"Iconologie del tatuaggio": un seminario per conoscere la storia dei segni sul corpo

Da antichi segni di distinzione a simboli di vanità o di affermazione del proprio io: i tatuaggi hanno cambiato significato nel corso della storia e se ne parla al Museo delle Marionette Antonio Pasqualino con il seminario internazionale di studi semiotici "Iconologie del tatuaggio. Scritture del corpo e oscillazioni identitarie".
Il seminario, organizzato dall'Università degli Studi di Palermo è previsto per venerdì 1 e sabato 2 dicembre (visualizza il programma) e parte spiegando come la pratica contemporanea del tatuaggio conosca adesso una diffusione planetaria.
Da anti-linguaggio marginale la scrittura sul corpo è diventata moda globalizzata: storicamente traccia d'infamia, icona per deviazioni sociali d’ogni tipo, il segno sulla pelle è oggi straordinariamente cool e conosce una diffusione planetaria che lo normalizza.
Più che i valori culturali, tracce di antiche subculture, i tatuaggi finiscono per divenire indumenti alla moda, una moda che non veste il corpo ma lo marchia irrimediabilmente. O forse no. È tutto un movimento in continua evoluzione, dove a trionfare sono i corpi, variamente mediatizzati e spettacolarizzati.
Ne discutono una cinquantina di semiologi, antropologi, esperti d’arte e di immagine, studiosi di letteratura e di folklore provenienti da mezzo mondo sviscerando tendenze e movenze, eredità etniche e scenari prossimi venturi.
Il seminario, organizzato dall'Università degli Studi di Palermo è previsto per venerdì 1 e sabato 2 dicembre (visualizza il programma) e parte spiegando come la pratica contemporanea del tatuaggio conosca adesso una diffusione planetaria.
Da anti-linguaggio marginale la scrittura sul corpo è diventata moda globalizzata: storicamente traccia d'infamia, icona per deviazioni sociali d’ogni tipo, il segno sulla pelle è oggi straordinariamente cool e conosce una diffusione planetaria che lo normalizza.
Più che i valori culturali, tracce di antiche subculture, i tatuaggi finiscono per divenire indumenti alla moda, una moda che non veste il corpo ma lo marchia irrimediabilmente. O forse no. È tutto un movimento in continua evoluzione, dove a trionfare sono i corpi, variamente mediatizzati e spettacolarizzati.
Ne discutono una cinquantina di semiologi, antropologi, esperti d’arte e di immagine, studiosi di letteratura e di folklore provenienti da mezzo mondo sviscerando tendenze e movenze, eredità etniche e scenari prossimi venturi.
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