A Palazzo delle Aquile la presentazione del nuovo libro di Luigi Sturniolo "Indipendenza"
La redazione di Antudo.info, portale di informazione indipendentista, organizza la presentazione del nuovo saggio di Luigi Sturniolo "Indipendenza", edito da Nulla Die nel 2019, nell'aula Rostagno di Palazzo delle Aquile.
Al dibattito interverranno Luigi Sturniolo (autore del libro) e Gabriella Palermo, dottoranda in Scienze della cultura (Università di Palermo).
«Nominare è atto politico. Ogni idea di trasformazione sociale crea le proprie parole. Intorno alle parole fondamentali si costruisce un pensiero. Le azioni si collocano dentro un orizzonte di senso e questo è descritto attraverso un lessico che le racconta. Il conflitto, modalità ineludibile attraverso la quale si afferma un mondo che emerge oltre l'esistente, si inscrive in un corso politico nuovo a partire da parole nuove».
E indipendenza è parola nuova. Nuova e diversa da autonomia. Indipendenza è emancipazione dalla politica, quando questa è il mercato dei partiti, la corsa dei politici (al Sud veri e propri ascari) ad affermarsi per esistere dentro quel mondo separato nel quale tutti dicono la stessa cosa, ma nonostante questo urlano, confliggono senza esclusione di colpi, si minacciano reciprocamente.
Indipendenza è parola nuova perché tutto intorno si parlano politiche subalterne a dettati economici, norme, narrazioni che insistono sui territori e li irretiscono in una rete di obblighi che li imprigionano. I territori sono dipendenti fintanto che non decidono, volontariamente, di non esserlo più, finché non inventano le parole e le istituzioni per non esserlo più. L’indipendentismo che viene è il luogo del conflitto e della politica.
Al dibattito interverranno Luigi Sturniolo (autore del libro) e Gabriella Palermo, dottoranda in Scienze della cultura (Università di Palermo).
«Nominare è atto politico. Ogni idea di trasformazione sociale crea le proprie parole. Intorno alle parole fondamentali si costruisce un pensiero. Le azioni si collocano dentro un orizzonte di senso e questo è descritto attraverso un lessico che le racconta. Il conflitto, modalità ineludibile attraverso la quale si afferma un mondo che emerge oltre l'esistente, si inscrive in un corso politico nuovo a partire da parole nuove».
E indipendenza è parola nuova. Nuova e diversa da autonomia. Indipendenza è emancipazione dalla politica, quando questa è il mercato dei partiti, la corsa dei politici (al Sud veri e propri ascari) ad affermarsi per esistere dentro quel mondo separato nel quale tutti dicono la stessa cosa, ma nonostante questo urlano, confliggono senza esclusione di colpi, si minacciano reciprocamente.
Indipendenza è parola nuova perché tutto intorno si parlano politiche subalterne a dettati economici, norme, narrazioni che insistono sui territori e li irretiscono in una rete di obblighi che li imprigionano. I territori sono dipendenti fintanto che non decidono, volontariamente, di non esserlo più, finché non inventano le parole e le istituzioni per non esserlo più. L’indipendentismo che viene è il luogo del conflitto e della politica.
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