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Un Palermo stanco e privo di idee battuto da un Lecce quasi retrocesso

  • 6 marzo 2006

LECCE-PALERMO 2-0 (primo tempo 0-0)
Marcatori: 18’ st M. Vucinic, 27’ st G. Giacomazzi.
LECCE (4-3-3): F. Benussi, A. Camisa, S. Diamoutene, K. Saidi, E. Rullo (45' st Cichero), G. Giacomazzi, C. Ledesma, G. Delvecchio, A. Babù (34' st Konan), M. Vucinic (48' st Esposito), M. Cassetti.
A disp.: A. Rosati, K. Cichero, A. Esposito, D. Giorgino, J. Valdes, F. Marianini, A. Konan. All: Franco Paleari.
PALERMO (4-3-3): M. Andujar, C. Zaccardo, G. Biava, A. Barzagli, F. Grosso, S. Barone, P. Codrea, M. Mutarelli (37' pt Tedesco), M. Gonzalez (9' st Santana), A. Caracciolo (23' st Godeas), D. Di Michele.
A disp.: F. Agliardi, G. Tedesco, F. Brienza, M. Santana, C. Terlizzi, K. Conteh, D. Godeas. All: Giuseppe Papadopulo.
Ammoniti: G. Biava (P), P. Codrea (P), A. Camisa, S. Diamoutene.
Arbitro: Luca Banti (Livorno).

Di partite perse immeritatamente il Palermo quest’anno ne ha fatto larga incetta. Eppure questa sconfitta con il Lecce arriva al termine di una gara giocata male da entrambe le parti, e che ha visto prevalere i padroni di casa grazie alla loro maggiore motivazione. Ultimi in classifica, con appena 15 punti, i salentini avevano bisogno di sperare ancora anche se, nonostante la vittoria, la zona salvezza sembra ancora assai lontana. Gran merito quindi va dato alla voglia di vincere del Lecce e grande demerito va dato al Palermo, apparso troppo stanco, troppo fermo sulle proprie gambe e troppo privo di idee. I rosanero, privi d Corini infortunato, schierano il giovane Codrea, alla ricerca ancora di una identità, a centrocampo. Il Palermo sembra partire bene andando in gol al primo minuto on Biava lesto a ribadire in rete un pallone su azione di calcio d’angolo, ma l’arbitro Banti
annulla per fallo in attacco di Caracciolo. È solo un falso allarme perché il Palermo si addormenta subito dopo e si sveglia il Lecce. La partita è caratterizzata da lanci lunghi a scavalcare il centrocampo, da tanti errori difensivi ed altrettanti errori degli attaccanti che non sanno approfittarne. I giallorossi creano gioco, sembrano andare alla conclusione con troppa facilità e sfiorano la rete più volte. L’occasione più pericolosa il Palermo la crea al 26’ con Di Michele che, dopo una discesa sulla sinistra, fa partire un pallonetto a metà strada tra un tiro ed un cross, imprendibile per Caracciolo, che termina fuori. Al 37’ il Palermo perde Mutarelli, costretto ad uscire per una botta alla caviglia, ed al suo posto entra Tedesco. Tatticamente non
cambia nulla.

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La ripresa sembra iniziare sulla falsa riga del primo tempo ma è il Lecce a sfiorare il vantaggio al 14’ con Del Vecchio che da ottima posizione al centro dell’area spedisce di pochissimo a lato. È il preludio al gol. Infatti al 18’ Vucinic, fino a quel momento il più pericoloso dei suoi, elude il fuorigioco e solo davanti ad Andujar lo infila nell’angolo più vicino. A questo punto ti aspetti la risposta del Palermo ed invece è ancora il Lecce a farsi pericoloso e prima al 26’ sfiora il raddoppio con Cassetti che spedisce alto da buona posizione, poi raddoppia veramente con Giacomazzi abile a ribadire in rete una corta respinta di Andujar.
Il grande demerito dei rosanero è quello di essersi svegliati solo dopo il 2-0. Sessanta secondi dopo il Palermo infatti potrebbe riaprire la gara con Santana, entrato al posto di uno spento Gonzalez, che calcia a lato dopo una bella azione personale. L’altro nuovo entrato, Godeas, si rende pericoloso al 33’ con un tiro bloccato dai difensori. Al 40’ l’occasione più ghiotta con Di Michele che involontariamente colpisce la palla sul tiro di Santana e per poco non sorprende Benussi. Finisce così 2-0, una sconfitta che ancora una volta ribadisce quanto il campo di Lecce sia difficile per i rosanero. Una sconfitta che non ammette scuse perché, se fino ad oggi i giocatori avevano trovato l’attenuante di dover giocare ogni tre giorni, questa volta, a parte i nazionali Grosso, Zaccardo e Barone, tutta la squadra ha avuto una settimana per rimettersi in forma e non è stato sufficiente. Un passo
indietro quindi, per una squadra che nelle ultime sue apparizioni aveva comunque mostrato grinta e personalità, ma allo stesso tempo aveva messo in rilievo le difficoltà ad andare in rete che da troppo tempo stanno rendendo difficile ogni gara. La scarsa vena di Di Michele, forse troppo lontano dalla porta nel ruolo di trequartista, la condizione altalenante di Caracciolo che spesso non ha palloni giocabili, la cattiva forma di Makinwa che sembra destinato alla tribuna ed il peso sempre più incombente della figura di Toni che aleggia sulla squadra, rendono ogni azione di attacco in tentativi che finiscono malamente troppo lontane dallo specchio della porta o troppo sterili per creare problemi ai portieri. Si continua a parlare di pessima mira dei giocatori, ma forse qualche lavoro in tal senso andrebbe fatto.

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