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Con il barone a Villa Boscogrande: un tour nella dimora di Palermo set del Gattopardo

La storia di questa splendida villa passa attraverso quella delle nobili famiglie cui è appartenuta. Ce la racconta uno dei proprietari, tra storia, aneddoti e curiosità

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 27 aprile 2023

Villa Boscogrande a Palermo

È una fredda e uggiosa mattina, l’appuntamento è fissato per le 11, davanti a Villa Boscogrande, dove passeggerò con uno dei proprietari, di questa principesca dimora: Gaetano Tornabene dei Baroni di Caponero.

Salgo sulla sua vettura, e percorriamo il viale d’ingresso, per poi girare a sinistra e parcheggiare in un lato nascosto tra una palma e un pozzo: "qui parcheggiava Alain Delon, quando arrivava la mattina, aveva una macchina bassa sportiva, molto bella" esordisce il Barone.

Percorriamo il meraviglioso parco mediterraneo. Il nobile ha alcune carte, mi fa vedere lo stemma nobiliare e la storia della famiglia: tra i suoi avi un papa e un condottiero che si troverà sulle mura di Gerusalemme, per riconquistare il Santo Sepolcro. Racconta con voce pacata signorile, con un’elegante cadenza siciliana.

Un tempo luogo di villeggiatura, la villa si trova sulla Piana dei Colli circondata da tre monti. Era un baglio alla fine 600 di Giovanni Maria Sammartino di Ramondetto, nominato da re Filippo V primo Duca di Montalbo, da cui la residenza prese inizialmente il nome. In seguito con il matrimonio di Felicia di Montalbo con un membro famiglia dei Baroni Chianello “Boscogrande", la villa finirà per assumere questo nome.
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Tra alberi genealogici, e alberi della villa arriviamo davanti alla superba doppia scalinata, con balconata superiore. Davanti all’ingresso un tavolo rotondo in pietra retto da due sinuosi delfini avvinghiati, un pavimento mattonato e poco più indietro un arco.

Entriamo nell’ampia sala che funge da reception della Villa, oggi luogo di eventi, meeting e matrimoni. Ci sediamo sui divani, Gaetano Tornabene mi fa notare la grandezza della sala raccontando che prima degli anni '90 era stata adibita a Sala da ballo dalla Ditta Dagnino.

Qui si riuniva a ballare la ricca gioventù palermitana. Attraverso una scala interna, arriviamo al piano superiore, dove lo stupore prende il posto a ogni possibile domanda. Nel salone principale, come nelle altre sale, vi sono affreschi e decorazioni con un pavimento d’argilla smaltato con disegni geometrici.

Nella sala centrale vi sono dei palchetti superiori, mi racconta che lì si ponevano una volta gli orchestrali duranti i balli, lui ricorda che li utilizzava da piccolo, entrando da una porticina, per osservare di nascosto i genitori durante le loro serate, con il permesso e complicità della "Nanny".

Da questo salone centrale si aprono su due lati altre stanze; mi fa notare il Barone che non ci sono porte, sono uno di seguito all’altro, questo fu deciso dal nonno studioso, visionario e filosofo, che per meglio riflettere, aveva bisogno di camminare tra questi vani senza incontrare ostacoli.

Provo a immaginare quest’aristocratico che cammina di salone in salone seguendo il flusso dei suoi pensieri. Con lui ne percorro alcuni, uno di questi mi dice che era la "Sala delle zie Duchesse", le zie "signorine" qui ricevevano amici e ospiti.

Torniamo indietro e ci avviciniamo alla vetrata che dà su una terrazza con il pavimento maiolicato. La pavimentazione fu prima ordinata a Santo Stefano di Camastra e poi a Caltagirone.

Guardando fuori in questa grigia mattina, poco palermitana, mi torna in mente Alain Delon seguito da Bendicò, e soprattutto quel magnifico scatto con l’attore che si riposa sul pavimento con la testa poggiata sull’animale. Inevitabile parlare del Gattopardo e delle riprese girate qui. L’architetto è molto netto "la villa non fu rifatta, come dicono, furono eseguiti lavori conservativi, guardi gli affreschi, noterà che alcuni sono posticci".

Effettivamente guardando bene alcune figurine si notano con un certo spessore, furono volute da Visconti. Terminate le riprese rimasero e ora sono parte della storia della villa.

Il barone mi dice che Visconti era una persona riservata, preparata, ombrosa ma capace di grandi emozioni. Lo ricorda girare tra i saloni, e di come tutti ebbero la sensazione che si rispecchiasse "come in una seconda pelle" nel Principe Fabrizio.

Luchino Visconti di Modrone, conte di Lonate Pozzolo, era un nobile, molti dei suoi film hanno come tema la fuggevole bellezza e la decadenza della nobiltà. Racconta di una sua singolare richiesta: poter assistere al Festival di Sanremo che si svolgeva durante quei giorni. Fu allestito un televisore nel salone principale, e con tutta l’aristocratica e un po' stupita famiglia condivise la visione.

Gaetano Tornabene ricorda che Visconti guardò con grande attenzione e in silenzio. Parla poi di Burt Lancaster intento a studiare e osservare i nobili della villa, provava movenze, espressioni, atteggiamenti.

Torniamo a parlare della famiglia, mentre visito le stanze private della villa. Il padre di Tornabene aderì al movimento separatista, ricorda le accese discussioni in villa con amici e personaggi famosi del gruppo indipendentista, delle scelte a volte difficili e della partecipazione del padre a un famoso scontro, e di come queste sue convinzioni gli procurarono non pochi fastidi risolti grazie alla difesa di un grande giurista.

Il Barone riporta le parole più volte ascoltate“ la Sicilia è sempre stata uno Stato Indipendente, con il Regno d’Italia, diventò colonia".

Ma non si parlava solo di politica in villa, si condividevano l’amore per lo sport e l’automobilismo; ricorda le discussioni sulla Targa Florio, e il dolore del padre per la morte di un grande amico e corridore. Ho una domanda…il Barone mi anticipa. "La villa non è stata persa, non è stata barattata per pagare debiti di gioco o altro.

Abbiamo preferito affittarla per assicurare quei lavori di manutenzione necessari”. La visita in villa si chiude poco dopo. In macchina di amici ripenso a immagini e parole, tutto diventa come una lunga sequenza di un film, mi chiedono di raccontare, rispondo: "più tardi ho ancora voglia di sognare".

La villa è visitabile previo appuntamento mandando una mail all'indirizzo info@villaboscogrande.it.
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