"Il pozzo del pazzi" di Scaldati: cinismo e linguaggio di strada al Teatro del Baglio

Fabio Lo Meo e Luigi Rausa in "Il-pozzo dei Pazzi" di Franco Scaldati (foto di Allessandra Leone)
Aspanu e Binirittu sono due clochard: fra di loro c'è un rapporto di grande amicizia, continuamente messo alla prova dalla miseria. La loro vita è il cuore de "Il Pozzo dei Pazzi" di Franco Scaldati, che va in scena al Teatro del Baglio il 26 maggio alle 21.15 per la rassegna "Verba Manent" (leggi articolo di approfondimento).
"Il Pozzo dei Pazzi" è lo spettacolo più atteso della rassegna, e verrà portato in scena dalla Compagnia Scaldati. Sul palco si esibiranno Luigi Rausa, Fabio Lo Meo, Luciano Sergiomaria, Valeria Sara Lo Bue, Totò Pizzillo, Antonella Sampino, Fabiola Arculeo, Alessio Barone, Mariangiela Glorioso, e Luisa Hoffman.
Nella porzione di strada di Aspanu e Binirittu passano altre coppie di personaggi: un pazzo, Totò, la cui unica amica è una gallina; due amanti, Masino e Pinò, il cui amore si deteriora visibilmente e inesorabilmente davanti alla durezza della vita.
E ancora due suonatori, Matteo e Giovannino, dispettosi e cinici; una serie di figure quasi ultraterrene, la donna delle mele, le prefiche, i quali arricchiscono la vicenda di divertenti e irriverenti siparietti e di momenti poetici e di grande commozione.
Il linguaggio è quello della strada, duro, scurrile, ma estremamente divertente. Un delirio barocco, secondo la definizione di Vincenzo Consolo, nel quale la lingua dei bassifondi diventa fatto letterario.
"Il Pozzo dei Pazzi" è lo spettacolo più atteso della rassegna, e verrà portato in scena dalla Compagnia Scaldati. Sul palco si esibiranno Luigi Rausa, Fabio Lo Meo, Luciano Sergiomaria, Valeria Sara Lo Bue, Totò Pizzillo, Antonella Sampino, Fabiola Arculeo, Alessio Barone, Mariangiela Glorioso, e Luisa Hoffman.
Nella porzione di strada di Aspanu e Binirittu passano altre coppie di personaggi: un pazzo, Totò, la cui unica amica è una gallina; due amanti, Masino e Pinò, il cui amore si deteriora visibilmente e inesorabilmente davanti alla durezza della vita.
E ancora due suonatori, Matteo e Giovannino, dispettosi e cinici; una serie di figure quasi ultraterrene, la donna delle mele, le prefiche, i quali arricchiscono la vicenda di divertenti e irriverenti siparietti e di momenti poetici e di grande commozione.
Il linguaggio è quello della strada, duro, scurrile, ma estremamente divertente. Un delirio barocco, secondo la definizione di Vincenzo Consolo, nel quale la lingua dei bassifondi diventa fatto letterario.
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
COSA C'È DA FARE
-
MOSTRE
Mondo terrestre, sottomarino e popolazioni: "Cristina Mittermeier" alla Gam di Palermo
-
BAMBINI E RAGAZZI
La vacanza più bella al Parco Avventura Madonie: come iscriversi ai Campi Estivi
-
VISITE ED ESCURSIONI
"Il Genio di Palermo", visite (inedite), passeggiate ed esperienze: tutti i luoghi