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M5S, Restitution Day: scacco ai vecchi sprechi?

In riferimento alla "promessa" mantenuta di M5S, una cosa è certa: stiamo pagando cari i vecchi sprechi, anche in termini di disaffezione dalla politica

  • 9 gennaio 2013

Alla fine ce l'hanno fatta, e il tanto atteso Restitution Day è arrivato. Chissà se negli annali dell'Assemblea Regionale resterà la data del 9 gennaio 2013, il giorno in cui i 15 deputati del Movimento Cinque Stelle hanno restituito gran parte del loro stipendio da deputati. In tutto 123mila euro, ossia l'intera eccedenza rispetto ai 2.500 euro che ciascuno dei 15 parlamentari ha scelto di intascare. Non un centesimo di più. Indietro è tornato dunque il 70% dei compensi.

Sembrava impossibile, sembrava che tutto remasse contro. Persino il complicato meccanismo di leggi e regolamenti dell'Assemblea, che in effetti ha messo qualche bastone (e qualche polemica) tra le ruote. Ma a mantenere la promessa - uno dei leit motiv della campagna elettorale dei grillini - Cancelleri e i suoi ci tenevano molto (a dimostrarlo, qualche giorno fa, anche il tanto discusso messaggio on line con cui il vice presidente dell'Ars Venturino replicava alla stampa in merito all'importo della prima busta paga).

Questa mattina il nodo è stato sciolto, e i soldi restituiti. Non solo quelli dei compensi dei parlamentari eccedenti i 2.500 euro, ma anche quelli delle indennità relative ad alcuni incarichi come quello del vice presidente o dei vice questori. Dove sono andati a finire? Versati sul conto generale dell'Assemblea regionale presso la filiale di Banca Nuova a Palazzo dei Normanni. Una soluzione temporanea, però, perchè il denaro dovrebbe andare a confluire in un fondo per il microcredito alle imprese (quelle con meno di 10 dipendenti) che verrà istituito dall'Assessorato Regionale alle Attività Produttive per effetto di un articolo della legge di stabilità che sarà approvato dall'Ars.

«Io ho percepito un netto di 11.725 euro - ha detto il capogruppo Giancarlo Cancelleri, e calcolando con Google maps i 127 km che separano casa mia dall'Ars e il rimborso di 0,3 euro a chilometro che mi toccano e poi quello del bed and breakfast dove ho dormito ho bonificato 8.815 euro al conto generale dell'Ars». Quando si dice la precisione.

Sul fondo per il microcredito alle imprese, quando sarà finalmente attivo (sembra entro il mese di aprile) potranno versare contributi anche altri parlamentari. Sempre che qualcuno tra loro scelga di imitare i volenterosi colleghi del Movimento Cinque Stelle. «Il nostro è un invito ai nostri colleghi, ha spiegato Cancelleri, si può fare politica con i giusti soldi ed iniziare a pensare che forse 12 mila euro al mese sono troppi. Speriamo - hanno detto i deputati regionali M5s - che il nostro esempio sia seguito dagli altri parlamentari se non si vuole evitare lo scollamento definitivo con la gente in un momento di crisi come questo».

Promessa mantenuta, insomma. Il che, abituati come siamo alle promesse da marinaio della politica, fa comunque onore al Movimento 5 Stelle. Resta da capire quanto peso debba avere davvero, e quali conseguenze, un segnale come questo. E se davvero possa bastare, proprio in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo. Perchè si, forse 12mila euro per un parlamentare sono troppi. E forse sono stati e sono ancora tanti gli sprechi o gli eccessi all'interno dei palazzi del potere. Una disinvoltura che stiamo pagando cara, anche in termini di disaffezione dalla politica, e che oggi non possiamo più permetterci, a nessun livello.

Dunque ben venga questo nuovo senso della misura, anche economica, suggerito dai parlamentari siciliani del M5s. Ma senza dimenticare che da sola, quella misura, rischia di restare un contenitore vuoto. E persino inutile, fatti salvi buoni propositi e buona volontà. Perchè questa regione, come l'Italia intera, ha oggi disperatamente bisogno di lucidità, competenza, preparazione, rigore professionale, attenzione, studio e lavoro, soprattutto da parte di chi è chiamato a fare leggi e ad amministrare il bene comune. Tutte qualità che hanno un valore. E quel valore dovremmo pur imparare a pretenderlo, e a riconoscerlo. E, anche, a retribuirlo.

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