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Sicilia senza siciliani: i più ambiziosi fuggono all'estero

“Mamma volo in America”. Sono 45mila gli italiani under 40 che nel 2014 sono passati oltreconfine. Palermo in testa tra le città del Sud Italia con più di mille trasferimenti

  • 11 gennaio 2016

Altro che amor patrio, gli italiani sono sempre più europei. È un fenomeno cui assistiamo già da parecchi anni, quello della fuga di cervelli tra giovanissimi, unito al “dinamismo” lavorativo legato a precarietà e co.co.co.

Sarebbero 45mila gli italiani under 40 che nel 2014 hanno trasferito la propria residenza oltreconfine, scegliendo come mete Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia e Stati Uniti: questi i dati elaborati da Renato Mattioni, segretario generale della Camera di Commercio di Monza e Brianza e pubblicato da “il Sole 24 Ore”.

Laureati, con master inclusi, decidono di lasciare alle spalle famiglia e luoghi amici per rifarsi una vita nell'ambizione di progetti sempre più alti. L'Italia la maestra, l'America l'impresa e il datore di un lavoro che diventa ricerca e investimento sociale. Ma non è finita qui.

Pur essendo una cifra in crescita (+ 34,3% rispetto al 2012), il 3,3 % di giovani tra i 18 e i 39 anni non decide di “fuggire” dall’Italia per le stesse motivazioni di alcuni anni fa. A dimostralo, la presenza in classifica di città come Milano (con quasi 3.300 cambi di residenza), Roma (quasi 3mila trasferimenti) e Torino (1.650).

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Sarebbe più un abbandono di qualità, insomma, per chi è nato nella borghesia settentrionale e tende a migliorare il suo stato di vita alla ricerca di stipendi sempre più alti e di know-how spendibili in ruoli più importanti.

Aspirazione manager, è la società del mono stato industriale e dei terminali umani, dove dominano i consigli di amministrazione e i grattaceli all’americana.

E il Sud? Lo storico spaccato geografico del Belpaese ritorna, ma il contesto globale del lavoro sembra ormai andare per la maggiore. Tra le città del Meridione spiccano Palermo (al primo posto con 1.430 trasferimenti nel 2014) e Napoli (quasi 1.900 partenze); ma qui il trasferimento all’estero è uno spostamento in due tappe, che segue un primo trasferimento nelle città del Nord Italia.

Un' ambizione progressiva, ma ugualmente percepita dal Nord al Sud dello Stivale, e che inizia già dal contesto universitario, dove si incoraggiano le prime esperienze all’estero, pur con qualche nostalgica ribellione alla fuga di cervelli, come ricorda lo spot 2015 #RibelliSempre dell’Ateneo di Palermo, ma che dati alla mano pare non essere servita poi a molto.

Migliorarsi è un diritto e la società globalizzata ne alimenta il desiderio. Gli italiani con la valigia implementano l’Europa, e l’Italia? Lo Stivale perde punti, attutendo sempre più dolori nelle regioni ancora ritenute le più deboli.

Tutta colpa dell’immobilità sociale, che controcorrente al dinamismo tecnologico è ancora impigliata in lenti ricambi generazionali e poche prospettive. Manca o è affondata da un ingorgo di burocrazia e promesse, un'idea: quel progetto necessario per costruire nel presente le basi di un futuro prossimo, ma che al momento sembra sfuggire di mano.

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