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Testimonianza della bellezza aristocratica di Palermo: Villa Partanna (e la Piana dei Colli)

Un prezioso tassello identitario all’interno di quella corale narrazione storico-artistica che meriterebbe maggiori attenzioni, riletture puntuali e riguardo manutentivo mirato

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 22 luglio 2022

Villa Partanna (Foto di Giuseppe Grifeo)

Uno dei punti notevoli dell’intera zona, epicentro urbano animatore dello sviluppo della borgata subito attigua, Villa Partanna si configura come preziosa testimonianza di quel che fu l’età aurea della bellezza aristocratica costruita nella perduta e magica atmosfera della Piana dei Colli.

Commissionata tra il 1722 e il 1728 da Donna Laura La Grua sposa di Girolamo Grifeo principe di Partanna, si propone come interessante e inusuale organismo planimetrico al centro del quale si erge il corpo residenziale a due piani fuori terra aggettivato in rigida simmetria assiale dall’elegante scalone a tenaglia a doppia rampa sinuosa semicircolare, come nelle ville Maniscalco e Spina.

Via Euterpe, Fragapane e Asilo infantile fanno da scena silente unitamente alla via Castelforte a questo singolare impianto il cui giardino storico conserva ancora a meno di alcuni brani irrisolti, la lussureggiante vegetazione del parco di pertinenza.

La sua irregolarità in pianta si trasforma in alzato nell’occasione creativa di un organismo architettonico ancorato alla forza dirompente della visione prospettica accidentale tipica delle suggestioni urbane medievali in cui lo spazio del vissuto quotidiano si trasforma costantemente nella scoperta spaziale passo dopo passo, ma è la bellezza avvolgente del monumentale scalone a tenaglia a concedere al piccolo edificio una sorta di accelerazione centripeta singolare e dinamica tale da divenirne icona.

Tra gli spazi di pertinenza attinenti l’impianto della villa trovava spazio anche una piccola cappella privata dedicata a Eleonora Lanza-Pignatelli.

Nel marasma globale di una città che come Palermo ha costantemente saccheggiato la ricchezza prorompente del proprio lussureggiante territorio agricolo, le ville aristocratiche della Conca d’Oro trasmettono seppur monche troppo spesso delle proprie pertinenze “verdi”, quel senso di pienezza che ne animò la genesi e la vita rurale a margine della Rivoluzione industriale.

Villa Partanna, ne rappresenta sicuramente prezioso tassello identitario all’interno di quella corale narrazione storico-artistica che meriterebbe maggiori attenzioni, riletture puntuali e riguardo manutentivo mirato.
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