ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsTurismoItinerari e luoghi

È uno dei luoghi più belli e controversi della Sicilia: perché si dice "mi ittassi ra Sibbia"

Vi raccontiamo gli splendidi luoghi e le strane storie che si celano dietro un antico detto siciliano. Un luogo splendido e pieno di mistero nella città di Archimede

Francesca Garofalo
Giornalista pubblicista e copywriter
  • 10 gennaio 2024

Latomia dei Cappuccini di Siracusa

Mentre scrivo, fuori piove. Il vento ulula e le nuvole sono quasi indistinguibili dal cielo sopra la città di Siracusa. Un'atmosfera sinistra, resa ancora più mesta dalla storia che si cela dietro un antico detto siciliano: "Mi ittassi ra Sibbia" - "Mi butterei dalla Sibbia".

Un modo di dire pronunciato, in senso figurato, quando le cose si mettono male o per sdrammatizzare una situazione difficile, che richiama uno dei luoghi più affascinanti della città di Archimede: la Latomia dei Cappuccini.

Una cava in pietra, tra i punti più alti della città vicino al Teatro Greco, in passato fonte di materia prima per la costruzione di templi e monumenti della città, luogo di prigionia per i nemici ateniesi e di culto per pagani e cristiani, chiamata appunto “Sibbia”. Una parola in dialetto siciliano che deriverebbe dal latino Silva (selva) nomea che, per alcuni suoi tratti, gli si addice perfettamente.

Essa, infatti, è circondata da un folto scenario naturalistico simile a un boschetto che avvolge la pietra calcarea, alla quale sono legati leggende ed eventi tragici.
Adv
Fra questi, l’episodio di una signora che decide di gettarsi dal dirupo, ma degli alberi miracolosamente impediscono la morte, rendendo così possibile il salvataggio in extremis.

A questo tragico evento, se ne aggiunge un altro che riguarda una pena d’amore. Una carusa, forse studentessa di una scuola nelle vicinanze della selva, in preda alla disperazione decide di farla finita gettandosi dal noto punto più alto della città.

Un gesto estremo, conseguenza dell’amore verso un uomo sposato che l’aveva sedotta con una scusa. Scoperto l’accaduto, la ragazza travolta dalla vergogna lascia un messaggio, come raccontano i cantori di Siracusa, i Siracusani Singers: “Tradituri! ’nt’’a cuscienza l’hai a aviri, malidittu!” (Traditore! La coscienza l’avrai, maledetto!)* Parole seguite da un lancio nel vuoto di 30 metri.

Un altro episodio, misto a realtà e finzione, che si racconta è quello avvenuto in un giorno di quiete al tramonto. Casualità vuole che nei pressi del luogo della disperazione passeggi un anziano signore che, all’improvviso, sente un lamento. Avvicinatosi scorge tra alcuni massi una ragazza in lacrime con la testa sostenuta dalle ginocchia.

L’uomo stupito, le domanda perché sia lì e a quell'ora, invitandola a ritornare a casa. Ma, tra singhiozzi e lacrime, la giovane risponde che ormai non può più tornare indietro. Il signore si offre di accompagnarla, ma sfiorandole la mano viene attraversato da un brivido, di quelli che gelano il sangue; sostituito in seguito dal terrore quando la ragazza alza il volto cadaverico.

Pareva di avere dinanzi la morte in persona che emette poche, ma inquietanti parole: «Non posso, perché sono morta. Guarda là sotto e vedrai il mio cadavere! Vai a dire ai miei che abitano che mi sono suicidata per lui».

Indicando all’uomo via e numero civico di casa sua. Paura e sgomento scanditi da un battito cardiaco che corre all’impazzata si impadroniscono del signore che, dopo aver cacciato un urlo accompagnato dal segno della croce, si dà alla fuga; mentre la presenza svanisce nel nulla.

Tornato in sé l’uomo, pensa a una suggestione, e rincasato decide di non raccontare nulla per non essere considerato folle. Ma l’indomani, uscito di casa, decide di passare proprio dall’indirizzo di quella ragazza.

Per un attimo, un altro brivido gli attraversa le membra: davanti alla porta di quel numero civico, sostano alcune persone vestite a lutto, mentre un attacchino imprime nella memoria di quel muro un avviso: "Ieri sera è venuta tragicamente a mancare...".

Sarà stato tutto vero? Storie reali e leggende che tornano alla memoria di chi passa casualmente dalla Latomia dei Cappuccini, luogo storico dalle “tanti biddizzi” e, al contempo, selva oscura per molti destini compianti.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI