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Norina e Delia Whitaker, le "signorine" di Villa Malfitano: solo una alla fine si sposò

Norina e Delia desideravano sposare qualcuno che le amasse per la loro sensibilità e non per il loro enorme patrimonio ma superata la trentina erano ancora nubili

Maria Oliveri
Storica, saggista e operatrice culturale
  • 27 marzo 2023

Norina, Tina e Delia Whitaker

“Le ragazze non si sono sposate, non sono felici. Si stanno sui nervi a vicenda, benché si amino molto". Così scriveva nel suo diario, con profondo rammarico, Tina Scalia (1858-1957), moglie di Joseph Isaac Spadafora Whitaker, detto familiarmente Pip: ornitologo, studioso di botanica, appassionato archeologo (acquistò l’isola di Mothya, dove fece alcuni scavi e creò un piccolo museo).

La famiglia Whitaker proveniva dallo Yorkshire e il padre di Joseph si era trasferito in Sicilia per aiutare lo zio materno Benjamin Ingham nel produrre ed esportare vino marsala.

Pip aveva sposato nel 1883 Caterina Paolina Anna Luisa Scalia detta Tina; la giovane era figlia del colonnello Alfonso Scalia e di Giulia Anichini, coppia di ardenti patrioti, esuli in Inghilterra nel periodo preunitario, tornati in Italia dopo l’impresa garibaldina.

Tina, dal canto suo, aveva rinunciato a una promettente carriera da soprano (si era esibita anche al cospetto di Wagner) per fare un buon matrimonio con Pip. Il ricevimento di nozze si era svolto all’albergo Trinacria, con 91 ospiti.
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La coppia aveva fatto costruire la propria residenza a Palermo: villa Malfitano. A progettarla era stato l’ingegnere Ignazio Greco e il modello era stato il Villino Favard sul lungarno a Firenze.

Era stato Pip ad occuparsi della costruzione e dell’arredamento, acquistando anche mobili di gran pregio a Londra e pezzi di antiquariato.

I “Pips” com’erano soprannominati Tina e i suoi, si erano trasferiti da via Bara all’Olivella 1 a Malfitano nel 1899. La villa, decorata da artisti come Rocco Lentini, Ettore De Maria Bergler e Mario Rutelli, era stata concepita come un palazzo di rappresentanza e su grande scala: Tina già pregustava il giorno in cui avrebbe lanciato le sue figlie in società.

Pip e Tina avevano avuto infatti due bambine Sophia Juliet Emily Eleonora detta Norina (1884-1954) e Cordelia Stella Georgette Edith detta Delia (1885-1971). Tina era una madre autoritaria, rimproverava spesso le figliole, ma approvava le qualità canore di Delia e la bellezza di Norina.

La famiglia viveva tra Palermo e il Regno Unito: dalla fine di Dicembre sino alla metà di Maggio a Malfitano; Giugno a Londra, da Luglio a Settembre in qualche località dell’Inghilterra o della Scozia; Ottobre in giro per l’Europa, Novembre a Firenze, gran parte di Dicembre a Roma.

Le bimbe erano cresciute in fretta, diventando delle eleganti signorine e l’impegno principale di Tina si era rivolto verso un’adeguata sistemazione matrimoniale delle due ragazze. Tina Whitaker aveva riversato sulle sue figlie tutte le sue ambizioni e le sue frustrazioni artistiche.

Scriveva nel suo diario nel 1895: “Mi accontento di proiettarmi nel futuro attraverso le mie figlie e nel presente in mia madre. Mio marito non ha bisogno di me”. Tina era figlia unica e aveva avuto una madre molto presente, che l’aveva accompagnata persino in viaggio di nozze in Inghilterra, poiché la sposa pareva non poter vivere senza la madre, non faceva mistero di amarla più del padre.

La signora Scalia aveva vissuto fino alla sua morte, avvenuta nel 1896, insieme alla figlia e al genero.

