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Sua zia era detta "a nutara": a Resuttano l'imprenditoria (agricola) ha il volto di Federica

È cresciuta con dentro il patrimonio genetico trasmesso da altre donne che hanno mostrato, in tempi in cui era impensabile, la faccia del mondo "in gonna" e che sa portare i pantaloni

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 9 marzo 2022

Federica Argentati

Federica Argentati è una donna energica con il carattere deciso e intraprendente di chi ha molte esperienze alle spalle generate dalla passione per la sua terra, questa Sicilia che non sempre restituisce gli sforzi e l’impegno che servono per raggiungere risultati.

La sua è una storia legata alla terra non solo per lavoro ma per nascita, cresciuta con dentro il patrimonio genetico trasmesso da altre donne che in famiglia hanno anticipato i tempi, mostrando ad una società assolutamente maschile, e maschilista, l’altra faccia del mondo, ovvero, quella in gonna che sa portare i pantaloni.

Così di temperamento era la zia Giuseppina, detta “a nutara” conquistandosi la fiducia dei suoi operai, mezzadri e dell’intera cittadinanza di Resuttano alla morte del marito, moglie dello zio Antonino Manasia, personaggio indimenticabile per il territorio di Resuttano, che nel 1907 fondò la Società Cooperativa Agricola e nel 1910 la Soc. operaia Garibaldi, e che ottenne la divisione di un importante ex feudo in 114 lotti destinati ad altrettanti coltivatori.
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Non di meno la mamma Emma, una figura di spicco ancora oggi nell’azienda di famiglia dove agli ettari vocati all’agricoltura sono state affiancate innovazione e rinnovamento per dare continuità nel rispetto della tradizione e della notevole storia familiare.

In quello che oggi è “il casale di Emma” si praticano l’agricoltura sociale, la fattoria educativa, si organizzano grandi e piccoli eventi legati alla musica, al cibo, agli incontri tra operatori e cultura, un come un contenitore polivalente immerso nel cuore della Sicilia rurale, circondato dalla bellezza della natura.

Laureata in agraria a Catania dopo un inizio all’istituto di Agronomia della Facoltà di Scienze Agrarie ed il Centro CNR sullo studio delle Colture Erbacee Strategiche per l’Ambiente Mediterraneo, sceglie il mondo dell’imprenditoria a lei più vicino e stimolante, iniziando il percorso che oggi la vede tra i massimi esponenti esperti del comparto agricolo siciliano e nazionale.

«Non sono stata una che ha aspettato il lavoro a casa o che arrivasse una chiamata, ho sempre cercato le collaborazioni e le consulenze perché volevo fortemente rendermi produttiva nel settore agricolo, mettere a frutto la mia esperienza e la mia professionalità, dare un contributo attivo e progettuale al comparto, immaginando una agricoltura consapevole e moderna, testimone di identità e di tipicità. Un’agricoltura etica e rispettosa dell’ambiente, remunerativa per tutti».

E in questo ci ha anche messo il tempo, e l’amore, per i due figli ormai cresciuti e avviati verso la loro strada, entrambi creativi e impegnati nel mondo del design fuori dalla Sicilia, apparentemente lontani dal suo mondo ma, come dice lei “anche per restare in Sicilia e lavorare da libero professionista ci vuole davvero una bella dose di creatività!”

Agronomo vocato alla produzione ortofrutticola, annovera una fila di incarichi impegnativi, a partire dalla direzione dal 1998 al 2007 l’O.P. organizzazione di produttori dell’Arancia Rossa di Sicilia, curandone lo sviluppo e il coordinamento, la rete commerciale e logistica in Italia e all’estero, elaborando programmi di sviluppo nazionali e comunitari.

La sua biografia professionale è costellata di incarichi che provengono dallo slancio e dalla competenza derivata da una insaziabile volontà di essere una personalità attiva e produttiva, non solo da vetrina, nell’ambito del comparto più importante e strategico della Sicilia, quello rurale agricolo motore principale che da sempre è il punto focale dell’economia regionale e, nonostante tutto, sempre la parte più problematica.

Alla la frase “la Sicilia potrebbe vivere solo di turismo” bisognerebbe sempre aggiungere “e di agricoltura” perché questi due segmenti se allineati a ottimizzati a pieno regime darebbero all’isola il solo motivo di sostentamento e autonomia.

Proprio in questa ottica di stretto collegamento tra le due realtà si incardina la sua interpretazione sull’importanza del territorio in ambito turistico, visualizzando nel turismo di relazione la svolta strategica per l’icoming dei visitatori, partendo dal patrimonio identitario. Per questo frequenta nel 2011, un corso a Siviglia sul Turismo Relazionale Integrato, organizzato dal consorzio ARCES di Palermo nell’ambito del progetto Leonardo da Vinci ed il supporto di ONECO Consultoria & Movilidad Programma ENT-MOB.

Dal 2008 ad oggi è presidente, rieletto, del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, è esperta di cooperazione e marketing territoriale, rivestito incarichi per le associazioni di categoria come la CIA, la Confederazione Italiana Agricoltori, Italia Ortofrutta che riunisce le O.P. ortofrutticole e agrumarie, ha partecipato ai numerosi tavoli tecnici della filiera agroalimentare, anche a livello nazionale, fino a coordinare le attività di internazionalizzazione delle imprese, di recente con la Cina, in collaborazione con ministeri di riferimento MAECI, MIPAAF e con ICE.

Non poteva mancare la presenza nel 2015 la partecipazione del distretto a Expo Milano, anche di altri Distretti produttivi dell’agroalimentare e pesca.

Attualmente coordina nella qualità di partner il progetto TRICK (Horizon 2020) su blockchain nell’economia circolare, è componente della Consulta nazionale dei Distretti del Cibo con delega alle filiere produttive, una importante partnership con The Coca-Cola Foundation nella promozione di progetti per il riciclo energetico degli scarti, formazione di soggetti svantaggiati, approvvigionamento e uso dell’acqua, per un’agricoltura etica e sostenibile.

Federica ha una passione che accompagna quella per la terra con la quale contribuisce a mantenere l’azienda di famiglia impegnandosi nella parte delle attività di rinnovamento: la fotografia. Le piace cogliere attimi, imprimere sulla stampa momenti che si trasformano in fermo immagine, memoria, ricordo.

A conclusione e non a caso in concomitanza della giornata della donna, sottolinea come ancora si necessario per le donne fare un doppio sforzo: dimostrare sempre due volte il proprio valore, come persona e come professionista/lavoratrice, cosa che gli uomini nin hanno mai dovuto fare.

Una donna ancora oggi deve dimostrare sempre di essere, di sapere fare, di essere all’altezza di un ruolo.
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