"Mean Streets": il film di Martin Scorsese al Supercineclub
C'è un piccolo gioiello di Martin Scorsese quasi dimenticato e comunque poco rivisto: si tratta di "Mean Streets", terzo lungometraggio della ricchissima carriera del grande regista statunitense di origini palermitane. Nel film c'è racchiusa tutta la poetica che Scorsese svilupperà nei suoi successivi e celebri capolavori.
Un ritratto vivido, ironico e melanconico, della comunità italomericana a New York, in quei quartieri, in quelle strade che sono state il vero territorio di formazione e apprendistato alla vita di giovani, destinati all'emarginazione o alla criminalità: divisi fra le tradizioni religiose, il rispetto delle regole dei boss delle mafie rionali, la spacconeria, con qualche voglia di trasgressione.
Un film che fa emergere inequivocabilmente il talento di due monumentali star hollywoodiane, Robert De Niro e Harvey Keitel, l'uno mattoide e a caccia di guai, l'altro osservante e pacioso, ma legati da un'amicizia più forte dei canoni mafiosi.
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