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Il crack, le gang e la mala movida: chi vive in centro a Palermo adesso chiede più sicurezza

Tra furti, aggressioni e movida selvaggia, per commercianti e residenti "il centro storico è terra di nessuno". Lunedì 12 giugno un corteo per chiedere "più controlli"

Anna Sampino
Giornalista
  • 9 giugno 2023

Via Maqueda a Palermo

Furti, aggressioni, raid vandalici, spaccio e consumo di droghe a tutte le ore del giorno. Il centro storico di Palermo negli ultimi mesi è diventata "terra di nessuno", una specie di "far west", come lo definiscono residenti e commercianti che tutti i giorni devono fare i conti con episodi di microcriminalità e movida selvaggia.

Un tema, quello della sicurezza e della vivibilità della parte più antica (e bella) della città, che soprattutto in questi ultimi giorni è tornato sotto i riflettori dopo i casi del quindicenne pestato tra le vie Maqueda e Discesa dei Giovenchi e del poliziotto aggredito al Borgo Vecchio da una quarantina di persone per avere bloccato un ladro.

Si tratta di due tra i tanti casi di violenza che purtroppo chi abita e lavora nel centro storico vive e denuncia da tempo. A testimoniarlo anche la recente indagine della polizia che ha sgominato una baby gang responsabile di aggressioni e violenze in via Candelai, come quella avvenuta ai danni di un ragazzo lo scorso 4 dicembre.
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«Negli ultimi mesi registriamo un'evidente escalation di micro criminalità che ha fatto del centro storico un far west. Il super affollamento del weekend, unito alla scarsità di controlli, crea le condizioni ideali per delinquere o trasgredire qualsiasi regola del vivere civile» denuncia con toni stanchi Vito Minacapelli, titolare dell'omonima ottica e presidente dell'associazione Maqueda Futura che riunisce commercianti e residenti della zona.

Nell'ultimo anno il suo negozio ha subito ben due furti con spaccata, i più eclatanti. Ma i "furtarelli" (chiamiamoli così) o i tentati sono all'ordine del giorno. «Non c'è commerciante che non sia stato vittima di furti con destrezza. C'è chi approfitta della distrazione o della confusione e cerca di rubarti qualsiasi cosa. La sera soprattutto via Maqueda diventa terra di nessuno».

Da via Maqueda a piazza Giulio Cesare, dai vicoli della Vucciria al Cassaro, i racconti della gente sono praticamente identici. «È dura vivere e lavorare qui - racconta Giovanna Analdi, titolare di un bar-tabaccheria in corso Vittorio Emanuele e residente della zona, oltre a essere presidente dell'associazione Cassaro Alto.

Anche rientrare a casa è diventato rischioso - prosegue -. Tra scippi, baby gang e giovani sotto effetto di droghe che ci fermano e ci chiedono continuamente soldi o che entrano nei negozi a rubare. Ho persino dovuto togliere alcuni prodotti di valore dalle vetrine del mio bar perchè finivano per attirare più ladri che clienti. Non ce la facciamo più. È diventato impossibile vivere qui».

«Se non si interviene subito, il rischio è che la cronaca prima o poi finirà per raccontarci episodi ancora più gravi. Serve un presidio fisso e controlli continui da parte delle forze dell'ordine» le fa eco Vito Minacapelli.

Commercianti e residenti, insieme a comitati, associazioni e sindacati, lunedì 12 giugno scenderanno in piazza in un corteo che partirà da piazza Giulio Cesare fino alla prefettura, sfilando lungo via Maqueda, piazza Verdi e via Cavour. Lo slogan è "Più sicurezza in centro storico".

«Tutti i giorni incontriamo abitanti ed esercenti facendoci carico dei loro problemi per portarli all'attenzione delle istituzioni proposte - racconta Antonio Nicolao, vicepresidente della prima circoscrizione e tra i promotori della manifestazione -. Una volta sono i residenti di via Divisi che lamentano continui furti e scippi; un'altra volta sono quelli di via Trieste che denunciano casi di prostituzione e aggressioni in zona piazza Giulio Cesare o i residenti della Vucciria alle prese con la movida selvaggia che non rispetta le regole».

Eppure nonostante gli sforzi non riusciamo ad avere risposte concrete e soluzioni al problema. Così abbiamo deciso di portare in piazza le nostre ragioni e chiedere un incontro direttamente al prefetto».

«Chiediamo la partecipazione di tutti i cittadini, non solo di chi vive il centro storico - fa appello Nicolao -. Anche perchè alcuni problemi si ripresentano allo stesso modo anche in altre zone. Il tema della sicurezza riguarda indistintamente tutti».

Non solo più controlli. C'è anche chi chiede progetti integrati «che diano alternative concrete alle azioni violente, soprattutto per i giovani - spiega Massimo Castiglia del comitato Sos Ballarò - come il recupero e riqualificazione degli spazi pubblici, tipo impianti sportivi e piazze, per trasformarli in luoghi d'incontro. Ancora, progetti educativi con educatori e operatori di strada. Si tratta di percorsi integrati di cui i controlli sono solo una delle azioni».

Il Comune di Palermo assicura che sta mettendo in campo «diverse azioni per rispondere al problema della sicurezza e della vivibilità del centro storico» spiega l'assessore comunale Maurizio Carta.

Primo intervento riguarda l'aumento delle ore di lavoro della polizia municipale: «Si passerà a 35 ore settimanali - dice - così da garantire più turni e più pattuglie. Da alcuni giorni abbiamo intensificato la presenza di vigili in bicicletta tra vicoli e aree pedonali.

Cambieremo anche il modello organizzativo di lavoro - aggiunge, concentrando il maggior numero di pattuglie nel week end e nelle zone più a rischio».

Sempre nell'ambito dei controlli, l'assessore fa sapere che a partire dai prossimi giorni inizierà una serie di controlli a tappeto, in collaborazione con forze dell'ordine, questura e prefettura, nei principali luoghi della movida.

«Prevediamo inoltre di inasprire le sanzioni verso quei locali ed esercizi commerciali che non rispettano le regole, così come occorre un piano di contrasto agli abusivi, per il quale è necessario l'intervento delle forze di polizia».

In arrivo anche nuove telecamere di videosorveglianza. «Alle 600 attuali sparse per la città se ne aggiungeranno altre 600 e nell'installazione daremo di certo priorità alle zone più frequentate del centro storico».

«Parallelamente - conclude Carta - stiamo lavorando con le associazioni di categoria e comitati per progetti di recupero e cura degli spazi. Un altro modo per rendere più vivibile la nostra città».
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