Ecco com'era Ragusa negli anni Trenta: testimonianze fotografiche (e non solo) in "La Città Aurea"

Foto storica del ponte via Roma a Ragusa
All'interno della Sala Borsa della Camera di Commercio di Ragusa, è allestita la mostra documentaria "La Città Aurea. Urbanistica e Architettura a Ragusa negli anni Trenta", esito di un progetto di ricerca dedicato al tema dell'urbanistica e dell'architettura del periodo in Sicilia.
L'esposizione fa parte di un ciclo di iniziative volute dalla Regione che toccano i vari capoluoghi di provincia per concludersi con un'esposizione finale a Palermo. Un appuntamento che consente di scoprire (e riscoprire) progetti che in quegli anni hanno profondamente cambiato Ragusa, e nel contempo avviare, a quasi un secolo di distanza, una nuova e corale riflessione sul futuro urbanistico di questa città.
La mostra offre dunque dei focus su Ernesto La Padula, a cui si deve la progettazione di piazza Libertà, esempio tra i più importanti in Italia di architettura razionalista, ed ancora Ugo Tarchi che progettò il palazzo di Governo collegandolo all'ottocentesco palazzo del Comune, e poi Duilio Cambellotti a cui si devono gli affreschi dei saloni della Prefettura o Francesco Fichera che progettò gli edifici che ospitano la Camera di Commercio.
Un focus specifico riguarda Francesco La Grassa, autore del piano regolatore generale in vigore negli anni Trenta, lo strumento urbanistico che guidò e regolamentò i profondi cambiamenti della città, prevedendo anche grandi opere, alcune mai realizzate, come un doppio ponte a fianco del ponte vecchio (fu invece realizzato il ponte di via Roma) o un grande politeama che non ebbe mai la luce.
A fianco di questi progettisti, come evidenzia la mostra, ci furono anche artisti e progettisti locali, come Antonio Cannì, Salvatore Cascone, Carmelo Cappello, Arturo Di Natale, Giovanni Biazzo che diedero un fattivo contributo in quella fase di crescita.
L'esposizione, attraverso un quadro complessivo delle molteplici declinazioni architettoniche e urbanistiche, ricostruisce il contesto storico, sociologico e artistico, attraverso una serie di pannelli e un contributo multimediale.
L'esposizione fa parte di un ciclo di iniziative volute dalla Regione che toccano i vari capoluoghi di provincia per concludersi con un'esposizione finale a Palermo. Un appuntamento che consente di scoprire (e riscoprire) progetti che in quegli anni hanno profondamente cambiato Ragusa, e nel contempo avviare, a quasi un secolo di distanza, una nuova e corale riflessione sul futuro urbanistico di questa città.
La mostra offre dunque dei focus su Ernesto La Padula, a cui si deve la progettazione di piazza Libertà, esempio tra i più importanti in Italia di architettura razionalista, ed ancora Ugo Tarchi che progettò il palazzo di Governo collegandolo all'ottocentesco palazzo del Comune, e poi Duilio Cambellotti a cui si devono gli affreschi dei saloni della Prefettura o Francesco Fichera che progettò gli edifici che ospitano la Camera di Commercio.
Un focus specifico riguarda Francesco La Grassa, autore del piano regolatore generale in vigore negli anni Trenta, lo strumento urbanistico che guidò e regolamentò i profondi cambiamenti della città, prevedendo anche grandi opere, alcune mai realizzate, come un doppio ponte a fianco del ponte vecchio (fu invece realizzato il ponte di via Roma) o un grande politeama che non ebbe mai la luce.
A fianco di questi progettisti, come evidenzia la mostra, ci furono anche artisti e progettisti locali, come Antonio Cannì, Salvatore Cascone, Carmelo Cappello, Arturo Di Natale, Giovanni Biazzo che diedero un fattivo contributo in quella fase di crescita.
L'esposizione, attraverso un quadro complessivo delle molteplici declinazioni architettoniche e urbanistiche, ricostruisce il contesto storico, sociologico e artistico, attraverso una serie di pannelli e un contributo multimediale.
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