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Finestre panoramiche da non perdere in Sicilia: qui ci trovi la "Torre del Tradimento"

Vi portiamo in una splendida realtà, a metà strada tra Castelvetrano e Agrigento, che è riuscita a ritagliarsi uno spazio nonostante il profondo cambiamento

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 17 dicembre 2023

Riserva Capo San Marco

C’era una volta una tratta ferroviaria che collegava la città di Castelvetrano con la provincia di Agrigento (Porto Empedocle).

Alla settima fermata - dopo 42 km circa - si raggiungeva la località di Capo San Marco. La stazione fu inaugurata nel 1914 e cessò la sua attività (di esportazione prodotti agricoli) nel 1986. I nostalgici ricorderanno i fasti d’un tempo quando, alla bellezza del luogo, si univa l’efficienza dei trasporti.

Oggi, di Capo San Marco vengono evidenziati i tratti ambientali, paesaggistici e storici volti alla scoperta di un "posticino" interessante.

A circa 9-10 km da Sciacca, è possibile iniziare un cammino che porta dritti alla riserva e, a sua volta, alla spiaggia omonima. La vita frenetica saccense è un lontano ricordo (tranne nel periodo estivo) anzi, passo dopo passo assume una posizione di “distacco” dal resto del territorio.

La riserva è un'area protetta dove si alternano calette, scogliere, spiagge e natura. Infatti, prima di raggiungere Capo San Marco è possibile incontrare e scontrarsi con un tratto ricco di vegetazione.
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L’ambiente tropicale gioca un brutto scherzo "allontanando" i visitatori dal contesto siciliano. Dura attimi, pochi, quando improvvisamente il luogo cambia pelle grazie alle palme nane, i fichi d’India, i ginepri e lentischi che rimettono in carreggiata gli animi smarriti.

Il polmone verde accompagna i visitatori alla scoperta delle caratteristiche genuine del luogo. I punti strategici rappresentano le finestre panoramiche da non perdere. Si osservano i punti cruciali a partire dall’isola di Pantelleria nelle giornate caratterizzate dalla buona visibilità.

Colpisce la conformazione del litorale. Esso è caratterizzato da un'ampia spianata in dolce declivio costituita da un mantello di sedimenti costieri o subcostieri prevalentemente calcarenitici. Questi ultimi giacciono in trasgressione sul substrato profondo pliocenico e pre-pliocenico.

Le manifestazioni ambientali - unite alle formazioni esistenti - hanno creato un prolungamento e dato origine alla "Secca di San Marco".

Il promontorio degrada dolcemente verso levante e gli scogli, anch’essi protagonisti, insieme al bassofondo (lagunare) formano le "recif-barriere" affioranti di Posidonia oceanica. Grazie alle secche costiere, diverse specie di animali e piante hanno trovato terreno fertile dove stabilirsi.

Gorgonie, spugne e ricci sono i benvenuti senza dimenticare i molluschi (polpo) e il gasteropode astrea caratterizzato dalla presenza di un opercolo (cavità a guisa di coperchio) calcareo detto “occhio di Santa Lucia”.

Inoltre Capo San Marco è il paradiso del più grande bivalve del Mediterraneo, la Pinna nobilis.

È una specie protetta in via d’estinzione a causa della riduzione degli habitat e della pesca. Sono presenti (anche) delle specie ittiche come le orate, i cavallucci marini (rari), la corvina, i saraghi e la cernia bruna.

Dal promontorio l’itinerario si sposta verso i contenuti storici. Il luogo si abbellisce della Torre del Tradimento. La struttura è incastonata fra una casetta di antica fattura con pergola esterna e un'altra recente che ha orribili infissi metallici.

Nell'edificio adiacente - a pochi metri - verso il mare, si riconosce la base di una postazione di artiglieria. Gli studi hanno dedotto l’importanza storica (passata) per il controllo, gli avvistamenti e le segnalazioni. Presumibilmente è una costruzione del Quattrocento (?).

La forma cilindrica attesta la sua erezione prima di quelle camilliane perché descritta sia dallo Spannocchi che dal Camilliani. Tra i fatti da menzionare e ricordare quello accaduto nel 1588 quando la guardia preposta respinse eroicamente un assalto di pirati turchi.

A poche decine di metri si trova il faro (n. 3006 E.F.). E’ una torre bianca su casotto alta 11 metri a ottica fissa. Si basa su riferimento aeromarittimo. Ogni angolo della Sicilia è storia. Si avverte l’importanza del binomio passato/presente.

Capo San Marco è una splendida realtà (una testimonianza forte è la presenza delle tartarughe caretta caretta) che è riuscita a ritagliarsi uno spazio nonostante il profondo cambiamento.
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