"Gesti scolpiti" dialogano col Teatro Antico: sculture di Jago in mostra a Taormina

Particolare dell'opera "David" di Jago
Il Parco Archeologico di Naxos Taormina presenta "Gesti scolpiti", mostra personale di Jago, tra i più affermati scultori italiani contemporanei, che inaugura mercoledì 3 settembre alle 19.00 presso il suggestivo scenario del Teatro Antico di Taormina.
La serata inaugurale, a ingresso libero, vede la partecipazione dell'artista insieme ai rappresentanti delle istituzioni ed è accompagnata dalla proiezione in anteprima del videoracconto del viaggio della David, la scultura che ha compiuto il giro del mondo a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, approdando simbolicamente tra queste antiche vestigia.
La mostra è visitabile fino al 3 maggio 2026, dal lunedì alla domenica, con orari variabili e visionabili al link aditusculture.com.
"Gesti scolpiti" mette in dialogo quattro opere di Jago "Impronta Animale" (2012), "Memoria" (2015), "Prigione" (2016) e "David" (2024, bronzo) con la stratificazione culturale e archeologica di Taormina.
Le prime tre sculture, in marmo statuario, ruotano attorno al tema della mano, simbolo di contatto, creazione, affermazione personale.
Accanto a queste, si erge la "David", scultura in bronzo dorato, alta 181 centimetri, esposta sulla sommità delle tribune del Teatro Antico.
Dopo aver compiuto un viaggio simbolico intorno al mondo a fianco della nave scuola Amerigo Vespucci, l'opera approda a Taormina portando con sé il peso di una narrazione epica e contemporanea.
Come in altre realizzazioni, anche qui Jago attinge all'iconografia classica e alla tradizione dei grandi maestri, reinterpretando in chiave moderna il mito di David e Golia per raccontare una storia diversa, ma sempre pregna di coraggio e rivalsa.
L'iconografia è riconoscibile nella postura fiera della figura femminile (che richiama il celebre "David" di Michelangelo), nella fionda e nella pietra che stringe tra le mani, elementi che tornano come segni ricorrenti negli ultimi lavori dell'artista.
In un contesto come quello di Taormina, crocevia di civiltà e teatro di memorie antiche, le opere di Jago si inseriscono come gesti scolpiti nel tempo, testimoni di una continua necessità espressiva che attraversa epoche e linguaggi.
La serata inaugurale, a ingresso libero, vede la partecipazione dell'artista insieme ai rappresentanti delle istituzioni ed è accompagnata dalla proiezione in anteprima del videoracconto del viaggio della David, la scultura che ha compiuto il giro del mondo a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, approdando simbolicamente tra queste antiche vestigia.
La mostra è visitabile fino al 3 maggio 2026, dal lunedì alla domenica, con orari variabili e visionabili al link aditusculture.com.
"Gesti scolpiti" mette in dialogo quattro opere di Jago "Impronta Animale" (2012), "Memoria" (2015), "Prigione" (2016) e "David" (2024, bronzo) con la stratificazione culturale e archeologica di Taormina.
Le prime tre sculture, in marmo statuario, ruotano attorno al tema della mano, simbolo di contatto, creazione, affermazione personale.
Accanto a queste, si erge la "David", scultura in bronzo dorato, alta 181 centimetri, esposta sulla sommità delle tribune del Teatro Antico.
Dopo aver compiuto un viaggio simbolico intorno al mondo a fianco della nave scuola Amerigo Vespucci, l'opera approda a Taormina portando con sé il peso di una narrazione epica e contemporanea.
Come in altre realizzazioni, anche qui Jago attinge all'iconografia classica e alla tradizione dei grandi maestri, reinterpretando in chiave moderna il mito di David e Golia per raccontare una storia diversa, ma sempre pregna di coraggio e rivalsa.
L'iconografia è riconoscibile nella postura fiera della figura femminile (che richiama il celebre "David" di Michelangelo), nella fionda e nella pietra che stringe tra le mani, elementi che tornano come segni ricorrenti negli ultimi lavori dell'artista.
In un contesto come quello di Taormina, crocevia di civiltà e teatro di memorie antiche, le opere di Jago si inseriscono come gesti scolpiti nel tempo, testimoni di una continua necessità espressiva che attraversa epoche e linguaggi.
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