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"Favole dal giardino", i versi in fiaba di Elio Pecora

  • 10 aprile 2006

L’antropocentrismo, fenomeno dilagante nelle nostre società che ci fa perdere la consapevolezza di qualsiasi altro punto di vista, nell’opera “Favole dal giardino” (Edizioni Empiria, Euro 12 ) del poeta Elio Pecora è del tutto assente nella ricerca di un equilibrio e nel rispetto dei diversi modi di vedere la vita. Questa appassionante raccolta di favole è stata presentata al Kalhesa di Palermo, all’interno di una tre giorni di poesia dedicata all’autore dal titolo “Ora parlo da qui”. «Un avventura cominciata per caso - così Elio Pecora ci spiega il percorso che l’ha portato alla creazione di questo libro - con una fiaba scritta per i bambini che fu divulgata attraverso un sito internet, e che proprio dai bambini fu molto apprezzata. Così, in un estate di qualche anno fa, mi sono ritrovato nel giardino della mia casa di campagna a scrivere favole, ispirato dalla natura e dalla pace che avevo intorno». Settanta favole scritte in due diverse estati, rivisitate nella creazione di un genere nuovo attraversato dalla poesia che si fonde, scatenando nel lettore nuove emozioni. Una nuova prospettiva dove gli animali, che nei racconti di Fedro ed Esopo erano delle proiezioni dei comportamenti e dei modi di essere degli uomini, assumono una propria identità a sé stante. Un universo naturale dove trovano posto mammiferi, insetti e pesci, tutti contemplati dalla creatività dell’autore che ha saputo prendere le distanze dal suo io lirico per lasciar parlare le sue creature.
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Qui gli animali vivono in modo più consapevole il loro essere nel mondo, sono meno attaccati alle cose e al tempo rispetto all’uomo moderno ormai proiettato nel futuro, in costante confronto con il passato ma incapace di vivere il presente in tutto quello che ci offre. Un’ansia che ci rende incapaci di godere appieno della vita, analfabeti delle emozioni che il nostro esistere, guardare e godere della luce del sole, ci offre. Ecco perché anche la morale, presente a chiosa finale nella tradizione favolistica, non ha più la presunzione di offrire una chiave di lettura o di suggerire un comportamento. «Qui la morale innerva tutto il testo - continua il poeta - dove chiare si scandiscono le voci dell’io, del tu e del testimone che sembra ricercare l’ equilibrio tra due diverse posizioni». Tre presenze dialoganti, per scongiurare qualsiasi morale preconfezionata da cui l’uomo può trarre motivazioni per vivere in profondità ritrovando i propri confini. Un momento di festa, quello al Kalhesa, che è giunto alla fine di tre giornate dense per lo scrittore, al quale è stata conferita la laurea ad honorem in Scienze della Comunicazione. Un momento intenso accresciuto anche dal regalo che alcuni poeti come Maria Attanasio, Maria Clelia Cardona, Roberto Deidier, Claudio Gargano, Jolanda Insana, Marcia Theophilo, Sara Zanghì, hanno voluto fare al loro amico presentando un volume di poesie “Geografie primaverili. Poesie per Elio Pecora” (Edizioni San Marco dei Giustiniani), una raccolta di versi nati proprio con la volontà di festeggiare la presenza di Pecora tra i poeti della nostra contemporaneità.
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