Qualità della vita 2025, Sicilia fanalino di coda: male tutte le province tranne una
L’indagine conferma per il 2025 la frattura tra il Centro-Nord e l’Italia meridionale e insulare dove permangono significative aree di disagio sociale e personale
Non fa certo una bella figura la Sicilia nell'indagine sulla Qualità della Vita 2025 nelle province italiane, giunta alla 27ª edizione. Promosso da ItaliaOggi e Ital Communications, lo studio si articola in nove dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, turismo intrattenimento e cultura, che hanno permesso di indagare in maniera approfondita i molteplici aspetti relativi alla qualità della vita a livello locale.
Mentre Milano conquista nuovamente il primo posto, con ottimi risultati nella dotazione di servizi, reddito, gestione delle infrastrutture, vitalità del tessuto produttivo, seguita da Bolzano e Bologna, la provincia di Caltanissetta ottiene l'ultimo posto. L’indagine conferma anche per il 2025 la frattura esistente tra il Centro-Nord e l’Italia meridionale e insulare. Nelle regioni del Mezzogiorno, inoltre, restano significative aree di disagio sociale e personale. La qualità della vita nelle province del Nord-Ovest risulta in leggero arretramento (19 province su 25 sono nei due gruppi di testa – qualità buona e accettabile – 2 in meno rispetto alla passata edizione). Una situazione opposta caratterizza il Nord-Est, mentre nell’Italia centrale si registra un lieve miglioramento. Per le province dell’Italia meridionale e insulare, soltanto L’Aquila si classifica nel gruppo 2 (qualità della vita accettabile), contro le due (Pescara e Teramo) censite lo scorso anno.
Dicevamo che purtoppo ancora in fondo alla classifica c'è una siciliana, Caltanissetta (107ª), preceduta da Crotone (106ª), che scende di cinque posizioni in un anno e Reggio Calabria (105ª), che invece conquista un posto. Da rilevare, in negativo, Foggia, che passa dalla 93ª alla 104ª posizione in classifica, Pordenone dalla 9ª alla 23ª e Gorizia dalla 26ª alla 52ª.
Ma le brutte notizie non riguardano soltanto questa ma anche le altre province siciliane, tranne una. Più nel dettaglio Catania è 100esima, Palermo arriva 99esima, Trapani 91esima, Messina 90esima, Siracusa 102esima, Agrigento 103esima.
Male anche Enna (96esima), ultima nella classifica relativa a "Turismo, Intrattenimento e Cultura". Palermo e Catania invece si piazzano ultime nella sezione "Qualità ambientale". La dimensione dell’ambiente è articolata in due sottodimensioni: quella negativamente associata alla qualità della vita comprende indicatori di impatto ambientale, mentre nella sottodimensione positiva figurano anche variabili il cui andamento può essere messo in relazione con le azioni degli amministratori locali. È ancora Bolzano in vetta seguita da Bologna, Bergamo e Reggio Emilia. Nelle 19 posizioni di testa figurano 6 province del Nord-Ovest; 12 province del Nord-Est e Macerata in rappresentanza dell’Italia centrale. In coda per il 2025 le due siciliane.
A sorpresa, invece si diceva, Ragusa (78esima) guadagna il quinto posto nella classifica sulla Sicurezza sociale. Per il 2025, nella dimensione della sicurezza sociale sono stati sostituiti 5 dei 12 indicatori in cui si articola. È subentrato il dato relativo ai NEET (percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati né in percorsi di istruzione o formazione, né nel mondo del lavoro). Al posto dei 4 indicatori rimossi troviamo: omicidi stradali ogni 100 incidenti stradali, dai morti per abuso di alcol per 100 mila abitanti, dai morti per abuso di sostanze stupefacenti per 100 mila abitanti e, infine, dall’indice di affollamento carcerario. La provincia che quest’anno apre la classifica è Ascoli Piceno, seguita da Lodi, Prato, Siena e Ragusa.
Mentre Milano conquista nuovamente il primo posto, con ottimi risultati nella dotazione di servizi, reddito, gestione delle infrastrutture, vitalità del tessuto produttivo, seguita da Bolzano e Bologna, la provincia di Caltanissetta ottiene l'ultimo posto. L’indagine conferma anche per il 2025 la frattura esistente tra il Centro-Nord e l’Italia meridionale e insulare. Nelle regioni del Mezzogiorno, inoltre, restano significative aree di disagio sociale e personale. La qualità della vita nelle province del Nord-Ovest risulta in leggero arretramento (19 province su 25 sono nei due gruppi di testa – qualità buona e accettabile – 2 in meno rispetto alla passata edizione). Una situazione opposta caratterizza il Nord-Est, mentre nell’Italia centrale si registra un lieve miglioramento. Per le province dell’Italia meridionale e insulare, soltanto L’Aquila si classifica nel gruppo 2 (qualità della vita accettabile), contro le due (Pescara e Teramo) censite lo scorso anno.
Dicevamo che purtoppo ancora in fondo alla classifica c'è una siciliana, Caltanissetta (107ª), preceduta da Crotone (106ª), che scende di cinque posizioni in un anno e Reggio Calabria (105ª), che invece conquista un posto. Da rilevare, in negativo, Foggia, che passa dalla 93ª alla 104ª posizione in classifica, Pordenone dalla 9ª alla 23ª e Gorizia dalla 26ª alla 52ª.
Ma le brutte notizie non riguardano soltanto questa ma anche le altre province siciliane, tranne una. Più nel dettaglio Catania è 100esima, Palermo arriva 99esima, Trapani 91esima, Messina 90esima, Siracusa 102esima, Agrigento 103esima.
Male anche Enna (96esima), ultima nella classifica relativa a "Turismo, Intrattenimento e Cultura". Palermo e Catania invece si piazzano ultime nella sezione "Qualità ambientale". La dimensione dell’ambiente è articolata in due sottodimensioni: quella negativamente associata alla qualità della vita comprende indicatori di impatto ambientale, mentre nella sottodimensione positiva figurano anche variabili il cui andamento può essere messo in relazione con le azioni degli amministratori locali. È ancora Bolzano in vetta seguita da Bologna, Bergamo e Reggio Emilia. Nelle 19 posizioni di testa figurano 6 province del Nord-Ovest; 12 province del Nord-Est e Macerata in rappresentanza dell’Italia centrale. In coda per il 2025 le due siciliane.
A sorpresa, invece si diceva, Ragusa (78esima) guadagna il quinto posto nella classifica sulla Sicurezza sociale. Per il 2025, nella dimensione della sicurezza sociale sono stati sostituiti 5 dei 12 indicatori in cui si articola. È subentrato il dato relativo ai NEET (percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati né in percorsi di istruzione o formazione, né nel mondo del lavoro). Al posto dei 4 indicatori rimossi troviamo: omicidi stradali ogni 100 incidenti stradali, dai morti per abuso di alcol per 100 mila abitanti, dai morti per abuso di sostanze stupefacenti per 100 mila abitanti e, infine, dall’indice di affollamento carcerario. La provincia che quest’anno apre la classifica è Ascoli Piceno, seguita da Lodi, Prato, Siena e Ragusa.
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