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Il suo amante aiutò Ferdinando IV a fuggire a Palermo: la (folle) vita di Lady Hamilton

Vi raccontiamo la mirabolante ascesa sociale di Emma, mantenuta di lusso, chiacchierata amica della regina Carolina e grande amore dell’ammiraglio Nelson

Maria Oliveri
Storica, saggista e operatrice culturale
  • 16 giugno 2022

Lady Emma Hamilton in un ritratto di George Romney

Se esiste qualcuno che ha sperimentato su di sé l’alternarsi di miseria e ricchezza, la precarietà dell’esistenza e la fugacità della fama e del successo, quella è stata proprio Lady Hamilton, figura poliedrica e complessa.

Il suo vero nome era Amy Lyon ed era nata nel 1765 in un piccolo villaggio dell’Cheshire, in Inghilterra. Era molto piccola quando aveva perso il padre, un fabbro, ed era stata cresciuta dalla madre, in condizioni di estrema povertà. Dovendo provvedere a se stessa fin dall’infanzia, si era trasferita a Londra, all’età di 12 anni, per fare la domestica.

Amy era però una ragazzina ambiziosa e molto sveglia, era maturata in fretta e aveva capito che, come avrebbe scritto diversi decenni dopo Nell Kimball, maitrasse americana, nel suo libro di memorie: «Ogni donna è seduta sulla sua fortuna e non lo sa». Aveva dunque cambiato “mestiere” e nel giro di poco tempo era diventata una delle ragazze più richieste nel postribolo di una tale Madame Kelly, ad Arlington Street.
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Sir Harry Featherstonhaugh, affascinato dalle sue grazie, l’aveva condotta nella sua tenuta del Sussex per farne la sua amante e per “intrattenere” i suoi amici; ma non aveva esitato ad abbandonarla al suo destino, quando lei a soli 15 anni era rimasta incinta.

Amy non si era disperata più di tanto, la sua solita intraprendenza le era venuta in aiuto: aveva scritto un’implorante lettera ad uno degli amici di Fetherstonhaugh, il colto e raffinato figlio minore del Conte di Warwick, Charles Greville che aveva accettato di provvedere a lei (la bimba che Amy partorì fu data forse in adozione o venne allevata dalla nonna nel Galles).

Amy cambiò il suo nome in Emma Hart per tagliare i ponti col passato e grazie a Greville cominciò a ricevere un'istruzione adeguata e a frequentare l'alta società londinese del tempo.

È sempre grazie a Greville che conobbe il grande ritrattista, George Romney che ne fece la sua musa, dipingendola in circa un centinaio di pose come dea greca o della mitologia celtica. Nel 1786 Greville decise di prender moglie e di sposare Henrietta Middeton, una fanciulla ricca, per rimpolpare le sue sofferenti finanze.

Per non avere complicazioni mandò Emma a Napoli perché diventasse l'amante di suo zio: sir William Hamilton, ambasciatore inglese nella capitale del Regno partenopeo, da poco vedovo. Egli sperava così di riuscire ad un tempo a liberarsi dell’amante e di evitare che suo zio, di cui voleva diventare erede, si risposasse.

Sir William aveva incontrato Emma a Londra qualche tempo prima e certamente l’idea del nipote di non gli dispiaceva. Nessuno chiese il parere di Emma; ma lei, a soli diciotto anni, era già un’esperta nell’arte della sopravvivenza e cercò trarre il meglio dalla sua nuova situazione, gettandosi avidamente su ogni opportunità. Qualche anno dopo, con grande sorpresa di Greville riuscì infatti a farsi sposare da Sir William nel 1791 nella chiesa di Saint George, a Londra, diventando la nuova Lady Hamilton.

Emma aveva ventisei anni, lui sessanta: la ragazza del postribolo di Madame Kelly di strada ne aveva tanta davvero tanta. Nella casa del raffinato marito, erudito collezionista ed antiquario, Emma con la sua grazia, la sua intelligenza e il suo carisma conquistò la bella società partenopea.

In questo periodo intratteneva i suoi ospiti con quelle che lei chiamava attitudes, cioè delle esibizioni che erano un misto di prosa, danza e recitazione, e che ebbero enorme success, affascinando aristocratici, artisti, scrittori (tra cui Johann Wolfgang von Goethe) lanciando nuove tendenze nella danza in tutta Europa, nonché la moda di un abbigliamento drappeggiato in stile greco: Emma usando alcuni scialli, posava evocando personaggi femminili dell'antichità come Circe, Medea o Cleopatra.
Le sue attitudes divennero così famose da venire rappresentate su preziosi servizi di finissima porcellana.

