbana di uno spazio aperto alla città, nato inizialmente come parco giochi inclusivo fruibile anche da bimbi e persone con disabilità, negli anni si è poi trasformato in un luogo di aggregazione.
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Ad oggi è l'unico parco inclusivo e gratuito, ampio e attrezzato, dove le famiglie possono portare i bimbi a giocare; ma anche uno spazio dove ragazzi, studenti e sportivi possono allenarsi liberamente. Non solo, l'associazione organizza corsi sportivi gratuiti per tutti, dai bimbi agli over 65.

Uno spazio molto apprezzato anche dai turisti per una semplice passeggiata sul lungomare, dato che il parco sorge in uno degli scorci più belli e caratteristici di Palermo.

«Possiamo considerare completato il percorso virtuoso di gestione. Il ruolo dell'associazione, come previsto nella natura di tutte le nostre iniziative, si sta esaurendo e il luogo verrà riconsegnato alla collettività che se ne prenderà cura» spiega Daniele Giliberti, amministratore delegato di Vivi Sano e ideatore dell’iniziativa.

«Non mancheranno certamente all’Ente, presieduto da Pasqualino Monti, le risorse economiche e progettuali per rendere il parco ancora più bello e funzionale visti i lavori realizzati prima a Sant’Erasmo e oggi al molo trapezoidale».

«Sarà importante - continua Giliberti - assicurare una buona gestione futura perché una cosa è riqualificare un luogo, altro è riempire quel luogo di contenuti che non siano esclusivamente di natura commerciale.

Abbiamo chiamato il parco così proprio perché doveva essere, ed è stato fino oggi, un contenitore di salute legato all’inclusione delle persone, tutte, attraverso la promozione del benessere psicofisico e della salubrità ambientale. E' stato il primo luogo pubblico alimentato da fotovoltaico. La gente lo considera come casa. Lo abbiamo aperto durante il lockdown alle persone con disabilità, è rinato dalle ceneri dopo un importante incendio doloso, insomma… Il parco è lì aperto a tutti e sempre in piedi con le spalle larghe grazie a tanti partner e sostenitori».

Non si può poi trascurare l'aspetto costi, diventati sempre più importanti per un'associazione che sostiene un servizio gratuito e aperto a tutti. Una gestione che costa qualcosa come 30 mila euro l'anno. Spese dichiarate anche in un recente post sulla pagina Facebook del Parco: oltre 3.300 euro di canone di concessione, che in origine era 1.367,50, poi a seguito di direttive del Governo nazionale è salito prima a 2.500 e oggi a oltre 3.000.

Poi ci sono da pagare gli stipendi al custode, le bollette Enel, di Amap e vari costi per la manutenzione. «Insomma praticamente siamo noi con Vivi Sano Ets 'sponsor' di chi invece dovrebbe sostenere la nostra inziativa» aggiunge l'associazione nel post.

Uno sforzo non indifferente insomma, ma, tengono a precisare da ViviSano «la nostra non è una scelta legata all'insostenibilità dei costi. Non è una questione economica, ma si tratta della fine di un percorso che ha avuto risultati virtuosi. Le sfide, di oggi e di domani, ci vedono impegnati nel creare nuovi percorsi virtuosi che avranno l'obiettivo di individuare luoghi in disuso da riconsegnare ai cittadini dopo averli riqualificati e gestiti». È il caso della serra del Giardino Inglese, dove sono in corso i lavori per la Casa delle Ninfee, o dei campetti dell'ex Fly Tennis, dove sorgerà "Centro sportivo educativo Paolo Borsellino".

Ad ogni modo, l'annuncio di ViviSano ha subito destato allarme tra gli assidui frequentatori del parco, come mamme, studenti universitari, sportivi, residenti del centro storico e persino turisti. Il Parco della Salute è il primo parco inclusivo nato in città e in Sicilia, pubblico e gratuito.

«La gente chiede di ripensare la nostra scelta non comprendendo che è solo la fine di un percorso programmato. Continueremo a fare la nostra parte e garantiremo che ci sia un periodo di accompagnamento che possa favorire la completa adozione dello spazio da parte dei cittadini che, in forma più o meno organizzata, se ne prenderanno cura» conclude Giliberti.

Insomma, per i palermitani il Parco della Salute è diventato un punto di riferimento. Non deve stupire quindi che all'annuncio del cambio di gestione è subito seguita la risposta da parte della città. Un gruppo di cittadini ha così avviato una raccolta firme per chiedere all'Autorità portuale rassicurazioni sul futuro del parco.

«Siamo molto preoccupati perché non vogliamo che lo spazio possa andare perduto o possa cambiare destinazione d'uso - spiega Aurelia Moscato, tra i cittadini che hanno dato il via alla mobilitazione - Non è solo un parco giochi ma un importante spazio di aggregazione per i giovani. Un luogo alternativo alla strada per i bambini della Kalsa, che qui si ritrovano per fare sport gratuitamente, attività a cui, diversamente, molti di loro non potrebbero accedere.

È uno spazio inclusivo a 360 gradi, un luogo di cui Palermo può vantarsi. Un esempio virtuoso, unico in Sicilia. Non possiamo rischiare che quanto fatto vada perso. È per questo motivo che appresa la notizia, spontaneamente, abbiamo deciso di mobilitarci per chiedere la sua tutela».

«Non va inoltre dimenticato nè sottovalutato che il Parco è andato avanti ed è stato sostenuto in questi anni dalle donazioni di fondazioni, sponsor privati e semplici cittadini; dunque fortemente voluto da questi ultimi».

Dall'Autorità portuale, guidata da Pasqualino Monti, arrivano rassicurazioni: «Il Parco non cambierà mai destinazione. Si troverà chi, con altrettanta cura, terrà il luogo così come è oggi. Dispiace molto, non abbiamo mai messo in discussione la concessione».
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