"Corpus mater" a Siracusa: le madri di Pennacchio e Vassiliades dialogano con l'Annunciazione

"Il figlio di Jocasta" di Stefania Pennacchio - 2022
Una ricerca che indaga l’interpretazione mediterranea, greca e cristiana della femminilità e le problematiche, storiche e profondamente attuali, dell’identificazione della donna nell’esclusivo ruolo di genitrice.
La mostra "Corpus mater", degli artisti Stefania Pennacchio (Varese, 1969) e Vassilis Vassiliades (Nicosia - Cipro, 1972) a cura di Alberto Villa, è visitabile da sabato 5 agosto al 5 ottobre (da martedì a sabato), presso la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, nel cuore di Ortigia a Siracusa.
Dieci le opere in esposizione in un percorso che instaura un dialogo con i capolavori della collezione permanente di Palazzo Bellomo in Siracusa che vanta tra gli altri, l’Annunciazione di Antonello da Messina del 1474.
Proprio qui, l’immagine cristiano-medievale di Maria come figura femminile (e materna) centrale nella cultura occidentale incontra le donne di respiro mitico e tragico scolpite da Stefania Pennacchio – da Giocasta, e il suo grembo maledetto, ad Arianna, passando per Medea e Pentisilea – e la peculiare ricerca formale e cromatica del cipriota Vassiliades, che pure elabora riferimenti espliciti alla tradizione tragica e mitica, così come alle archetipiche suggestioni dell’elemento femminile.
La mostra "Corpus mater", degli artisti Stefania Pennacchio (Varese, 1969) e Vassilis Vassiliades (Nicosia - Cipro, 1972) a cura di Alberto Villa, è visitabile da sabato 5 agosto al 5 ottobre (da martedì a sabato), presso la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, nel cuore di Ortigia a Siracusa.
Dieci le opere in esposizione in un percorso che instaura un dialogo con i capolavori della collezione permanente di Palazzo Bellomo in Siracusa che vanta tra gli altri, l’Annunciazione di Antonello da Messina del 1474.
Proprio qui, l’immagine cristiano-medievale di Maria come figura femminile (e materna) centrale nella cultura occidentale incontra le donne di respiro mitico e tragico scolpite da Stefania Pennacchio – da Giocasta, e il suo grembo maledetto, ad Arianna, passando per Medea e Pentisilea – e la peculiare ricerca formale e cromatica del cipriota Vassiliades, che pure elabora riferimenti espliciti alla tradizione tragica e mitica, così come alle archetipiche suggestioni dell’elemento femminile.
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