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Progetti e nuove idee per una Palermo narcolettica

Palermo si prepara a rendere credibile la candidatura a Capitale europea della cultura per il 2019 anche lanciando un progetto sulla "nuova architettura"

  • 28 novembre 2012

Tra le innumerevoli carte e le tante cifre snocciolate dal Sindaco, nel corso della conferenza stampa di presentazione delle Opere e dei lavori pubblici che il Comune ha direttamente messo in cantiere per i prossimi mesi o per i quali, non essendo titolare dei contratti, ha agito per favorire lo sblocco di lavori già cantierabili, tra la gran mole di progetti annunciati, di piani avviati e di opere sbloccate (650 milioni per cantieri da mettere in moto entro il 2013, giusto per fare un esempio), c'è una notizia che salta all'occhio. Anzi, all'orecchio.

L'ha anticipata lo stesso Leoluca Orlando, che per le anticipazioni sembra avere un debole se è vero che lui stesso guarda con disinvoltura alla Palermo del 2050 e riguarda la già annunciata candidatura del capoluogo siciliano a capitale europea della cultura per il 2019. Una candidatura che sta a cuore a molti e che di certo lusinga tutti i palermitani desiderosi di veder rinascere - finalmente - questa città così a lungo assopita, ai limiti della narcolessia oseremmo dire.

Una candidatura che però continua a sembrare lontana anni luce, almeno a giudicare dalle condizioni complessive in cui Palermo si trova oggi. E a maggior ragione se confrontata con altre sorelle o cugine mediterranee, a cominciare da Marsiglia - tanto per citarne una - che proprio in questo momento vive la sua avventura di capitale culturale europea (lo sarà per tutto il 2013), e si prepara a raccogliere i frutti di uno straordinario investimento intellettuale, economico e architettonico.

Un lavoro durato anni, culminato in decine di cantieri per la costruzione o la ristrutturazione di musei, gallerie, spazi espositivi ma anche di incontro, di accoglienza, di fruizione culturale; e nell'elaborazione di progetti di riqualificazione e riuso creativo dei quartieri e della città; e nell'organizzazione di oltre duemila eventi tra festival, spettacoli, concerti, istallazioni, mostre, convegni. Marsiglia ha progettato, e non solo architettura. Ha progettato un'idea di sè stessa, un'identità da ri-creare e da offrire al mondo, un percorso futuribile da cominciare a esplorare, contenuti intorno ai quali interrogarsi e interrogare.

Cosa progetta Palermo? Che idea di sè ha, o vorrebbe avere, questa città che dopo aver perso tante occasioni adesso vorrebbe cogliere addirittura la più prestigiosa, candidandosi a capitale europea della cultura? Orlando non anticipa così tanto, ma qualcosa anticipa, comunque: e cioè che in vista di questa candidatura "abbiamo pensato di lanciare un concorso internazionale per un progetto di nuova architettura per alcune opere nel centro storico, come una biblioteca".

Detto così, quasi un miraggio: Palermo, dite? La stessa Palermo che da decenni ha smesso di progettare e costruire nuova architettura, e ha smesso ovunque, senza distinguere tra centro e periferie, persino laddove bombardamenti alleati, degrado ultradecennale, agenti atmosferici e scosse sismiche hanno lasciato ampio spazio all'inventiva? Stando così le cose non si può che accoglierla come una buona notizia, l'ultima anticipazione del sindaco. Una ventata di freschezza. Un lampo di idea. E di speranza. Ricominciare a pensare, a progettare, a costruire il nuovo e il bello. Perché anche di questo, e non solo di vestigia, è fatta una città viva.

Ecco, speriamo si torni a farlo. Anzi, speriamo si cominci a farlo davvero. Ma senza dimenticare che una capitale della cultura non si improvvisa da un giorno all'altro. E non la si costruisce - soltanto - con concorsi di idee e nuove biblioteche (sacrosante, per carità, ovunque si trovino). Ma soprattutto ri-pensando la città. Scegliendo per lei un'identità tra le mille possibili. Un tema tra i mille possibili. Un futuro, tra i mille possibili. E da lì ripartire.

Con l'euforia degli annunci e l'entusiasmo dei grandi sogni, perché no. Ma anche, e da subito, con l'intelligenza delle idee. Di un'idea, in questo caso. Già basterebbe.

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