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Telejato di Pino Maniaci a rischio di chiusura

La piccola emittente siciliana, famosa per la sua spiccata lotta antimafia rischia di chiudere i battenti per l'impossibilità di acquistare le nuove frequenze

  • 9 gennaio 2012

Si chiama Telejato, la piccola emittente siciliana di Partinico che in questi anni si è distinta per la sua spiccata lotta antimafia, portata avanti dal suo storico direttore Pino Maniaci, sempre attivo con le sue battaglie contro Cosa Nostra. Pur trattandosi di una piccola emittente, e non godendo di grandissimi mezzi e risorse, in questi anni Telejato è andata avanti con la sua fervente lotta antimafia, senza lasciarsi impaurire da nulla.

E dove non hanno potuto minacce e intimidazioni mafiose, dalla rottura di quattro costole a Pino Maniaci ai danneggiamenti della macchina di Telejato, ecco che arriva lo stato. Dal prossimo 30 giugno infatti, anche la regione Sicilia, dovrà dire addio al vecchio sistema analogico, per passare in definitiva al digitale terrestre. Telejato pertanto corre un rischio grossissimo, quello di chiudere i battenti per l'impossibilità di acquistare le nuove frequenze. Con lei a correre tale rischio anche altre 250 tv comunitarie italiane.

Negli ultimi mesi è nata una pagina su Facebook per salvare Telejato ed il suo direttore, tramite cui è possibile far qualcosa concretamente Contro il rinvio a giudizio di Pino Maniaci, direttore della storica emittente antimafia, perchè non possiamo permettere che la mafia usi le leggi dello stato per tappare la bocca a uno dei pochi giornalisti seri. Di recente è nato anche un comitato dal nome "Salviamo Telejato" che crede nella sopravvivenza della piccola emittente come segnale di una libera informazione, in un panorama controllato dalle mafie mediatiche. A Favore di Telejato si schiera anche il primo cittadino di San Giuseppe jato Giuseppe Siviglia, per dire no alla chiusura dell'emittente antimafia, che in se racchiude 12 anni di lotta e una pagina importante del giornalismo in Sicilia. Una pagina scritta da Pino Maniaci, un giornalista che si espone in prima persona, scende in strada, dice la sua e fa grosse insinuazioni. Scomode.

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