TEATRO E CABARET
HomeEventiTeatro E Cabaret

Il delitto Moro sulla scena delle Orestiadi: Marco Baliani con "Corpo di Stato"

  • Orestiadi 2018
  • Baglio Di Stefano, Località baglio Di Stefano - Gibellina (Tp) - Vedi mappa
  • 28 luglio 2018 (evento concluso)
  • 19.00 (incontro) e 21.15 (spettacolo)
  • 12 euro (intero), 8 euro (ridotto), 65 euro (abbonamento)
  • I biglietti si acquistano a Palermo (libreria Modusvivendi in via Quintino Sella, 79 e libreria Easy Reader in via Alessandro Paternostro) e a Trapani (Libreria del Corso in corso Vittorio Emanuele, 61) e anche al botteghino del Baglio di Stefano. Informazioni e prenotazioni allo 0924 67844 o via mail all'indirizzo info@orestiadi.it
Balarm
La redazione

Marco Baliani

"Corpo di Stato" è lo spettacolo di e con Marco Baliani che racconta il delitto Moro, in scena ialle Orestiadi di Gibellina sabato 28 luglio alle 21.15. Alle 19 lo spettacolo è preceduto dalla presentazione del libro "L'estate del 78" di Roberto Alajmo.

Per la drammaturgia e la regia Maria Maglietta, di e con Marco Baliani, "Corpo di Stato" è una produzione Casa degli Alfieri, Trickster Teatro.

Chi ha visto e ascoltato un’altra mia narrazione, il Kohlhaas tratto da Kleist, potrà meglio comprendere le ragioni di questo Corpo di Stato e il filo che li lega, poiché il tessuto è lo stesso: il rapporto conflittuale tra esigenza di rivolta contro l’ingiustizia e assunzione del ruolo di giustiziere. 

«Nei 55 giorni della prigionia di Moro ho raccontato di una lacerazione, di come il tema della violenza rivoluzionaria abbia dovuto fare i conti con un corpo prigioniero - spiega Marco Baliani - e come questa immagine sia divenuta via via spartiacque per scelte fino ad allora rimandate, abbia fatto nascere domande e conflitti interiori non più risolvibili con slogan o con pratiche ideologiche».
Adv
«Ho raccontato lemmie storie, prima ancora che su un palco teatrale, davanti a una telecamera; l’emozione della diretta televisiva è cosa diversa dall’eccitazione inquieta con cui ogni volta entro in scena a narrare. Ora torno sulle tavole di legno a me care, non devo più cercare l’occhio di una telecamera, ma gli occhi di spettatori in carne e ossa; non sarò né personaggio né narratore esterno, questa volta, ma io stesso narrante, un’esperienza nuova, una messa in gioco del personale, una dichiarata visione soggettiva di quegli anni». 

«Amici, compagni, avversari, potranno avere i giusti motivi per non essere d’accordo o per trovare identità, per quelli che non c’erano, i giovani d’oggi, sarà come visitare un mondo che appare tanto lontano, quasi incredibile; spero che per tutti, come è già accaduto dopo la trasmissione televisiva, scatterà il desiderio di parlare, di contraddire con altri racconti: è un modo di uscire allo scoperto, di raccontarsi agli altri, di rievocare quei tempi difficili e densi». 

«Quando si esce da momenti e tempi in cui la vita è stata pregna di avvenimenti, quando il vivere è sembrato intenso anche nel dramma, dopo, col tempo, ci si sente sempre un po’ stranieri, come reduci, testimoni di eventi troppo densi per essere dipanati. Camus dice “Non essere ascoltati: è questo il terribile quando si è vecchi”. Il narratore compie sempre questa sfida, straniero nel tempo cerca di vincere con il racconto la vecchiezza che stende sulle cose del mondo un manto spesso di oblio».
Se vuoi essere informato su altri eventi come questo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

COSA C'È DA FARE