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Il sabato a Palermo era "Il Cerchio": i tempi (d'oro) di Vasco e le ragazze di Non è la Rai

Tutto è iniziato da due fratelli imprenditori edili che nelle nuove periferie avrebbero costruito intere zone residenziali e scoperto il fermento e la musica

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 23 maggio 2023

Pubblicità della discoteca " Cerchio" di Palermo

Questa è la storia di una famiglia proveniente da Monreale protagonista di una bella epoca dell'imprenditoria palermitana. La storia de "Il Cerchio" che ha calvacato epoche generazionali segnando un tempo.

Tutto è iniziato da due fratelli, Carmelo e Giovanni Taormina, imprenditori edili di una bella Palermo che nelle nuove periferie avrebbero costruito intere zone residenziali e scoperto il fermento e la musica.

Già nel '69 mentre costruivano in viale Lazio, la nuova arteria che si sarebbe ricongiunta con il viale Regione, presero in gestione il loro primo locale, il "çirano" (il biglietto d'ingresso costava solo 500 lire!), locale che poi negli anni diventerà "Challenger" e ancora "Paramatta".

Nel '70 i fratelli Taormina cominceranno a costruire in viale Strasburgo, una nuova e splendente periferia, che da lì a poco diventerà un punto nevralgico della città. Infatti, nel '74 apriranno un locale proprio in uno stabile da loro appena costruito, in viale Strasburgo 312.
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Sarà una grande opportunità dare occupazione ai figli che erano appena diventati maggiorenni. "Il Cerchio" verrà gestito dal 1980 dai cugini Paolo e Renzo Taormina.

Una discoteca ideata dall'architetto Sindona che realizzerà i pilastri portanti rivestiti in legno e acciaio come fossero dei cerchi e 2 piste a forma di cerchio. Per questo motivo quel locale anzichè chiamarsi "2001" come si era pensato, si chiamerà "Il Cerchio".

«Fu il primo locale dove c'era un alternarsi di colori, dal rosso al blu. Una sera in blu, una sera in rosso, scegliendo quale neon accendere», così afferma Paolo Taormina, figlio di Carmelo.

Un locale che cambiava colore ogni sera, con 450 posti a sedere e con una capienza fino a 1600 persone. In effetti, sulla carta potevano entrare meno persone. «La normativa di quei tempi prevedeva che per le uscite di sicurezza, per ogni metro potevano uscire 70 persone» continua Paolo Taormina.

Negli anni la struttura de "Il Cerchio" ha vissuto importanti modifiche. «La prima consolle venne realizzata in legno e in acciaio. È stata poi ristrutturata negli anni '80 in seguito ad un incendio per corto circuito nella cabina della discoteca dove sono stati trovati dei fili scoperti», ricorda Paolo Taormina.

La nuova consolle, infatti, sarà in gres porcellanato color grigio e nero. Una cabina centrale interamente trasformata in stile moderno e un "DJ Light", l'esclusiva de "Il Cerchio" con Francesco Fiume che dirigeva le luci in una struttura apposita. Un mare di bellezza in mezzo ad un gioco di luci indimenticabili.

«Andavo a Rimini alla fiera della discoteca per cercare le luci più nuove come "Paky Coemar" e "Luci motorizzate Clay"» racconta Paolo Taormina.

L'inaugurazione de "Il Cerchio" avverrà in due sere d'ottobre del '74 con molte autorità tra il pubblico. Patty Pravo sarà la regina della 2° serata. In verità, la sera precedente la "Bambola" italiana non era riuscita ad attraversare lo stretto di Messina causa maltempo.

La stessa organizzazione che al "çirano" della Famiglia Taormina aveva già fatto ospitare i New Trolls, i Dik Dik, I Camaleonti, Joséphine Baker, Tony Cucchiara, Wess & Dori Ghezzi e "Caterina Caselli" nei meravigliosi anni '60.

Ma tornando all'inaugurazione de "Il Cerchio" c'era un locale completamente in delirio dinanzi al fascino di una giovane e in auge Patty Pravo. Successivamente nel club di viale Strasburgo arriveranno in anni diversi anche Enrico Montesano, Bruno Lauzi, e il mago Silvan.

La gente è cambiata del tempo e la diversità era legata ad un susseguirsi di epoche geneazionali. «Nelle domeniche pomeriggio degli anni '70 entravano circa 800 persone, tutti minorenni. Per loro l'alcool era vietato».

Quindi il bar del Cerchio non poteva vendere alcool al pomeriggio. «Negli anni '70 c'era un bel movimento. Già i giovanissimi alle 15.30 erano dietro la porta del Cerchio», puntualizza Taormina.

Basti pensare che un biglietto costava tremila lire ma arriverà a costare negli anni '80 ben diecimila lire! In dieci anni il costo del biglietto era più che triplicato. "Il Cerchio", un posto che ha accolto prima i genitori e poi i figli, i fratelli più grandi prima e i più piccoli dopo. E si entrava "a coppia".

Era importante che il numero dei ragazzi fosse uguale a quello delle ragazze. Senza una ragazza accanto non si poteva entrare «e se non ce l'avevi potevi chiedere la cortesia ad una ragazza senza cavaliere in attesa davanti a "Il Cerchio" di entrare insieme a te».