«Mia madre fu la mia unica amica intima durante l’infanzia» scriveva Tina che portò il lutto per la morte della madre Giulia per 8 anni. Tina aveva avuto dunque un modello materno forte e autoritario, seppure amorevole: Giulia Scalia era stata la sua guida, decidendo gli impegni mondani, l’aveva portata in giro nei migliori salotti d’Italia e Inghilterra, aveva assecondato la sua passione per il canto.

La signora Whitaker cercava di ricalcare lo stesso modello con le sue figlie, vivendo il ruolo materno come compenso per aver rinunciato alla sua più grande aspirazione, la musica. Questo modello condizionò pesantemente la scelta del marito per Norina e Delia.

Nel 1902 Norina fece il suo debutto in società, nel 1903 fu la volta della sorella Delia, che soffriva di acne e l’evento non fu proprio un grosso successo. Qualche giorno dopo entrambe le sorelle presero la varicella e tutte le feste andarono in fumo, con grande dispiacere di Tina e delle ragazze.

La signora Whitaker sognava nozze precoci, per entrambe le sue figliole «perché le ragazze più il tempo passa e più saranno di difficile contentatura» si diceva; ma c’era molta avversione nella famiglia Whitaker per i matrimoni ispirati solo da motivi di interesse.

Presto cominciarono ad arrivare a Villa Malfitano tanti corteggiatori, ma tutti i pretendenti venivano passati al vaglio da Tina e pochi avevano i giusti requisiti: molti purtroppo sembravano più interessati al denaro che alle ragazze.

"E’ orribile pensare che una propria figlia sia desiderata solo per questo motivo". scriveva Tina, che annotava nel suo diario come il 20 Aprile 1904 un signore di Catania si era presentato alla Villa chiedendo di Pip: avevano pensato si trattasse di un venditore di uccelli rari e invece era il cugino del principe Grimaldi, che aveva un figlio, al quale avrebbe dato quattro milioni se avesse fatto un matrimonio come si deve con una delle due belle figlie di Joseph Whitaker.

Pip era rimasto di stucco e aveva spiegato che in Inghilterra non si aveva l’abitudine di vendere le proprie figlie. Norina respinse il Mantegna principe di Gangi (anche se sembrava molto innamorato) perché proveniva da una famiglia di usurai; rifiutò il principe di Carini, il principe Ruffo, Alberto Theodoli, il Belmonte. Tutti molto interessati alla sua dote.

Le signorine Whitaker e Tina sembravano condividere tutte lo stesso orientamento: desideravano un matrimonio che coniugasse amore, denaro e alto lignaggio. De Seta, figlio di un ex prefetto diventato marchese nel 1896, pur avendo fatto breccia nel cuore di Norina, venne scartato perché non aveva una posizione.

Stessa fine toccò in sorte al duchino di Pietratagliata (perché si diceva che non fosse molto onesto) e al conte Montelupo, napoletano, ormai sulla quarantina, perchè aveva fama di sciupafemmine.

Tina faceva da chaperon per consentire che le ragazze frequentassero fino a notte fonda i balli e i ricevimenti, senza badare a spese (forse ricordando i mezzi limitati di cui aveva disposto in gioventù).

Era intensissima la vita di società dei Whitaker, per esibire Norina e intrecciare progetti matrimoniali: il momento di Delia sarebbe arrivato solo dopo le nozze della sorella maggiore.. ma le ragazze e Tina sembravano incontentabili.

«Gli anni passano, Norina (all’epoca ventisettenne) sta perdendo la sua bellezza che era del tipo beautè du diable e non è certo una che si sposi per amore del matrimonio». Si diceva Tina e poi ammetteva: «Quanto mi piacerebbe vederle accasate ma Norina e Delia non sono di facile contentatura».

Un flirt importante fu quello di Norina col marchese napoletano Francesco Auletta, discendente di Giorgio Castriota. Auletta era un osso duro, seguiva la famiglia Whitaker a Fiuggi, a Monaco, a Palermo…a Norina piaceva molto, ma non garbava a Tina: era un gentiluomo di bella presenza, ma era privo di cultura, giocava d’azzardo e aveva molti debiti: “E se riuscisse a mettere le mani sul denaro di Norina?” si chiedeva Tina.

