SCOPRIAMO L'EUROPA
Una musica per riflettere, una per parlare di diritti: le canzoni che ci fanno sentire liberi
L'unico modo per essere liberi è partecipare, anche in un laboratorio di scrittura di canzoni, per parlare di valori tramite un linguaggio universale: quello musicale
Giorgio Gaber
La musica accompagna e agevola le nostre vite in un’infinità di occasioni: ci aiuta a tirarci su, a fare il primo passo, a trovare la carica per lo sport, a raccontare le nostre emozioni, a farci sentire compresi, a comunicare, ad addormentare i nostri figli, a farci addormentare quando eravamo bambini.
Spesso parlare di alcuni argomenti attraverso una canzone è più semplice, immediato, senza arzigogoli: va diritta al punto.
Ed è proprio di diritti che si parla nel laboratorio di scrittura musicale “Singyourights!”, realizzato nell’ambito del Progetto Youth Sing Europe promosso dall’Associazione “Rock10elode” con il contributo del Parlamento Europeo e il Patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana.
La sfida è quella di scrivere una canzone che racconti i valori e i diritti umani che l’Unione Europea tutela. E per farlo, si ascoltano, si studiano e si commentano brani internazionali, che provengono da ogni parte dell’Europa per scoprire una cosa semplice ma non scontata: l’uomo è uguale in ogni territorio, oltre i limiti fisici o politici nazionali.
Le canzoni scelte sono: “La libertad” di Alvaro Soler, “L’amitié” di Françoise Hardy, “Ma liberté” di George Moustaky, “Lili Marleen” di Hans Leip (cantata da Marlene Dietrich), “SotiriPetroula” di Mikis Theodorakis, “Io non sono razzista ma…” di Willie Peyote, “Immagine” di John Lennon, “Clandestino” di Manu Chao, “Dignity” di Bob Dylan, “Depende” di Jarebe de Palo.
E ognuna di queste parla in maniera esplicita di dignità, diritti e valori che promuove L’Unione Europea.
Il percorso comincia proprio dall’ultima canzone dell’elenco che canta così: “A seconda di come lo guardi, tutto dipende” perché la prima cosa che occorrerebbe fare per parlare di diritti e libertà, è appunto, quello di cambiare il punto di vista, spostarsi per osservare con vista laterale, immedesimarsi nell’altro, nel diverso da noi, nel nostro fratello.
“Io sono l’altro” scrive Nicolò Fabi parafrasando le parole di Arthur Rimbaud de ‘La lettera del Veggente’ (Je est un autre, “Io è un altro”), e questo ci aiuta a capire che ognuno, guardando fuori dalla propria individualità, è un 2 altro nei confronti di un altro uomo, ma che alla fine siamo tutti legati da situazioni, storie, contesti ed esistenze simili e ugualmente dignitose: questo è il primo passo per fare gruppo, costruire una comunità, muoverci insieme per essere liberi, nella maniera più autentica: partecipando.
Anche in questa occasione ci viene in soccorso un cantante, per chiarire le cose, semplificare i concetti, lanciare semi nel vento affinché vengano raccolti: Giorgio Gaber con “La Libertà”, canzone scelta per la chiusura del laboratorio.
“La libertà non è star sopra un albero \ non è neanche il volo di un moscone \ la libertà non è uno spazio libero: \ Libertà è partecipazione!” La libertà è il più prezioso dei diritti umani, e come ogni diritto, abbiamo il dovere di esercitarlo perché resti tale.
Ed infatti l’unico modo per essere liberi è partecipare, anche in un laboratorio di scrittura di canzoni, per parlare di diritti e di valori tramite un linguaggio universale: quello musicale; per scoprire che parlare di diritti è anche divertente, emozionante, soddisfacente, fa tremare il petto e le labbra per spalancarsi in un sorriso.
“Eri un figlio del popolo \ difendevi i diritti dell’uomo \ e volevi che sopra ogni viso \ apparisse un sorriso”, così canta infatti Mikis Theodorakis nelle prime strofe di “Sotiri Petroula”.
Angelo Ganazzoli
Autore e musicista
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