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La Sicilia e i tre parchi nazionali che esistono solo su carta: quanta meraviglia bloccata

Il primo parco nazionale siciliano è Pantelleria ma la finanziaria 2008 ne prevedeva altri tre: Eolie, Egadi e litorale trapanese e Monti Iblei: l'intervista a Alfonso Pecoraro Scanio

  • 6 aprile 2018

Il lago di Venere a Pantelleria

Il Parco nazionale “Isola di Pantelleria”, primo parco nazionale siciliano e 24esimo in Italia, ha finalmente un presidente. Si tratta di Salvatore Gabriele, sindaco dell’isola e nominato da poco più di un mese al vertice dell’Ente su proposta di nomina da parte del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e del Presidente della Regione Nello Musumeci e con il parere favorevole delle due Commissioni Ambiente Territorio e Lavori Pubblici di Camera e Senato.

Una storia travagliatissima quella del parco nazionale, iniziata nel lontano 2008, e andata avanti tra ritardi e lungaggini burocratiche fino al devastante incendio del 29 maggio 2016.

Un momento drammatico che diede però una decisa accelerata all’iter amministrativo: il parco venne istituito dopo pochi mesi.

Tuttavia, pochi ricorderanno che, oltre a quello di Pantelleria, la Legge finanziaria 2008 prevedeva l’istituzione di altre tre parchi nazionali siciliani: Eolie, Egadi e litorale trapanese e Monti Iblei.
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Abbiamo chiesto dunque ad Alfonso Pecoraro Scanio, allora Ministro dell’Ambiente e promotore di quella norma, di ripercorrere le tappe che hanno condotto all’istituzione del Parco ma soprattutto di fare il punto della situazione sui restanti parchi, rimasti sulla carta.

Presidente, è normale che passino dieci anni per l’istituzione di un parco nazionale?
«Certamente no. Pochi mesi dopo il varo della Legge finanziaria 2008, in cui riuscii a trovare le risorse per l’istituzione dei primi quattro parchi nazionali siciliani, l’allora giunta Cuffaro impugnò la Legge dinanzi alla Corte Costituzionale, invocando un malinteso senso di autonomia della Sicilia, e tutto si bloccò. Per fortuna la Corte respinse il riscorso e l’anno dopo (nel 2009, ndr) l’iter poté ripartire».

Relativamente…
«Ovviamente l’instabilità politica dei governi Lombardo e Crocetta, il walzer degli assessori, i rapporti difficili con le amministrazioni locali e certamente una generale scarsa sensibilità ambientale hanno dilatato enormemente i tempi. A livello locale il caso di Pantelleria è emblematico: si è dovuta attendere l’elezione di Salvatore Gabriele a sindaco dell’isola per veder ripartire l’iter».

«Per non parlare poi della situazione del Ministero dell’Ambiente negli ultimi anni - continua - un’istituzione messa in condizioni di non operatività a causa di continui tagli alle risorse, ma anche dalla volontà di chi l’ha guidata».

A che punto siamo con la creazione dei restanti parchi nazionali siciliani?
«Quei parchi sono previsti dalla legge, quindi vanno fatti».

«Sia per le Eolie che per le Egadi e litorale trapanese le difficoltà sono solo di livello politico-amministrativo - spiega - Tutti problemi facilmente risolvibili in entrambi i casi, basta volerlo. Il Parco nazionale delle Eolie lo ritengo di particolare importanza perché l’arcipelago è già riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO; l’istituzione dell’area protetta rafforzerebbe la tutela della zona e dunque la sicurezza di mantenere il prestigioso riconoscimento (che in passato si è rischiato di perdere)».

«Dieci anni fa, le tre amministrazioni comunali di Salina erano piuttosto favorevoli all’istituzione del parco, a differenza del comune di Lipari. Bisognerebbe capire qual è oggi l’intenzione degli enti locali. Per quanto riguarda il Parco nazionale delle Egadi e litorale Trapanese, qualche tempo fa ho assistito personalmente alla seduta di un consiglio comunale di Marsala dove si è discusso della possibilità di far ripartire l’iter istitutivo».

«Purtroppo ho dovuto constatare, come altre volte, un eccesso di polemiche e di contrapposizioni politico-personali che rischiano di ritardare ulteriormente il progetto - continua - Per quanto riguarda il Parco nazionale dei Monti Iblei, tra l’altro zona di grandissimo pregio, non sono riuscito ad avere aggiornamenti, ma l’estate scorsa, durante un soggiorno nella zona di Siracusa, ho avuto modo di sollecitare alcuni amministratori locali a riprendere il dialogo politico-amministrativo, ma al momento tutto tace. In sostanza, occorrerebbe una maggiore determinazione da parte del Ministero dell’Ambiente, un po’ come ebbi a fare personalmente per sbloccare il Parco nazionale del Val d’Agri che era paralizzato dallo stesso tipo di dinamiche».

«Occorre chiedere pertanto la stessa determinazione al prossimo Ministro dell’Ambiente e alla giunta Musumeci. Se c’è la volontà politica e una regia illuminata, i parchi si creano».

Forse sarebbe meglio ricordare perché è importante l’istituzione di un parco nazionale.
«I benefici di un parco nazionale sono molteplici. Innanzitutto tutelano aree del nostro Paese di enorme valore naturale e anche culturale, preservando il patrimonio storico e ambientale».

«Se ben gestiti, riescono decisamente a ravvivare l’economia locale attraverso il richiamo di un turismo sostenibile e di qualità, la certificazione dei prodotti locali, la riqualificazione dei borghi e del territorio, la creazione di posti di lavoro e tutto l’indotto che ne deriva».

«Mi auguro vivamente che anche i tre restanti parchi siciliani possano essere presto istituiti, ripeto, tutto dipenderà dalla buona volontà dell’attuale amministrazione regionale e del Governo Italiano - conclude - Del resto si tratta solo di applicare le leggi esistenti, cosa che in Italia spesso diventa un atto rivoluzionario, come so bene per esperienza personale».
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