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Arriva da lontano un Pitrè contemporaneo: Alberto, le sue storie e i quartieri di Palermo

Ben 14 anni fa lasciava la Lombardia per diventare un moderno Giuseppe Pitrè: in Sicilia alla ricerca storie da raccontare tra fiabe per bambini e antropologia

  • 21 novembre 2018

Alberto Nicolino (foto di Alessandra Rosciglione)

Come Giuseppe Pitrè ama raccogliere storie, solo che diversamente dello storico antropologo lui non è nato a Palermo bensì a Cinisello Balsamo nel profondo e grigio nord.

Alberto Nicolino ha 47 anni e da 14 si è definitivamente trasferito a Palermo, a chiunque gli chieda qual è il suo mestiere lui risponde: «Mi occupo di storie».

La sua professione in realtà è multiforme: ha cominciato dal teatro, poi le storie fino ad arrivare alle fiabe popolari, sua vera passione, e poi c'è l'interesse incessante per la scrittura che negli anni ha declinato in diversi modi.

I suoi genitori sono siciliani di Camporeale, e durante il suo viaggio in Sicilia (nel 1999) è proprio al paese dei suoi che approda, e comincia a raccogliere storie dagli anziani e a fare progetti sulla narrazione con i giovani.

Il viaggio cominciato al buio e senza ben sapere come si sarebbe evoluto, si trasforma in un vero e proprio viaggio iniziatico dove lo stesso Nicolino racconta di avere raccolto «Materiali meravigliosi - dice - dai quali è nato un progetto lungo tre anni dal titolo "Cunti e tradizioni orali a Camporeale", da quel progetto sono rimasto a vivere in Sicilia».
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Nei 14 anni passati sull'Isola di materiale ne ha raccolto tanto, ha realizzato diversi progetti, documentari, e anche un libro.

Dopo l'esperienza a Camporeale è passato a raccogliere le storie degli ex minatori delle zolfare, ha raccontato i centri commerciali della provincia di Milano, ha raccolto nei territori testimonianze che ha trasformato in fiabe, e poi ha raccolto le storie degli ex lavoratori (e anche attuali) dei cantieri navali di Palermo e anche dei pescatori di Mazara del Vallo, ha lavorato per la Radio Svizzera italiana e in passato ha anche tenuto dei corsi di public speaking per aziende e università.

Il suo primo libro edito da Glifo Edizioni (uscito da meno di un anno) "Le avventure di Peppe senza suola" con le illustrazioni dell'artista Igor Scalisi Palminteri, racconta la storia di un bambino di Ballarò estremamente povero che vive diverse avventure nel suo quartiere. La storia è frutto della trasformazione di testimonianze raccolte nell’ambito del progetto “Ballarò Tale”, finanziato dal comune di Palermo.

«Non ho mai voglia di tornare a Cinisello Balsamo - dice a chi gli chiede se ha mai voglia di ritornare al paese in cui è nato - però a volte ho voglia di lasciare la Sicilia. Ho un rapporto contraddittorio con l'isola, non mi sento milanese ma neanche siciliano. Non ho un senso di appartenenza, quando sono partito alla volta della Sicilia speravo di recuperarlo, invece abbastanza presto ho capito che questo non si recupera, è un modo mio di stare al mondo».

E aggiunge: «Questa particolare condizione da un lato è una sofferenza, una posizione scomoda, perché appartenere vuol dire sentirsi in qualche modo protetto, però per chi narra è un vantaggio, si riesce a vedere meglio, è una condizione ideale per comprendere quelladi non aderire completamente a ciò che si racconta. Non si può narrare bene se non si ha una distanza. Una posizione scomoda che però è propizia per mantenere sempre lo sguado vivo».

I sogni di Alberto sono tanti e presto ci saranno nuovi progetti in altri quartieri, da realizzare nuovamente assieme a Igor Palminteri, con il quale negli ultmi anni si è creata una intesa molto forte. Nuove ma antiche storie di abitanti storici, ma anche di migranti stranieri da raccogliere e raccontare.

«Mi piacerebbe scrivere un libro di fiabe che raccolga tutte quelle che preferisco e poi vorrei anche attraversare il Capo e la Vucciria per scovare storie anche lì» conclude il narratore.
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