"Il ritorno di Ulisse in patria": l'adattamento per marionette di Kentridge in scena al Teatro Massimo
L’Humana fragilità riconosce di essere soggetta al potere del Tempo, della Fortuna e dell’Amore: queste le premesse de "Il ritorno di Ulisse in patria" di Claudio Monteverdi, in scena nella Sala Grande del Teatro Massimo di Palermo nell'adattamento per marionette di William Kentridge.
Kentridge dirige l'opera e le animazioni video, insieme all'assistente alla regia Luc de Wit, curandone le scene insieme ad Adrian Kholer, creatore delle marionette e dei costumi (Handspring Puppet Company).
La vicenda è quella del celebre protagonista dell'opera di Omero (su libretto di Giacomo Badoaro): nel palazzo di Ulisse sull’isola di Itaca, la moglie Penelope ne attende il ritorno dalla guerra di Troia lamentandone la lunghissima assenza.
Tornato in patria Ulisse si risveglia sulla spiaggia e dopo un bagno in una fonte sacra emerge sotto le vesti di un vecchio mendicante: così potra ingannare i proci, i corteggiatori che assediano la moglie che l'ancella Melanto tenta invano di convincere a dimenticare il marito per sposare il fedele porcaro Eumeo.
Da qui la storia è nota: dapprima il riconoscimento dell'identità dell'eroe da parte del figlio Telemaco, poi il piano suggerito dalla dea Minerva per sbarazzarsi dei proci, infine la sfida del grande arco di Ulisse.
Kentridge dirige l'opera e le animazioni video, insieme all'assistente alla regia Luc de Wit, curandone le scene insieme ad Adrian Kholer, creatore delle marionette e dei costumi (Handspring Puppet Company).
La vicenda è quella del celebre protagonista dell'opera di Omero (su libretto di Giacomo Badoaro): nel palazzo di Ulisse sull’isola di Itaca, la moglie Penelope ne attende il ritorno dalla guerra di Troia lamentandone la lunghissima assenza.
Tornato in patria Ulisse si risveglia sulla spiaggia e dopo un bagno in una fonte sacra emerge sotto le vesti di un vecchio mendicante: così potra ingannare i proci, i corteggiatori che assediano la moglie che l'ancella Melanto tenta invano di convincere a dimenticare il marito per sposare il fedele porcaro Eumeo.
Da qui la storia è nota: dapprima il riconoscimento dell'identità dell'eroe da parte del figlio Telemaco, poi il piano suggerito dalla dea Minerva per sbarazzarsi dei proci, infine la sfida del grande arco di Ulisse.
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