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Il mare nasconde un patrimonio sommerso: nasce a Palermo un centro per recuperarlo

«Era un desiderio e un impegno di Sebastiano Tusa creare un centro innovativo che si occupasse in maniera scientifica di valorizzare il grande patrimonio marino sommerso»

  • 6 marzo 2020

Foto Facebook (Kirill Egorov) - Soprintendenza del Mare

Uno dei (tanti) grandi sogni di Sebastiano Tusa per la Sicilia inizia a prendere forma: creare un centro di innovazione nel campo della tutela, del recupero e della salvaguardia del patrimonio marino sommerso.

Nasce in Sicilia infatti un centro di eccellenza per i beni culturali marini: lo ha deciso il governo regionale siciliano fissandone la sede a Palermo, nei locali del complesso Roosevelt, all’Addaura, di proprietà regionale, che diventerà la terza sede in città degli uffici della Soprintendenza del Mare.

L’obiettivo è quello di fare del nuovo centro un punto di riferimento internazionale per la ricerca archeologica subacquea, che consentirà alla Sicilia di diventare un polo di ricerca subacquea all’avanguardia.

«Era un desiderio e un impegno di Sebastiano creare un centro innovativo che si occupasse in maniera scientifica e accurata della valorizzazione del grande patrimonio marino sommerso - dice Valeria Patrizia Li Vigni, moglie di Sebastiano Tusa - partendo dalle attività di recupero, conservazione e studio di questi materiali, per poi passare al restauro e alla loro musearizzazione.
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L’ottica è quella di monitorare costantemente i relitti sommersi e i materiali di varia natura, conoscere la composizione dei reperti recuperati e il loro valore storico e artistico, al fine di intervenire in maniera immediata per il loro restauro e la loro corretta conservazione, così come è avvenuto ad esempio a Gela con il recupero del carico di oricalco, una lega di bronzo antesignana unica al mondo risalente al 5 secolo ante Cristo».

Ad oggi, sono stati aggiudicati i lavori di adattamento della sede, che verranno realizzati in dodici mesi, prevedendosi che a giugno del prossimo anno la struttura sarà operativa con una dotazione tecnologica di prim’ordine e sono previsti interventi per oltre due milioni di euro per dotarlo di attrezzature e locali idonei alla documentazione dei beni culturali subacquei, al loro studio, al restauro e alla ricerca in alto fondale.

«Ci auguriamo di instaurare anche la collaborazione con le università, perché fondamentale è la diagnostica di questi materiali e la informatizzazione di tutti i dati raccolti dal mare», aggiunge Li Vigni.

La struttura che sarà anche un punto di riferimento per gli studiosi, le università, gli istituti di ricerca, si doterà infatti di un nuovo sistema informativo territoriale per la gestione e lo studio dei beni sommersi ed è previsto anche lo sviluppo delle ricerche subacquee in alto fondale con l’acquisto di strumentazioni tecnologiche per le indagini profonde.

Il centro, dunque, con sede a Mondello nel complesso del Roosvelt, zona Addaura, completerà la triade degli uffici della Soprintendenza del Mare, di cui la sede principale è unicata presso il Palazzetto Mirto mentre un'altra è all’Arsenale di Palermo, sede in cui la stessa dottoressa Li Vigni ha annunciato che presto sarà realizzato un altro progetto legato al mare, l’apertura del primo museo della navigazione e del mare.

«L’aggiudicazione dei lavori – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci - accresce le risorse per investimenti che immettiamo nel circuito economico e occupazionale della nostra Isola. È un'altra spinta alla Sicilia produttiva che ha bisogno di una forte iniziativa privata e di un sostegno da parte dell’amministrazione pubblica. Il nostro impegno va in questa direzione».
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