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Città metropolitana: addio alla Provincia di Palermo

Si compie il primo passo della riforma fortemente voluta dal presidente Crocetta: Leoluca Orlando nominato sindaco dell'area vasta che corrisponde all'ex provincia

  • 9 giugno 2016

A Palazzo Comitini è cominciata, con la nomina del sindaco, l'era della Città Metropolitana, primo passo verso la completa attuazione della riforma del governo Crocetta dell'ormai obsoleto sistema delle province.

Il commissario Manlio Munafò - finora reggente del sistema dell'ex-provincia - ha passato il testimone a Leoluca Orlando che riceve l'incarico in quanto sindaco del capoluogo.

«La comunità metropolitana di Palermo esiste già - ha dichiarato Orlando - oggi finalmente ha un riferimento istituzionale posto al servizio di coloro che abitano in quest'area e che vivono ogni giorno dei servizi, dell'ambiente, del turismo».

La città metropolitana di Palermo è una delle nove aree vaste in cui è suddivisa la regione, corrispondenti agli ex enti provinciali. Avrà una sua autonomia statutaria, amministrativa e finanziaria e i suoi campi di intervento saranno simili a quelli precedenti ma con modifiche sostanziali.

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Ai comuni passeranno infatti le competenze sulle manifestazioni artistiche e ricreative e alla Regione quelle sulla formazione professionale e sulla tutela ambientale. Alla città metropolitana competeranno invece le strade provinciali e le scuole, ma anche l'edilizia popolare abitativa e la motorizzazione civile fra i settori più rilevanti.

Il prossimo passo della riforma sarà quello dell'elezione dell'Assemblea metropolitana, composta da 18 componenti scelti fra coloro che fanno parte dell'Adunanza elettore che invece riunisce tutti i sindaci di tutti i comuni.

Grande soddisfazione da parte del presidente Rosario Crocetta, che ha fatto dell'abolizione delle province uno dei capisaldi del suo mandato, e di Luisa Lantieri, assessore alle Autonomie locali.

«Dal primo giorno di mandato - ha dichiarato l'assessore - mi sono impegnata per questo risultato e perchè la legge venisse applicata. Adesso si può dare corso alla riforma nei tempi più brevi possibili con le elezione dei sei liberi consorzi».

Anche se con questa riforma i costi non saranno abbattuti - il personale sarà integralmente assorbito dal nuovo ente - ciò che migliorerà sarà il sistema burocratico e di interazione fra i rappresentanti dei cittadini, col fine di rendere più efficiente l'azione sul territorio.

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