“Strutture in Emergenza” di Massimiliano Scuderi: una cronaca contemporanea sulla migrazione

"Acquarius", opera di Massimiliano Scuderi (part.)
Plinti accatastati, navi, origami, fari, salvagenti, mari, scorci di terre e borghi sono gli elementi iconografici che danno vita alle “Strutture in Emergenza” di Massimiliano Scuderi, la mostra promossa dal Collettivo Neuma, èvisibile dalle 18 del primo settembre fino al 16 settembre al Museo Civico di Carini, sito nell’ex Chiostro dei Carmelitani in via Rosolino Pilo.
Concetto chiave dell’esposizione è la parola emergenza. E questo per due ragioni: da una parte, le configurazioni protagoniste dei quadri sono in emergenza perché si presentano come vere e proprie apparizioni che si stagliano in primo piano; dall’altra ancore di salvezza (imbarcazioni, salvagenti, città portuali, fanali), possibilità minime e indispensabili per sfuggire alla morte certa causata dai naufragi o dai blocchi in mare indetti dalla meschina chiusura dei confini.
In una crasi iconica tra l’umano, dunque, il disumano e il sovrumano, Scuderi impartisce all’osservatore una lezione efficace mediante la sola messa in forma di “strutture di resistenza creativa” contro meccanismi di potere, fanatismo e intolleranza. Una sensibilizzazione grafica che porta i segni di un linguaggio in apparenza semplice, fanciullesco e perfino ingenuo.
Oltre a quelle di Scuderi, si possono ammirare tre opere connesse allo stesso tema della migrazione: una dello scultore Giacomo Bertolino; una del pittore Marco Favata; una del fotografo Michele Di Donato, tutti componenti del Collettivo Neuma.
Concetto chiave dell’esposizione è la parola emergenza. E questo per due ragioni: da una parte, le configurazioni protagoniste dei quadri sono in emergenza perché si presentano come vere e proprie apparizioni che si stagliano in primo piano; dall’altra ancore di salvezza (imbarcazioni, salvagenti, città portuali, fanali), possibilità minime e indispensabili per sfuggire alla morte certa causata dai naufragi o dai blocchi in mare indetti dalla meschina chiusura dei confini.
In una crasi iconica tra l’umano, dunque, il disumano e il sovrumano, Scuderi impartisce all’osservatore una lezione efficace mediante la sola messa in forma di “strutture di resistenza creativa” contro meccanismi di potere, fanatismo e intolleranza. Una sensibilizzazione grafica che porta i segni di un linguaggio in apparenza semplice, fanciullesco e perfino ingenuo.
Oltre a quelle di Scuderi, si possono ammirare tre opere connesse allo stesso tema della migrazione: una dello scultore Giacomo Bertolino; una del pittore Marco Favata; una del fotografo Michele Di Donato, tutti componenti del Collettivo Neuma.
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