Il "Ritorno alle origini" di Alvaro e Togo: in mostra un tributo alla città che li ha visti partire, Messina
Collage di opere di Alvaro e Togo (part.)
Il Teatro Vittorio Emanuele di Messina accoglie "Ritorno alle origini", di Alvaro e Togo, nell'ambito del progetto "Opera al Centro" curato da Giuseppe La Motta.
La mostra si basa sull'esperienza vissuta al Caffè Nettuno di un gruppo di ragazzi con la medesima visione romantica e idealista dell'arte, della poesia e della letteratura nella fronda ingenua dei giovani pittori, alternativi agli universitari dell'Ospe.
Allora, c'era un piccolo gruppo di intellettuali e di artisti che non voleva rimanere indietro rispetto ai grandi sconvolgimenti avviati dal dialogo tra la millenaria cultura europea e la sgargiante produzione estetica americana.
Nel 1962 Togo e Alvaro si trasferiscono entrambi a Milano. Nel capoluogo lombardo continuano a frequentarsi in una proficua relazione artistica e umana, testimoniata dalla bipersonale del 1982 alla Grifone Arte di Messina, e più avanti dalla mostra "Conversazioni" alla Permanente di Milano.
Alvaro è architetto meticoloso delle sue opere. L'artista progetta le forme aprendone il senso con un brio musicale giocoso, quasi mozartiano, rielabora i pattern decorativi e simbolici dell'empiria umana per proiettarli in un cosmo personale.
La ragione ordinatrice organizza queste forme a priori in un dinamismo morfologico che provoca continuamente la capacità dello spettatore di riconoscere i simboli del mondo per connetterli a nuovi livelli di senso.
Realizza le sue opere dopo averle accuratamente progettate, alla fine di un preciso processo di composizione: il suo è un lavoro intellettuale in cui la creazione è sottomessa al controllo, alla quieta consapevolezza del ragionamento e al suo tempo largo.
Togo dipinge direttamente sulla tela. La sua è una pittura in cui l'energia psichica si manifesta con una forza piena di pathos. L'esaltazione dei contrasti cromatici, il rovesciamento e la giustapposizione dei piani hanno la loro radice in un segno forte e al contempo duttilissimo.
Alvaro e Togo sono facce e anime di una stessa storia, figli di una grande cultura millenaria che è capace di accogliere gli opposti in una sintesi rinnovatrice.
Nei loro ritorni c’è il tributo alla città che li ha visti partire, ma anche l'arricchimento per una comunità che ha bisogno di maestri in grado di confermare il valore delle origini e la necessità del loro superamento.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, esclusa la domenica, fino al 3 agosto, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
La mostra si basa sull'esperienza vissuta al Caffè Nettuno di un gruppo di ragazzi con la medesima visione romantica e idealista dell'arte, della poesia e della letteratura nella fronda ingenua dei giovani pittori, alternativi agli universitari dell'Ospe.
Allora, c'era un piccolo gruppo di intellettuali e di artisti che non voleva rimanere indietro rispetto ai grandi sconvolgimenti avviati dal dialogo tra la millenaria cultura europea e la sgargiante produzione estetica americana.
Nel 1962 Togo e Alvaro si trasferiscono entrambi a Milano. Nel capoluogo lombardo continuano a frequentarsi in una proficua relazione artistica e umana, testimoniata dalla bipersonale del 1982 alla Grifone Arte di Messina, e più avanti dalla mostra "Conversazioni" alla Permanente di Milano.
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Ma con "Origini" Alvaro e Togo tornano in riva allo Stretto per rinnovare un legame che non hanno mai perso, rinsaldato periodicamente dai soggiorni estivi e dai contatti personali.Alvaro è architetto meticoloso delle sue opere. L'artista progetta le forme aprendone il senso con un brio musicale giocoso, quasi mozartiano, rielabora i pattern decorativi e simbolici dell'empiria umana per proiettarli in un cosmo personale.
La ragione ordinatrice organizza queste forme a priori in un dinamismo morfologico che provoca continuamente la capacità dello spettatore di riconoscere i simboli del mondo per connetterli a nuovi livelli di senso.
Realizza le sue opere dopo averle accuratamente progettate, alla fine di un preciso processo di composizione: il suo è un lavoro intellettuale in cui la creazione è sottomessa al controllo, alla quieta consapevolezza del ragionamento e al suo tempo largo.
Togo dipinge direttamente sulla tela. La sua è una pittura in cui l'energia psichica si manifesta con una forza piena di pathos. L'esaltazione dei contrasti cromatici, il rovesciamento e la giustapposizione dei piani hanno la loro radice in un segno forte e al contempo duttilissimo.
Alvaro e Togo sono facce e anime di una stessa storia, figli di una grande cultura millenaria che è capace di accogliere gli opposti in una sintesi rinnovatrice.
Nei loro ritorni c’è il tributo alla città che li ha visti partire, ma anche l'arricchimento per una comunità che ha bisogno di maestri in grado di confermare il valore delle origini e la necessità del loro superamento.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, esclusa la domenica, fino al 3 agosto, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
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