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Il cuoco palermitano Roberto Gentile vola in Francia: per lui la cucina "stellata" di Michel Bras

Ha appena compiuto 24 anni e adesso fa parte della brigata di cucina di uno dei ristoranti francesi classificati più volte tra i 10 migliori del mondo

  • 9 aprile 2022

È volato in Francia, precisamente a Laguiole, piccolissimo paesino in Occitania, per far parte della brigata di cucina del ristorante Le Suquet dello Chef 3 stelle Michelin Michel Bras, uno dei grandi maestri della cucina francese.

Roberto Gentile, 24 anni appena compiuti, resterà (al momento) fino a novembre quando il ristorante chiuderà per l'arrivo della neve. «Per me è un grande successo personale e un onore trovarmi qui - racconta Roberto - e trovarmi qui insieme a tanti altri cuochi, siamo circa venti, tutti tra i 24 e i 27 anni. E voglio ringraziare di cuore chi mi ha sostenuto e supportato negli ultimi anni di lavoro».

Fino a un mese fa era in Spagna dove ha lavorato al ristorante Celler de Can Roca di Girona e subito prima era stato a Bagheria al famoso ristorante Ai Pupi. «Avevo mandato una e-mail più di un anno f - dice il cuoco -, funziona così per chi come me è giovane e spera di fare esperienza lavorando in realtà grandi e prestigiose come questa. Mi hanno risposto lo scorso novembre per iniziare quest'anno ad aprile. Questo è il terzo Michelin in cui mi trovo; qui ho un contratto, in altri facevo lo stage che, lavorativamente parlando, non cambia nulla, fai sempre parte di una cucina importante e vedi come funziona, e poi ho avuto la fortuna di lavorare sempre in ristoranti stellati, sia all'estero che in Italia».
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Roberto è nato a Palermo e all'età di quattro anni si è trasferito con tutta la famiglia a Roma, «ma la Sicilia era nel cuore - dice - soprattutto dal punto di vista gatronomico, e a tutti gli effetti posso dire che è la cucina che conosco meglio, sia perchè la studiavo sia perchè ho lavorato in Sicilia, ma non solo, anche a Roma ho lavorato in un ristorante in cui si faceva soprattutto cucina palermitana».

Se gli chiedi da dove nasca questa sua passione per la cucina Roberto non lo sa, o meglio non lo lega a un ricordo in particolare, non c'erano cuochi in famiglia e la sua quindi non è una tradizione familiare ma sa che l'ha sempre avuta dentro, «ci sono video miei di quando aveva 11 anni, in cui cucinavo. È un amore che mi ha sempre accompagnato, ho iniziato da autodidatta, durante gli anni del liceo, io ho frequentato il Linguistico, passavo spesso le vacanze facendo stage nei ristoranti italiani, ma è stato dopo il diploma che è iniziato davvero il mio percorso, che ancora continua».

E, come dicevamo, i sapori siciliani lo hanno sempre accompagnato, «in famiglia si cucinavano le pietanze tipiche della nostra terra, ricette palermitane come la pasta c'anciova, piatto con cui sono cresciuto». È partito da queste piccole ricette clessiche per poi arrivare a vedere il mondo.

«Dove sono adesso 8e l'unico italiano della brigata, ndr) hanno anche un orto, la cucina è molto vegetariana, sono soprattutto piatti a base di verdure, loro sono maestri nella lavorazione delle verdure, le sanno valorizzare appieno. Il mio ruolo è quello di "chef de partie" proprio del reparto delle verdure; una bella avventura per me, proprio perché è molto ricercato come cibo e poi perché è una cucina nuova per me. Credo che tutti i cuochi dovrebbero passare dalla Francia».

Dopo questa esperienza non sa ancora cosa farà, adesso si gode il momento prendendo tutto quello che può e pensando di dare altrettanto, ma una cosa la sa per certo «Mi piacerebbe col tempo pensare a qualcosa di mio, che poi è il sogno di qualunque chef e io al momento sono un aspirante chef. Ma so che sceglierei sicuramente la Sicilia, un bel posto di mare».
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