MODA
Un successo siciliano preso in prestito dagli inglesi: quante storie ci racconta la coppola
Dai Tudor alle passerelle di alta moda, la lunga e inaspettata storia della coppola che attraversa i secoli e i Paesi. Un viaggio che racconta un importante spicchio di Sicilia
L'attore Al Pacino (Micheal Corleone nel film "Il Padrino")
Se è vero che si tratta di un accessorio strettamente connesso alla tradizione di quasi tutta l'area mediterranea - non solo Sicilia, ma anche Calabria, Sardegna e Corsica - la coppola per come la conosciamo oggi, è approdata in Italia tra il 19esimo e il 20esimo secolo e a portarla sono stati gli inglesi.
Parliamo di famiglie ricche che, a cavallo dei due secoli, si trasferirono nel Bel Paese alla ricerca di nuovi investimenti, scegliendo in particolare la Sicilia, terra ricca e meravigliosa.
Sembra incredibile ma la classica coppola - dalla forma di cupola piatta (o a spicchi) e dotata di una piccola visiera - era già diffusissima in terra anglosassone durante il regno dei Tudor (16esimo secolo), quando a portarla erano tutti gli uomini e i bambini delle classi meno abbienti.
Nel primo Novecento le sorti di questo flat cap ("berretto piatto") cambiarono radicalmente prima diffondendosi anche tra gli esponenti delle classi più alte che ne sfoggiavano uno diverso per ogni occasione (basti citare il golf cap per le partite di golf e il driving cap da portare alla guida dell'automobile), poi arrivando fino agli Stati Uniti d'America dove tra gli adolescenti divenne un vero e proprio status symbol.
È a questo punto che i siciliani si "appropriarono" del berretto piatto inglese, che in poco tempo si traformò in quella coppola che è ancora oggi parte integrante dell'identità e della tradizione dell'Isola.
Per quanto questa sia la teoria più accreditata, c'è un intero capitolo da aprire sull'origine del termine coppola, che in effetti con il termine inglese flat cap ha ben poco a che fare. Ma allora quale sarebbe l'origine della parola "coppola"?
Sembra che sia molto più antica e di certo precedente all'avvento del berretto inglese e se ne trovano già testimonianze in un vocabolario di dialetto napoletano risalente alla fine del Settecento dove con il termine coppola (o coppolone) ci si riferiva a un copricapo da contadino.
Per intenderci, si tratta del tipico berretto rosso che compare nelle raffigurazioni del ribelle napoletano Masaniello, chiamato appunto "coppola rossa", ma dalle fattezze diverse rispetto alla coppola siciliana: un copricapo di forma conica con la punta piegata in avanti divenuto simbolo di libertà e ripreso anche dall'iconografia della Francia rivoluzionaria (il bonnet rouge).
Qualunque sia la verità sull'origine della coppola quel che è certo è che in Sicilia ha avuto un successo irripetibile, incastonandosi in modo talmente indelebile nella raffigurazione del tipico "siciliano" da essere purtroppo stata associata per troppo tempo alla mafia e ai mafiosi.
Un retaggio "nero" che con il tempo è via via sbiadito, anche grazie alla moda contemporanea che lo ha riportato in auge in modo fresco e nuovo, «celebrato dagli stilisti di più nota fama internazionale e indossato da chiunque in quanto accessorio fashion presentato sulle passerelle di tutto il mondo, non più esclusivamente come copricapo maschile ma anche femminile» spiega Cristina Esposito, fashion designer e direttrice della Mode School di Palermo.
«La coppola è il cappello capace di tirare una linea retta fra collezioni donna e collezioni uomo, fra passato e presente, fra ciò che è di moda e ciò che non lo è più, l'intramontabile classico che ritorna ogni anno».
La stilista palermitana sottolinea, inoltre, come la coppola sia un «emblema di stile ed eleganza che distingue ancora oggi il siciliano nel mondo, capace di impreziosire per la sua versatilità qualsiasi mise dalla più casual alla più ricercata».
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