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Riparte la scuola in Sicilia: niente mascherine nè Dad, come cambiano le regole

Lunedì 19 settembre gli studenti siciliani rientrano in classe, ma senza le restrizioni dei due anni di pandemia: ecco tutte le novità (meno stringenti)

Balarm
La redazione
  • 12 settembre 2022

Forza ragazzi, si riparte. Lunedì 19 settembre suona il gong: la prima campanella dà ufficialmente il via al nuovo anno scolastico 2022-2023 in Sicilia.

Gli studenti siciliani, insieme ai "compagni" valdostani, saranno gli ultimi a rientrare in classe, perchè da oggi, lunedì 12 settembre, si torna tra i banchi in 7 regioni: Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e nella Provincia di Trento.

Il 13 settembre tocca ai ragazzi della Campania e, a seguire, il 14 a quelli della Calabria, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Umbria. Il 15 si rientra in classe anche in Emilia-Romagna, Lazio e Toscana. Solo in provincia di Bolzano l'anno scolastico è iniziato in anticipo, il 5 settembre.

Nuove regole
Dopo due anni di pandemia, il rientro in classe quest'anno subirà molte meno restrizioni, rispetto al precedente. Primissima novità: si torna tra i banchi senza mascherine e senza distanziamento. Ma - come precisa il vademecum diffuso dal ministero: «il personale a rischio di sviluppare forme severe di Covid utilizza i dispositivi di protezione respiratoria del tipo FFP2 e i dispositivi per la protezione degli occhi forniti dalla scuola in base alle indicazioni del medico competente. Anche il personale che ha la volontà di proteggersi può usare un dispositivo di protezione respiratoria del tipo FFP2 e dispositivi per la protezione degli occhi».
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Non ci saranno più neanche personale aggiuntivo Covid nè lezioni in Dad (neanche per i positivi). Gli alunni positivi dovranno stare a casa fino a che non si saranno negativizzati e in questo caso, basterà un tampone negativo (rapido o molecolare). Non potranno però seguire lezioni a distanza.

Non è consentito l'ingresso o la permanenza a scuola a chi ha una temperatura dai 37,5 gradi in su. Non è però più obbligatoria la misurazione della febbre all’ingresso.

Non è poi consentito stare nell’edificio scolastico con sintomatologia compatibile con il Covid, ossia coloro che presentano sintomi respiratori acuti, come tosse, raffreddore grave, difficoltà respiratoria, vomito, diarrea, perdita del gusto e/o dell’olfatto, forte mal di testa. Non rientra tra questi il raffreddore lieve.

Gestione dei casi positivi
Come già accennato sopra, chi è positivo è tenuto a stare in isolamento a casa e potrà rientrare subito dopo l'esecuzione di un tampone risultato negativo. Come riporta la nuova circolare ministeriale vigente (agosto 2022), per i casi positivi che sono sempre stati «asintomatici oppure sono stati dapprima sintomatici ma risultano asintomatici da almeno 2 giorni, l’isolamento potrà terminare dopo 5 giorni, purché venga effettuato un test, antigenico o molecolare, che risulti negativo, al termine del periodo d’isolamento». Al contrario, «in caso di positività persistente, si potrà interrompere l’isolamento al termine del 14° giorno dal primo tampone positivo, a prescindere dall’effettuazione del test».

Chi ha avuto contatti stretti con un positivo può seguire le lezioni in presenza, ma indossando la mascherina di tipo FFP2 per 10 giorni. Se però dovessero presentarsi sintomi Covid, è raccomandata «l’esecuzione immediata di un tampone antigenico o molecolare che in caso di risultato negativo va ripetuto, se ancora sono presenti sintomi, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto».

Caro energia e rincari
A preoccupare, quest'anno, non è solo il Covid ma soprattutto il caro energia e i potenziali rincari. Il Codacons ha stimato che per quaderni, diari, astucci, diari, e tutto il materiale legato alla scuola gli incrementi medi dei listini sono del +7% per i costi di produzione in capo alle imprese del settore determinati dal caro-energia e la crisi delle materie. Anche per l’Unione nazionale dei consumatori i rincari sono del 7,3%.

Il ministro Patrizio Bianchi, i sindacati e i partiti assicurano però che il caro energia non avrà comunque ripercussioni sull’andamento dell’anno scolastico, che dovrà essere in presenza e senza giornate in Dad per risparmiare sui termosifoni.
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