Ovviamente non vi fu nessun fidanzamento. Norina era delicata e cagionevole di salute: aveva ricorrenti attacchi d’asma, soffriva con i nervi, aveva molti tic. Nel 1918, all’età di 34 anni e sembrava aver accantonato ogni speranza di potersi sposare.

Tina scriveva nel suo diario: “Come moglie, forse ho aiutato mio marito a perseguire i suoi interessi, ma come madre il mio è stato un fallimento”. Anche Delia rifiutava i suoi pretendenti, disse di no persino a Frank Hird che conosceva da moltissimi anni, quando chiese la sua mano nel 1920.

Hird scriveva in una lettera indirizzata a Delia, dopo il rifiuto della donna: “Mia adorata, vi amo da 23 anni. Perché ignorate il solido legame che ci unisce?”.

Delia aveva confessato a Hird che non si sarebbe sposata mai. Probabilmente Tina doveva avere un’aperta predilezione per Norina che considerava bella e affascinante mentre giudicava Delia troppo alta (1 metro e ottanta), egoista, leggera di carattere e non troppo intelligente…

I giudizi crudeli della madre avevano instillato nella figlia minore un profondo senso di inferiorità nei confronti della sorella e Delia pensava probabilmente di valere poco e di non essere degna d’essere amata.

Nel 1921 entrò nella vita di Norina il generale siciliano Antonino Di Giorgio, parlamentare nel 1913, interventista, con un grande stato di servizio per essersi distinto in colonia e durante la guerra. Il generale si innamorò di Norina, che dopo aver cercato di mantenere il rapporto sul piano dell’amicizia, ne accettò infine la corte.

Seguirono lettere, passeggiate al chiaro di luna e litigi da innamorati: Norina piangeva perché non sapeva che decisione prendere ma Di Giorgio la fece capitolare.

Si sposarono l’anno successivo: il generale aveva 54 anni, (solo 9 in meno di Tina) e Norina 37. La coppia trascorse tre settimane di luna di miele a Mothya, poi si trasferì a Roma per gli impegni del generale, che nel 1924 divenne ministro della Guerra di Mussolini (ma già nel 1928, rotto ogni rapporto con il regime, si ritirava a vita privata).

Norina si ammalò di “alterazione ormonale”, mentre aumentavano le sue ossessioni compulsive e sviluppava pensieri maniacali esagerando con le regole dell’igiene e della pulizia: le sue lettere indirizzate a Tina e a Delia erano dei veri bollettini medici su insonnia e placche alla gola, tosse e gorgoglii dei bronchi, febbri e stanchezza.

Delia non si sposò mai (come aveva profetizzato) divenne la “balia” di Norina (come scriveva il generale) finché fu sposata e la sua governante e infermiera quando nel 1932 Norina rimase vedova.

Tina scriveva nel 1942 a 84 anni sul suo diario: «La mia è un’infelice vecchiaia…come madre, per quanto devota alle mie figlie, sono stata un fallimento e ne ho piena coscienza. Ho fatto tutto quanto ritenevo giusto per il loro bene, la loro educazione, la loro felicità…Non ho la gioia di avere dei nipoti e le mie figlie non hanno nessuno che provveda a loro…esse nutrono nei miei confronti dei risentimenti».

Delia assisterà sia la sorella Norina che morirà nel 1954, all’età di 70 anni, che la madre Tina che spirerà nel 1957 a 99 anni. La signorina Cordelia Whitaker, unica superstite della famiglia, si spegnerà a Palermo nel 1971, a 86 anni.

Lascerà un patrimonio cospicuo, tra cui l’isola di Mothya e Villa Malfitano, beni tutelati su suggerimento dell’illustre archeologo Biagio Pace dalla creazione della Fondazione Joseph Whitaker.

Per saperne di più: R.Trevelyan, Principi sotto il Vulcano, 1972.
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