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"Ultima volontà": il film-ponte tra Tirana e Palermo

Le riprese tra Sicilia e Albania raccolgono attorno alla storia, alcuni attori siciliani tra cui Tony Sperandeo, Ernesto Maria Ponte e Orio Scaduto

  • 3 marzo 2013

Quello che giunge dall’altra sponda del mare è giusto qualche frammento d’oppressione totalitaria, qualche rarissimo slancio di modernizzazione, echi di musica balcanica, ed una terra talmente abituata a guardare all’Italia con desiderio, che le insegne sembrano il frutto di una lingua imitata a orecchio, dove tualet sta per toilette e piceria sta per pizzeria. Cosa ha rappresentato per decenni il Sud Italia per una terra come l’Albania, lo testimoniano migliaia di visti rilasciati negli anni del grande esodo, anni in cui la fuga verso la Puglia e la Sicilia era la sola via di scampo alla miseria e alle persecuzioni di un dittatore, criminale e paranoico, che condusse all’esecuzione più di 5600 persone.

Ultima volontà è il film che avvicina per la prima volta l’Italia e l’Albania in una coproduzione, grazie all’accordo tra lo Stato balcanico e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali Italiano: il lungometraggio, scritto da Ruzhdi Pulaha e diretto da Namik Aja (nella foto in home), ha riunito in una storia due sentimenti e due visioni che stanno rispettivamente al di qua e al di là del Mar Ionio, portando le cineprese dalle strade di una Tirana polverosa, fragile e primitiva, a quelle di una Sicilia degli anni 80, con una Palermo, non meno lacerata, ma pur sempre accogliente nel suo essere sempre sicuro approdo per disperati in fuga. Il cast, in scena per il primo ciak a partire dal 24 marzo, raccoglie anche un corposo entourage siciliano, tra cui Tony Sperandeo, Ernesto Maria Ponte, Orio Scaduto oltre agli interpreti albanesi.

Al centro del film vi sono la vita e il destino tragico di un adolescente, liceale, Martin Doku, figlio di uno dei leader più importanti del regime comunista dittatoriale in Albania. Sono gli anni Ottanta, periodo della più feroce dittatura di Enver Hoxha, deciso ad eliminare uno dopo l’altro tutti gli amici più vicini, con i quali aveva diretto il partito ed il potere per decenni interi. Il ragazzo, dal mondo paradisiaco in cui vivevano le famiglie della cupola del regime, finisce per diventare una vittima del potere, soggetto a persecuzioni, sorveglianza, minacce quotidiane da parte della tremenda polizia di stato, la Sigurimi. Unica via di salvezza è la fuga verso l’Italia, passando per peripezie al limite del reale: i misteri e le rivelazioni che Martin avrà da raccontare, sconvolgono la stampa Italiana e sebbene il giovane goda dello stato di rifugiato politico, una promessa lo condurrà nuovamente verso Tirana nonostante il rischio di non fare più ritorno sulle sponde del Paese che gli ha donato una nuova speranza.

«Non è solo un modo per raccontare una delle tantissime storie che legano l’Italia e l’Albania e una testimonianza su quelli che furono gli anni terribili della dittatura comunista - spiega Giuseppe Colombo di Cinema International Communications, la società cinematografica che ha deciso di produrre il soggetto - ma è anche un omaggio alla radicata comunità albanese presente in Italia ed in particolar modo in Sicilia». Dice un proverbio molto noto nel “Paese delle aquile”, che il peggior nemico è quello che hai dimenticato: storie come “Ultima volontà” innescano la strategia più riuscita per combattere il nemico dell’amnesia operata dal tempo, perché sorpassando la spy story e la tensione narrativa, riportano alla mente fatti realmente accaduti che è meglio non rimuovere mai.

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