"Notte Europea dei Musei": apre le porte la Pinacoteca di Villa Zito
La Pinacoteca di Villa Zito apre le porte ai visitatori in occasione della "Notte Europea dei Musei", sabato 20 maggio dalle 19 alle 24. Prende il nome da uno degli ultimi proprietari della dimora, il commerciante di agrumi Francesco Zito Scalici, che acquistò l’edificio nel 1909.
La villa ha però un’origine ben più antica: il Villabianca, infatti, riporta che la “casena” fu fondata da Gaspare Scicli intorno alla prima metà del Settecento. Nella seconda metà dello stesso secolo fu acquistata da Antonio La Grua, principe di Carini.
Il distico ancora apposto sul portale d’ingresso che recita: "Hinc lites, strepitus, curae, hinc procul ite cadentes; hic reparent animos otia, rura, quies" (Restino lontane le liti, gli strepiti, gli affanni; qui diano riposo all’animo la pace, le campagne, la quiete), rispecchia il carattere "villereccio" della dimora.
I principi di Carini, infatti, la acquistarono sulla scorta di una moda sempre più diffusa tra i nobili del periodo, quella cioè di possedere un rifugio posto al di fuori delle mura cittadine ove soggiornare nei periodi più miti dell’anno.
La villa era fabbricata su due elevazioni: pianterreno e piano nobile; adiacente al corpo principale e accessibile attraverso apposite aperture era la cappella; quest’ultima era decorata con architetture dipinte realizzate nel 1762.
La fondazione Sicilia nel dicembre del 2005 ha acquistato la villa e successivamente ha affidato il restauro e la risistemazione dell’edificio all’Architetto Corrado Anselmi. Gli spazi espositivi sono dedicati alla conservazione e all’esposizione al pubblico delle collezioni pittoriche e di una selezione di opere grafiche.
La villa ha però un’origine ben più antica: il Villabianca, infatti, riporta che la “casena” fu fondata da Gaspare Scicli intorno alla prima metà del Settecento. Nella seconda metà dello stesso secolo fu acquistata da Antonio La Grua, principe di Carini.
Il distico ancora apposto sul portale d’ingresso che recita: "Hinc lites, strepitus, curae, hinc procul ite cadentes; hic reparent animos otia, rura, quies" (Restino lontane le liti, gli strepiti, gli affanni; qui diano riposo all’animo la pace, le campagne, la quiete), rispecchia il carattere "villereccio" della dimora.
I principi di Carini, infatti, la acquistarono sulla scorta di una moda sempre più diffusa tra i nobili del periodo, quella cioè di possedere un rifugio posto al di fuori delle mura cittadine ove soggiornare nei periodi più miti dell’anno.
La villa era fabbricata su due elevazioni: pianterreno e piano nobile; adiacente al corpo principale e accessibile attraverso apposite aperture era la cappella; quest’ultima era decorata con architetture dipinte realizzate nel 1762.
La fondazione Sicilia nel dicembre del 2005 ha acquistato la villa e successivamente ha affidato il restauro e la risistemazione dell’edificio all’Architetto Corrado Anselmi. Gli spazi espositivi sono dedicati alla conservazione e all’esposizione al pubblico delle collezioni pittoriche e di una selezione di opere grafiche.
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