“E quindi uscimmo a riveder le stelle”, a Palermo la mostra fotografica di Salvo Gravano
 
											Plemmirio, foto di Salvo Gravano
					La condizione dell'uomo contemporaneo, che vive nell'illusione di essere un cittadino globale. È questo, in estrema sintesi, l'oggetto della nuova mostra fotografica “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, a cura di Salvo Gravano con testi di Antonella Iacono.
La mostra di Salvo Gravano esplora la condizione dell’uomo del terzo millennio che vive di controllo, di dominio e di sfruttamento, facendo un dissennato uso del suolo e delle risorse. Lo sguardo chino rivolto verso un piccolo schermo è l’icona che, più di ogni altra, rappresenta l’uomo occidentale di oggi.
Uno sguardo perso tra milioni di pixel che lo conducono in mondi lontani, stando fermo nel suo micromondo. Lo schermo diventa il luogo, il luogo dell’addizione e dell’accumulo, della conservazione, della comunicazione senza narrazione; il luogo dei contatti senza relazione; il luogo del potere “aptico”: accettiamo, blocchiamo, seguiamo…azioni senza relazioni…potere senza direzione.
Andare velocissimi, stando fermi. Fare storie, proporre frammenti, addizionare contatti da una solitaria plancia di comando. Gli scatti vogliono essere un invito alla riflessione, ad abbracciare l’universo in un abbraccio di amore, di reciprocità, di fratellanza, di comunione oltre l’asfissiante confine dell’egoismo.
				
									La mostra di Salvo Gravano esplora la condizione dell’uomo del terzo millennio che vive di controllo, di dominio e di sfruttamento, facendo un dissennato uso del suolo e delle risorse. Lo sguardo chino rivolto verso un piccolo schermo è l’icona che, più di ogni altra, rappresenta l’uomo occidentale di oggi.
Uno sguardo perso tra milioni di pixel che lo conducono in mondi lontani, stando fermo nel suo micromondo. Lo schermo diventa il luogo, il luogo dell’addizione e dell’accumulo, della conservazione, della comunicazione senza narrazione; il luogo dei contatti senza relazione; il luogo del potere “aptico”: accettiamo, blocchiamo, seguiamo…azioni senza relazioni…potere senza direzione.
Andare velocissimi, stando fermi. Fare storie, proporre frammenti, addizionare contatti da una solitaria plancia di comando. Gli scatti vogliono essere un invito alla riflessione, ad abbracciare l’universo in un abbraccio di amore, di reciprocità, di fratellanza, di comunione oltre l’asfissiante confine dell’egoismo.
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