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Quei "pomeriggi insieme" al Pare-Choc: l'epoca d'oro della Palermo (bene) anni '80

Fu un modo per sentirsi grandi e sicuri. File di ragazzini in coda davanti all'ingresso della discoteca, lasciati dai genitori che li avrebbero ripresi dopo qualche ora

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 10 marzo 2023

Il Pare Choc a Palermo

Nel 1986, dopo un primo esperimento poco riuscito nel 1984, a Palermo arrivarono i "pomeriggi insieme" nella discoteca di via dei Nebrodi, quasi ad angolo con la via Belgio.

"Pare-Choc" si chiamava, che in pratica coinvolgeva tutte le scolaresche dai 14 ai 18 anni per far ballare i ragazzi, figli di famiglie palermitane iperprotettive e unite, che al sabato pomeriggio, dalle 16 alle 20, avevano la libera uscita.

Nico Riccobene e Dario Caminita furono ideatori dei "pomeriggi insieme". Scesero in campo anche i due volenterosi Dino Pizzuto e Fabio Borsellino, a suo tempo P.R. della città.

Fu così che anzichè la solita passeggiata in viale Strasburgo, (la nuova zona di Palermo molto commerciale), gli studenti dell'epoca, nella fine degli anni '80, potevano presentare un certificato di frequenza del liceo di appartenenza, e accedere in discoteca con un tesseramento di 5000 lire mensili.

Fu un modo per sentirsi "grandi", tutelati e sicuri. I due P.R. si recavano nelle ore di ricreazione dinanzi gli ingressi degli Istituti della città, coivolgendo quelli che secondo il loro modesto parere o intuito potevano corrispondere ad un target di "giovani per bene" effettuando quindi una sorta di "selezione".
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Ad ogni giovane Pizzuto e Borsellino esclamavano «Ti va di venire a ballare sabato pomeriggio al Pare-Choc? Puoi fare passaparola, ma mi raccomando, occorre il certificato di frequenza della scuola».

In quegli anni furono registrati 3500 tesserati. Nacque la moda del rap e tutti i ragazzi aspiravano a potere trascorrere almeno 5 minuti nella consolle del dee-jay per riuscire a "grattare" un disco.

File di ragazzini facevano code davanti l'ingresso della discoteca lasciati dai genitori che li avrebbero ripresi alla fine del pomeriggio. Studenti di tutte le scuole, dal Liceo Linguistico, al Galilei, al Garibaldi. Tutti giovani accuratamente selezionati, tutti griffati.

Dal Pare-Choc uscirono dei veri aspiranti dj. Ogni sfera che girava, scendendo dalla scala emozionante che portava in pista, giovani ben vestiti con camicia e pullover sulle spalle, giubbotti colorati Henry-Loyd, scarponcini Timberland, calze Burlinghton, e jeans Levis 501 affollavano quella pista.

Le ragazze uscivano di casa con un abbigliamento normale. Nel bagno del locale avrebbero indossato la minigonna! Borse e cerchietti Naj-Oleari affondavano in capelli cotonati con tanto di frangettone. Da 'Pump Up the Volume' a 'Promise Land'

«Cullammo una generazione in cinque anni di pomeriggi liberi e spensierati fino al giugno del 1989, quando molti di quei ragazzi raggiunsero la maggiore età e quando inevitabilmente nascevano nuovi movimenti come la musica dal vivo nel nuovo Malaluna aperto appena da due anni».

Fiumi di "paninari" ricordano i due P.R. dei meravigliosi anni '80, ballavano persino dietro la porta di ingresso del Pare-Choc. Si conoscevano tutti, quei ragazzi, si sentivano adulti, e in quel clima di serenià concludevano quei "pomeriggi insieme" sudati ma divertiti e contenti di avere ballato. Rientravano così a casa per la cena, felici.
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