Arte figurativa e tecnologie digitali: la mostra "Il Mio Barocco" di Matteo Mauro a Catania

In foto Matteo Mauro
Matteo Mauro (Catania, 1992) è un artista e designer che dal 2010 vive a Londra. Qui ha studiato architettura e, grazie agli insegnamenti universitari, si è avvicinato alle nuove tecniche digitali di rappresentazione alle quali si è appassionato ed affezionato fino a far diventare il computer uno strumento d'espressione artistica.
Negli spazi dell'ex Monastero dei Benedettini è allestita la mostra "Il Mio Barocco", un progetto che l'artista sviluppa ormai da diversi anni, inseguendo con tenacia una sintesi fra tradizione figurativa e tecnologie digitali.
Le stampe incise costituiscono le principali fonti di studio e analisi teorica, ma anche pratica che sfocia nella produzione artistica multidimensionale di opere pittoriche, scultoree e installazioni ispirate alle stampe Rococò, ai dipinti Barocchi e alle loro particolari tecniche di fabbricazione e rappresentazione.
La mostra, a cura di Federica Santagati e Daniela Vasta, entrambe docenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, rimarrà fruibile fino al 14 luglio.
«Alle fondamenta di questa ricerca - spiega Daniela Vasta - c’è un "ritorno": un ritorno innanzitutto strettamente geografico, nella terra d’origine, dopo gli studi condotti in Inghilterra; ma anche un ritorno all’arte del passato, e in special modo al repertorio di temi e di immagini del Barocco siciliano, un imprinting indelebile nell’immaginario del giovane artista. (…)
Le prime applicazioni di questa ricerca – nutrite dal confronto costante con gli originali settecenteschi, meticolosamente rintracciati in importanti collezioni pubbliche e private – producevano prove via via più complesse: ai segni semplici succedevano stratificazioni lineari sempre più intricate; al bianco e nero dei prototipi si addizionavano palette di colori diversi; si sperimentavano supporti opachi o riflettenti, rigidi o flessibili.
Attraverso ulteriori approfondimenti tecnici e sperimentazioni, le opere così ottenute avrebbero dato origine a quella singolare rivisitazione del Barocco che tutt’oggi è in corso, ricca di implicazione e prospettive. La padronanza del repertorio sei-settecentesco, unita alla disinvoltura nell'uso dei codici di programmazione digitale, hanno prodotto negli ultimi anni risultati sempre più convincenti e sono alla base delle opere site-specific realizzate nel presente progetto».
Matteo Mauro si laurea in architettura alla University College of London e lavora con influenti designers come Ron Arad ed Isaie Bloch, insegnando in diverse università inglesi.
È noto per la sua serie di dipinti "Micromegalic Inscriptions" (Inscrizioni Micromegaliche), incisioni digitali che evolvono la tecnica dell’intaglio tradizionale, vincitori di vari Award, tra i quali: l’International Van Gogh Prize dato da José Van Roy Dalí, figlio di Salvador Dalí.
Queste creazioni, che si collocano nel campo dell'Arte Generativa, non solo reinterpretano i processi meccanici dell'incisione tradizionale, ma, essendo riproducibili infinitamente, esemplificano l’evoluzione delle pratiche di produzione di massa e l’inevitabile simbiosi tra l’uomo e la macchina.
Le sue opere sono state esposte nelle più grandi istituzioni dell'arte, tra le quali: la Royal Academy of Arts, il MACS, il Marte Museum, il MEAM, il Dubai Ing-Creatives, il 798 Beijing, Qianjiang International Art Museum.
Negli spazi dell'ex Monastero dei Benedettini è allestita la mostra "Il Mio Barocco", un progetto che l'artista sviluppa ormai da diversi anni, inseguendo con tenacia una sintesi fra tradizione figurativa e tecnologie digitali.
Le stampe incise costituiscono le principali fonti di studio e analisi teorica, ma anche pratica che sfocia nella produzione artistica multidimensionale di opere pittoriche, scultoree e installazioni ispirate alle stampe Rococò, ai dipinti Barocchi e alle loro particolari tecniche di fabbricazione e rappresentazione.
La mostra, a cura di Federica Santagati e Daniela Vasta, entrambe docenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, rimarrà fruibile fino al 14 luglio.
«Alle fondamenta di questa ricerca - spiega Daniela Vasta - c’è un "ritorno": un ritorno innanzitutto strettamente geografico, nella terra d’origine, dopo gli studi condotti in Inghilterra; ma anche un ritorno all’arte del passato, e in special modo al repertorio di temi e di immagini del Barocco siciliano, un imprinting indelebile nell’immaginario del giovane artista. (…)
Le prime applicazioni di questa ricerca – nutrite dal confronto costante con gli originali settecenteschi, meticolosamente rintracciati in importanti collezioni pubbliche e private – producevano prove via via più complesse: ai segni semplici succedevano stratificazioni lineari sempre più intricate; al bianco e nero dei prototipi si addizionavano palette di colori diversi; si sperimentavano supporti opachi o riflettenti, rigidi o flessibili.
Attraverso ulteriori approfondimenti tecnici e sperimentazioni, le opere così ottenute avrebbero dato origine a quella singolare rivisitazione del Barocco che tutt’oggi è in corso, ricca di implicazione e prospettive. La padronanza del repertorio sei-settecentesco, unita alla disinvoltura nell'uso dei codici di programmazione digitale, hanno prodotto negli ultimi anni risultati sempre più convincenti e sono alla base delle opere site-specific realizzate nel presente progetto».
Matteo Mauro si laurea in architettura alla University College of London e lavora con influenti designers come Ron Arad ed Isaie Bloch, insegnando in diverse università inglesi.
È noto per la sua serie di dipinti "Micromegalic Inscriptions" (Inscrizioni Micromegaliche), incisioni digitali che evolvono la tecnica dell’intaglio tradizionale, vincitori di vari Award, tra i quali: l’International Van Gogh Prize dato da José Van Roy Dalí, figlio di Salvador Dalí.
Queste creazioni, che si collocano nel campo dell'Arte Generativa, non solo reinterpretano i processi meccanici dell'incisione tradizionale, ma, essendo riproducibili infinitamente, esemplificano l’evoluzione delle pratiche di produzione di massa e l’inevitabile simbiosi tra l’uomo e la macchina.
Le sue opere sono state esposte nelle più grandi istituzioni dell'arte, tra le quali: la Royal Academy of Arts, il MACS, il Marte Museum, il MEAM, il Dubai Ing-Creatives, il 798 Beijing, Qianjiang International Art Museum.
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