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Inda di Siracusa: Isabella Ragonese è Crisotemi nel dialogo con le musiche dal vivo di Teho Teardo

  • Inda 2020 Per voci sole
  • Teatro Greco di Siracusa - Siracusa
  • 22 agosto 2020 (evento concluso)
  • 20.30
  • Da 25 a 45 euro
  • Info allo 800 542644
Percorsi per sole voci, fra miti antichi e musica moderna, affidati ad alcuni fra gli artisti più interessanti nel panorama contemporaneo. Tutto questo è "Inda 2020 Per voci sole", la rassegna speciale organizzata dalla Fondazione Inda.

Sabato 22 agosto, Isabella Ragonese porta in scena Crisotemi da Ghiannis Ritsos, in un dialogo con le musiche dal vivo di Teho Teardo, con al violoncello Giovanna Famulari e Laura Bisceglia. La cura registica è di Fabrizio Arcuri.

Tutti sono in guerra, tutti sentono l’odore della lotta per ottenere un primato, per strappare a un altro “qualcosa”, per poter vivere e costringere un altro a morire.

Gli interrogativi che si pone Crisòtemi, la sorella della vendicativa e sanguinaria Elettra, sono molto più vicini e reali di quanto questo testo, aereo e trasognato, non lasci intendere, in questa articolata invenzione di un personaggio minore che Ghiannis Ritsos elegge a simbolo dell’assenza. Una donna ormai anziana conserva le fattezze e le reazioni pure di una bambina, il rossore del volto, la reticenza nel trattare certi argomenti, le fughe solitarie in un mondo fantastico.

Crisòtemi  ha trascorso la sua intera esistenza rincorrendo stralci di poesia e di bellezza, sognando di poter essere vista, compresa, un giorno, da qualcuno, di poter accedere al mistero dell’eternità attraverso l’amore e la bellezza. I passaggi fra i suoi pensieri sono commoventi per la loro delicatezza, quasi inconsistenti per un mondo adulto e pratico, abituato ai gradini della logica, ed obbligano chi vi si accosta a fare un salto con le scarpe.

Questa la potente immagine che il grande poeta Ritsos ci consegna. Isabella Ragonese, complice della sua grazia e della sua innata adolescenza, regala il corpo e la voce a questa idea di assenza che è la Crisòtemi amplificata dalle atmosfere oniriche e concrete al tempo stesso, che Teho Teardo costruisce quasi si fosse immersi in un paesaggio sonoro 
in una stanza della memoria che è qui ma è anche nell’eternità.

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