"Aiace": la tragedia di Sofocle in scena al Teatro antico di Segesta
Va in scena nel teatro del parco archeologico di Segesta "Aiace", la tragedia di Sofocle, con David Coco, Fabrizio Ferracane, Bruno Torrisi, Manuela Ventura, per la regia di Giovanni Rizzuti.
In scena David Coco (Aiace), Bruno Torrisi (Ulisse), Manuela Ventura (Tecmessa), Chiara Seminara (Atena), Franco Sciacca (Agamennone), Stefano Onofri (Messaggero), Alessandro Romano (Teucro), Salvo Disca (Menelao). Coro: Luca Iacono, Adriano Di Bella, Edoardo Monteforte. Ricerca musicale effetti sonori Franz Vozza; scene Emanuele Salamanca. Compagnia: Associazione Gags – Giovani attori per Giovani spettatori.
Perché raccontare oggi la tragedia di Aiace? Lo spunto nasce dall’ estrema modernità e attualità, presenti in vari aspetti dell’opera: la modernità della scrittura drammaturgica dell’autore – che sicuramente si distingue in ciò dagli altri due poeti tragici dell’antichità, Eschilo ed Euripide; l’attualità delle tematiche principali, e cioè l’arroganza, la tracotanza, la cosiddetta “ubris”, che vive in tutti i personaggi dell’opera, umani e divini, e la conseguente vergogna del protagonista, che, facendo presa sul suo smisurato orgoglio, lo conduce fino al suicidio.
L’ integrità morale del personaggio ne fa un tragico eroe moderno. Qui, per la prima volta, si affronta un aspetto del rapporto tra gli uomini e le leggi, umane e divine, quello cioè che riguarda il diritto alla sepoltura, che sarà ripreso da Sofocle nella tragedia di Antigone, diventandone lì l’asse portante.
In scena David Coco (Aiace), Bruno Torrisi (Ulisse), Manuela Ventura (Tecmessa), Chiara Seminara (Atena), Franco Sciacca (Agamennone), Stefano Onofri (Messaggero), Alessandro Romano (Teucro), Salvo Disca (Menelao). Coro: Luca Iacono, Adriano Di Bella, Edoardo Monteforte. Ricerca musicale effetti sonori Franz Vozza; scene Emanuele Salamanca. Compagnia: Associazione Gags – Giovani attori per Giovani spettatori.
Perché raccontare oggi la tragedia di Aiace? Lo spunto nasce dall’ estrema modernità e attualità, presenti in vari aspetti dell’opera: la modernità della scrittura drammaturgica dell’autore – che sicuramente si distingue in ciò dagli altri due poeti tragici dell’antichità, Eschilo ed Euripide; l’attualità delle tematiche principali, e cioè l’arroganza, la tracotanza, la cosiddetta “ubris”, che vive in tutti i personaggi dell’opera, umani e divini, e la conseguente vergogna del protagonista, che, facendo presa sul suo smisurato orgoglio, lo conduce fino al suicidio.
L’ integrità morale del personaggio ne fa un tragico eroe moderno. Qui, per la prima volta, si affronta un aspetto del rapporto tra gli uomini e le leggi, umane e divine, quello cioè che riguarda il diritto alla sepoltura, che sarà ripreso da Sofocle nella tragedia di Antigone, diventandone lì l’asse portante.
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