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"L'età dell'oro" a Villa Zito: la mostra che racconta la storia del gioiello siciliano

  • Pinacoteca di Villa Zito - Palermo
  • Dal 19 dicembre 2025 al 24 maggio 2026 (lunedì chiuso)
  • Visitabile da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso alle 17.00)
  • 10 euro (intero), 8 euro (ridotto per gruppi di almeno 15 persone, maggiori di 65 anni, categorie convenzionate), gratuito (scuole e under18)
  • Biglietto acquistabile nella biglietteria di Villa Zito (in via della Libertà 52, aperta dal martedì alla domenica, dalle ore 10:00 alle ore 18.00. Ultimo ingresso alle 17.00). Il biglietto di ingresso consente l’ingresso sia a Palazzo Branciforte che alla Pinacoteca di Villa Zito. Info al numero 091 7782180 o via mail all'indirizzo info@villazito.it 
Balarm
La redazione

Da sinistra: Orafo messinese spagnoleggiante, ante 1659 e Orafo siciliano, ante 1647 - (Trapani, Museo Regionale Agostino Pepoli)

«I gioielli esposti in mostra sono il nostro regalo di Natale per tutti i visitatori. Non solo perché si tratta di vere e proprie opere d’arte ma anche perché, nella loro specificità siciliana, questi pregiati manufatti raccontano la storia del collezionismo isolano e i legami con tradizioni orafe spagnole e francesi dal XVII al XIX secolo».

Così Maria Concetta Di Natale, Presidente della Fondazione Sicilia e riconosciuta studiosa di arti decorative, con particolare attenzione all’oreficeria, presenta la nuova esposizione allestita nelle sale di Villa Zito dal titolo "L'età dell'oro. Il gioiello siciliano tra XVII e XIX secolo. Opere, collezionismo e contesti per l'oreficeria contemporanea".

Visitabile dal 19 dicembre 2024 al 24 maggio 2026, la mostra è curata da Sergio Intorre e Roberta Cruciata, promossa e organizzata dalla Fondazione Sicilia, con il Patrocinio della Regione Siciliana - Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, in collaborazione con Sicily Art and Culture s.r.l. a Socio Unico, Banca del Fucino (Main Sponsor), Civita Sicilia e Teatro Massimo.

Vengono esposti esemplari dal Seicento all’Ottocento, la maggior parte dei quali provenienti da una collezione privata siciliana, realizzati dalle maestranze degli orafi dell’Isola, tutti dallo stile inconfondibile, ma che presentano i marchi soltanto dalla seconda metà del Settecento.

Sono presenti, inoltre, a titolo di raffronto, opere da Musei siciliani come la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis e il Tesoro della Cattedrale di Palermo, il Museo Regionale “Agostino Pepoli” di Trapani, il Museo Diocesano di Monreale, l’Eparchia di Piana degli Albanesi, il Tesoro della chiesa di Santa Maria a Randazzo, il Tesoro di Santa Venera ad Acireale e altre collezioni private siciliane, come quella degli orafi Fecarotta di Palermo.

Il percorso espositivo, organizzato sulla base di criteri cronologici e tipologici con un allestimento curato dall’Arch. Barbara Rappa, mette in evidenza come l’oreficeria siciliana si leghi a quella spagnola tra XVI e XVII secolo per poi subire l’influsso, a partire dal Settecento, di quella francese, pur distinguendosi sempre per caratteristiche proprie ed originali. 

La mostra è arricchita da un’installazione multimediale che permette ai visitatori di immergersi tra le immagini dei gioielli esposti e da uno spazio dedicato ad una selezione di orafi siciliani contemporanei, che esporranno a rotazione le loro creazioni a diretto confronto con quelle del passato, con il supporto di contenuti video.

La mostra è, inoltre, corredata da un catalogo contenente testi scientifici e schede delle opere esposte.
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