«I Capodanni del '74,'75,'76 sono stati quelli di maggiore successo quando ancora gli uomini venivano in abito scuro e le donne in lungo. Eleganza assoluta ma soprattutto nello spirito dei palermitani», sorride Paolo Taormina.

Canzoni come "La Febbre del Sabato sera" fecero registrare incassi da record. Inizierà l'epoca degli "esploit" con il fenomeno del "travoltismo". Erano gli anni '70 e alla fine di questi anni, tra il '77 e il '78 ci sarà un evento chiamato "maratona" - musica non stop da mattina fino a notte.

Avrebbe vinto la coppia in grado di resistere e quindi ballare fino all'ultimo secondo di musica. 24 ore di canzoni proposte dalla dj francese Barbara Marchand. Il primo DJ è stato Gianni Giannilivigni (che poi sarà il proprietario di "Diskery" di via Aquileia). "Ai tempi del "çirano", negli anni '60, Giannilivigni era il batterista dei 'Gli Ambiziosi", ricorda Paolo Taormina.

Tra gli altri DJ seguiranno Toti Marfia, Antonio Pellegrino, Silvio Randazzo, Piero Virga, Manlio Lo Coco, Maurizziotto, Emanuele Lo Giudice, Alessandro Taormina (figlio di Paolo) e grazie alle dirette di Radio Time negli anni '90 con Lello Sanfilippo, Gioacchino Caponetto, Sergio Friscia e Fabio Flesca.

Nel corso degli anni '80 ci sarà anche un fase di calo della dance durata circa un anno, ed ecco che arrivo' un'altra geniale idea per continuare serate di successo. Arriverà il "Liscio" con una musica appositamente selezionata e gli interventi dei "principi del liscio", un gruppo di 11 elementi diretti dal maestro Tony Vella, ogni martedì sera.

Questa parentesi si concluderà con l'avvento dei P.R. palermitani che avrebbero nuovamente riportato fortemente la musica commerciale. Ci saranno serate a tema e serate per diversi target di pubblico.

Inizieranno i tempi delle organizzazioni palermitane. Nasceranno così le serate del giovedì riservate agli "universitari". Esploderà una bella rivoluzione. Fino a quel momento si ballava solo il sabato e la domenica. Inizierà un fermento anche nei giorni feriali, con una nuova cultura della movida di quel tempo.

Tra gli anni '80 e gli anni '90 nasceranno quindi gli organizzatori, un nuovo profilo aggregante, una sorta di passaparola capeggiata sempre da chi conosceva un numero interessante di gente. E quindi si ballerà anche di martedì e mercoledì con "miniserate" da 400 persone circa.

Tra gli "organizzatori" primeggeranno Stefano Brancato ed Enzo Marchese con serate non esclusivamente dedicate alla dance, ma dove si poteva sfilare, danzare, cantare. Del resto, erano gli anni in cui Fiorello portava in giro il suo geniale "karaoke" nelle piazze italiane.

Nel '91 "Il Cerchio" ospiterà Vasco Rossi, un incontro mirato ad una smentita nei confronti del sud-Italia grazie all'intermediazione di Lino Alcamo. Arriveranno anche "i matinèe" rivolti ai ragazzi delle scuole. Si ballava al mattino. Con la luce del sole fuori, dentro "Il Cerchio" ballavano 2000 ragazzi occupando non solo le due piste ma anche la scala e la hall. Mattine intitolate "Miss Galilei" per fare solo un esempio.

Le ragazze indossavano il cerchietto Naj-Oleari che piacevano tanto ai ragazzi. Erano gli anni '80/'90 e il viale Strasburgo era già diventato una strada popolatissima, meta per passeggiare, fare shopping, ritrovi di ben nutrite comitive.

«La gente si divertiva con niente - ricorda Paolo Taormina - vedere 1700 persone cantare era veramente bellissimo». Nella fine degli anni '90 arriveranno a "Il Cerchio" tre ragazze di "Non è la Rai" la trasmissione ideata da Gianni Boncompagni che all'ora di pranzo spopolava nelle case delle teen-ager italiane.

Paolo Taormina la ricorda una serata costosa ma molto gratificante. La pubblicità radiofonica era il canale della maggiore diffusione di un evento insieme al passaparola di tempi irripetibili.

Nel 2001, in quell'anno in cui l'Italia veniva educata alla moneta dell'euro, la nuova moneta che sarebbe entrata in vigore l'anno successivo, in quel posto la crisi anticipo' di qualche anno chiudendo irreversibilmente il sipario de "Il Cerchio". Un vero peccato.

"Il Cerchio", un locale interamente a norma, la discoteca per eccellenza, con 9 impiegati, locali di proprietà dei gestori. La verità, visto le dimensioni e le capacità del club di viale Strasburgo, era l'importanza e la necessità di guadagnare cifre interessanti per coprire tanti e importanti costi.

Al posto de "Il Cerchio" sorgerà "Bingo Vip". «Quando vidi smantellare le due piste, mi scesero le lacrime e scappai via. Vedere distruggere il proprio locale è stata una cosa terribile», ricorda così con un velo di tristezza negli occhi di Paolo Taormina. Un locale, "Il Cerchio", oggi non più realizzabile e costruito nel tempo. 1300 mq di modernità passati alla storia.
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