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È di Palermo ma a Ballarò è la "straniera": così Sabrina ha scelto di aiutare il quartiere

Da cinque anni lavora all'Albergheria, dove è conosciuta come "la straniera": vi raccontiamo l'impegno di Sabrina per i bambini e le famiglie povere del quartiere

Anna Brisciano
Laureanda in comunicazione
  • 19 ottobre 2023

Sabrina Ciaramitaro

«Se anche un solo bambino riuscisse a migliorarsi avremmo già vinto». Impegno, fiducia, grinta e passione: questi sono i quattro ingredienti che compongono la personalità di Sabrina Ciaramitaro, presidente di ViviBallarò, associazione di volontariato molto attiva nel quartiere da cui prende il nome.

Da cinque anni presente nel territorio dell’Albergheria, la giovane donna ha deciso di concretizzare il suo attivismo attraverso il progetto di una nuova associazione nata con lo scopo di aiutare concretamente i giovani residenti.

Da sempre attiva nel settore della formazione, Sabrina approda all’interno dell’Albergheria cinque anni fa grazie ad un lavoro di volontariato in un patronato.

Da subito fa i conti con quella che è la dura realtà del territorio: «Sono arrivata in questo quartiere che non conoscevo nessuno, mi chiamavano “la straniera”. Si stranivano del fatto che io venissi da un quartiere benestante della città però non si aspettavano la mia reazione».
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«È un quartiere difficile - confessa - Si tratta di famiglie che non riescono a seguire i propri figli. I bambini vanno a scuola giusto per impegnare le mattinate, dopodiché nel pomeriggio le mamme non riescono a seguirli. Sono famiglie composte da tre o quattro figli, quasi tutti hanno problemi di linguaggio o ritardi».

In questi cinque anni Sabrina si è resa conto di cosa avesse bisogno la gente, dei contesti critici all’interno del quale vivono le persone del quartiere.

Dunque, qualche mese fa ha voluto concretizzare questo suo impegno sociale attraverso la fondazione di "ViviBallarò", un’associazione nata da una sua idea, alla quale col tempo hanno aderito anche le persone che lavorano con lei all’interno del CAF.

«Fortunatamente ho un rapporto confidenziale con i residenti. Mi vedono come un punto di riferimento, si fidano. Dunque, vorrei aiutarli, subentrando anche attraverso la collaborazione con altre associazioni e volontari» spiega l’attivista.

Infatti, Il primo passaggio è stato prendere accordi con l’Ersu di Palermo per l’utilizzo dei locali.

L’associazione si impegnerà nell’attivare un servizio di doposcuola completamente gratuito. Sabrina e i suoi colleghi si rivolgeranno alle scuole per promuoverlo.

Un ulteriore passaggio sarà quello di prendere degli accordi con dei medici che, oltre a visitare i residenti, potranno consigliare ai membri della stessa fondazione con che approccio intervenire. Il desiderio è quello di creare una rete di persone che lottano per lo stesso scopo.

La notizia ha raccolto consensi all’interno dell’Albergheria. Infatti, c’è stata molta collaborazione con diverse persone che lavorano attivamente nel quartiere. ViviBallarò ha ricevuto un grosso aiuto sia da parte della chiesa che delle associazioni esterne. Un esempio è l’Istituto Comprensivo Statale G.E. Nuccio, che sosterrà l’associazione comunicando i cognomi dei bambini in grave difficoltà.

«Se anche un solo bambino riuscisse a migliorare la propria situazione, sanitaria o scolastica, noi avremmo già vinto. Che poi è già successo di aiutare dei ragazzi in passato - confessa la fondatrice di ViviBallarò - In una scuola in zona abbiamo portato avanti un corso di formazione triennale. Abbiamo fatto sì che un gruppo di adolescenti, che volevano fermarsi alla terza media, prendesse un attestato al terzo anno. Da sempre diamo il nostro contributo, ora attraverso la fondazione ViviBallarò abbiamo ufficializzato il nostro impegno».

Per quanto concerne l’inaugurazione si aspetta ancora la conferma ufficiale: «L’inaugurazione vorremmo farla per la festa dei morti, donando dei regali ai bambini, faremo una festa e cominceremo con questo» conclude Sabrina.
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