Due artisti in dialogo per "Dikotomica": a Pozzallo la bipersonale di Simone Stuto e Giuseppe Vassallo
Particolare dell'opera di Simone Stuto, "Campestre", grafite su tavola
"Dikotomica" è la bipersonale degli artisti Simone Stuto e Giuseppe Vassallo targata SACCA.
Il progetto, curato da Giovanni Scucces e Mariateresa Zagone - e accompagnato da un testo critico - affronta il tema della relazione con l'alterità, cioè con il mondo esterno e con l'estraneità, attraverso due modalità contrapposte nel rapporto fra soggetto e oggetto.
Da un lato l'introspezione e lo scavo psichico rivelatori delle profondità dell'Io, dall'altro la melanconia estatica ed estetica che scaturisce dall'incontro/scontro col reale.
A rendere manifeste queste polarità concorrono due linguaggi differenti: da una parte la distorsione di un disegno nervoso e spezzato come quello di Stuto, dall'altra la sequenza di frames dalla controllata struttura formale che si dipanano in un’incredibile varietà di grigi in Vassallo.
Espressionistico, grafico e pittorico il primo, impressionistico foto-grafico e cinemato-grafico il secondo, entrambi però procedono seguendo un moto bidirezionale che va dall'interno all'esterno e dall'Io al mondo.
Simone Stuto (Caltanissetta, 1991) vive e lavora tra Biella (BI) e Racalmuto (AG). Termina gli studi nel 2016 dopo una laurea in Pittura e una specializzazione in Grafica d’Arte presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo. Ha all'attivo già diverse collaborazioni e mostre in gallerie e spazi pubblici in Italia.
Giuseppe Vassallo (Palermo, 1990), dopo una laurea in Progettazione Allestimenti presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo, termina gli studi nel 2018 specializzandosi in Grafica d'Arte presso la stessa istituzione. Collabora con diverse gallerie e partecipa a varie mostre in Italia e all'estero.
È stato selezionato dalla giura presieduta da Philippe Daverio per la mostra finale del "Premio Mestre di Pittura 2020". Nel 2018 ottiene una residenza d'artista, con mostra personale finale, presso l'Istituto Italiano di Cultura di Budapest.
La mostra è prorogata fino al 12 giugno per dare la possibilità ai tanti che sono stati impossibilitati a visitarla, di poterlo fare anche nei prossimi giorni.
Il progetto, curato da Giovanni Scucces e Mariateresa Zagone - e accompagnato da un testo critico - affronta il tema della relazione con l'alterità, cioè con il mondo esterno e con l'estraneità, attraverso due modalità contrapposte nel rapporto fra soggetto e oggetto.
Da un lato l'introspezione e lo scavo psichico rivelatori delle profondità dell'Io, dall'altro la melanconia estatica ed estetica che scaturisce dall'incontro/scontro col reale.
A rendere manifeste queste polarità concorrono due linguaggi differenti: da una parte la distorsione di un disegno nervoso e spezzato come quello di Stuto, dall'altra la sequenza di frames dalla controllata struttura formale che si dipanano in un’incredibile varietà di grigi in Vassallo.
Espressionistico, grafico e pittorico il primo, impressionistico foto-grafico e cinemato-grafico il secondo, entrambi però procedono seguendo un moto bidirezionale che va dall'interno all'esterno e dall'Io al mondo.
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Al cospetto di queste opere sono rintracciabili dei richiami alla tradizione visiva e alla Storia dell’Arte, da Bosh ad Hammershøi, da Bacon ad Hopper, da Pontormo a Casorati.Simone Stuto (Caltanissetta, 1991) vive e lavora tra Biella (BI) e Racalmuto (AG). Termina gli studi nel 2016 dopo una laurea in Pittura e una specializzazione in Grafica d’Arte presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo. Ha all'attivo già diverse collaborazioni e mostre in gallerie e spazi pubblici in Italia.
Giuseppe Vassallo (Palermo, 1990), dopo una laurea in Progettazione Allestimenti presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo, termina gli studi nel 2018 specializzandosi in Grafica d'Arte presso la stessa istituzione. Collabora con diverse gallerie e partecipa a varie mostre in Italia e all'estero.
È stato selezionato dalla giura presieduta da Philippe Daverio per la mostra finale del "Premio Mestre di Pittura 2020". Nel 2018 ottiene una residenza d'artista, con mostra personale finale, presso l'Istituto Italiano di Cultura di Budapest.
La mostra è prorogata fino al 12 giugno per dare la possibilità ai tanti che sono stati impossibilitati a visitarla, di poterlo fare anche nei prossimi giorni.
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