Lady Hamilton divenne anche intima amica di Maria Carolina d'Austria, moglie di re Ferdinando IV di Borbone: era l'unica che non era tenuta a rispettare i tre inchini abitualmente previsti alla presenza dei monarchi ed all'uscita a ritirarsi facendo i passi indietro sino alla porta.

L’amicizia con la regina non fu esente da malizie e pettegolezzi delle malelingue a corte. Quando non potevano incontrarsi, tra Emma e Maria Carolina vi era un fittissimo scambio di lettere, tanto in francese come in italiano. La sovrana ricopriva l’amica di regali, di lodi, di dichiarazioni di affetto ma il carteggio non rivela alcun indizio che faccia pensare ad una relazione omosessuale tra le due.

In qualità di moglie dell'ambasciatore britannico, Emma diede il benvenuto a Horatio Nelson, il celebre ammiraglio britannico, nel corso di una missione a Napoli, nel settembre del 1793. Emma usò inoltre la sua influenza sulla regina per ottenere che il re concedesse i rinforzi a Nelson. Nel dicembre del 1798, con lo scoppio dei moti rivoluzionari che portarono alla fondazione della Repubblica Partenopea, re Ferdinando fu costretto a rifugiarsi a Palermo.

La fuga gli fu resa possibile grazie al personale interessamento dell'ammiraglio Horatio Nelson. L'esilio del monarca durò poco più di un anno in quanto lo stesso Nelson riuscì a battere i francesi e riportò Ferdinando IV sul trono di Napoli. Il re decise in segno di riconoscenza di concedergli il titolo di Duca di Bronte, con l'annessione dei feudi dell'Abbazia di Maniace.

Le vicissitudini della guerra avevano prematuramente invecchiato Nelson: aveva perso un occhio, un braccio e la maggior parte dei denti, ed era affetto da attacchi di tosse. Tuttavia Emma lo curò nella casa di suo marito, e organizzò un ricevimento con 1.800 invitati per festeggiare il suo quarantesimo compleanno.

Presto tra Lady Hamilton e Horatio Nelson nacque l’amore. Nelson si separò dalla moglie Frances Nisbet per vivere con l'amante e il l 3 gennaio 1801, nella casa che William aveva affittato, a Piccadilly, Londra, Emma diede alla luce una bambina, figlia di Nelson, cui venne dato nome Horatia. Nell'autunno dello stesso anno, Nelson acquistò Merton Place, una piccola casa malandata nella periferia dell'odierna Wimbledon.

Lì egli visse apertamente con Emma, e con William, in un menage a trois che affascinò il pubblico. I giornali riportavano tutto ciò che essi facevano, e si riferivano alle scelte di Emma nel lanciare nuove mode in fatto di vestiario, arredamento e perfino di menù per i pranzi. William morì nel 1803 e Nelson ritornò quasi subito in mare, lasciando Emma incinta del suo secondo figlio, una femmina, che morì poche settimane dopo la nascita, agli inizi del 1803. Per distrarsi dai suoi dispiaceri Emma cominciò a giocare d'azzardo e a spendere eccessivamente, dilapidando il poco che William le aveva lasciato.

Nelson morì il 20 Ottobre 1805, colpito da un tiratore scelto francese che gli perforò un polmone durante la battaglia di Trafalgar. A Emma devastata dal dolore, non venne neppure permesso partecipare al grandioso funerale del suo amato Horatio. Nonostante alla vigilia della battaglia di Trafalgar Nelson avesse aggiunto di sua mano un codicillo al suo testamento, raccomandando al Re e alla Nazione per cui stava andando a combattere, di provvedere ad Emma e Horatia, le sue ultime volontà furono ignorate.

La morte di Nelson, per Emma fu l’inizio della fine: senza la sicurezza del matrimonio o di un uomo al suo fianco, venne esclusa dai salotti “bene” o ostracizzata. Fu costretta a vendere tutto ciò che possedeva. Nel 1813 andò in prigione per debiti e vi rimase per un anno. La sua vita si concluse nel 1815: alcolizzata, morì a Calais, di cirrosi epatica, a soli 50 anni, in miseria e solitudine, dimenticata da tutti.
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