"Muoviti ferma": al cineteatro Odeon di Catania la musica di Eleonora Bordonaro
Eleonora Bordonaro fa partire da Catania, in prima nazionale, il viaggio del suo nuovo lavoro discografico "Muoviti ferma", con un concerto intimo e dirompente allo stesso tempo, in programma alle 21.15 di venerdì 6 marzo al cineteatro Odeon.
La cantautrice di Peternò sale sul palco accompagnata da Puccio Castrogiovanni (marranzano, plettri, fisarmonica e percussioni); Marco Corbino (chitarra); Michele Musarra (basso); Salvo Farruggio (batteria). Al concerto partecipano anche: Agostino Tilotta, Marina Latorraca, Denis Marino, Gaspare Balsamo, Pierpaolo Latina, Jacarànda Piccola Orchestra dell’Etna e Sambazita.
Prodotto da Puccio Castrogiovanni, è un album dedicato proprio a Catania, fortemente percussivo. Senza retorica, né desiderio di compiacere. Nervoso ed elettrico nel senso di pieno di linfa, “gioiosamente arrabbiato, con i piedi radicati al suolo, gli occhi al cielo e il coltello in mano”. È un disco che non parla di donne ma fa parlare le donne. Sul coraggio, la parità di trattamento, sulla maternità.
Il titolo si riferisce ad un modo di dire tipico di Paternò, dove “muvirisi” non significa muoversi, ma restare. Un ossimoro, della lingua e del pensiero che svela l’atavico dualismo tra evolversi o resistere, tra partire e restare. Tra il desiderio di andare e la condanna all’immobilità.
La cantautrice di Peternò sale sul palco accompagnata da Puccio Castrogiovanni (marranzano, plettri, fisarmonica e percussioni); Marco Corbino (chitarra); Michele Musarra (basso); Salvo Farruggio (batteria). Al concerto partecipano anche: Agostino Tilotta, Marina Latorraca, Denis Marino, Gaspare Balsamo, Pierpaolo Latina, Jacarànda Piccola Orchestra dell’Etna e Sambazita.
Prodotto da Puccio Castrogiovanni, è un album dedicato proprio a Catania, fortemente percussivo. Senza retorica, né desiderio di compiacere. Nervoso ed elettrico nel senso di pieno di linfa, “gioiosamente arrabbiato, con i piedi radicati al suolo, gli occhi al cielo e il coltello in mano”. È un disco che non parla di donne ma fa parlare le donne. Sul coraggio, la parità di trattamento, sulla maternità.
Il titolo si riferisce ad un modo di dire tipico di Paternò, dove “muvirisi” non significa muoversi, ma restare. Un ossimoro, della lingua e del pensiero che svela l’atavico dualismo tra evolversi o resistere, tra partire e restare. Tra il desiderio di andare e la condanna all’immobilità.
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