Tre esposizioni sul tumore al seno per un messaggio positivo di rinascita

Sono tre le esposizioni curate da Vinny Scorsone e Anna Balsamo, che rimangono esposte presso il Chiostro dei Carmelitani di Carini fino all'8 ottobre: "In Pectore", "A seno nudo" e "Io come voi", mostre che si soffermano su ciò che può rappresentare, sul piano psicologico la malattia, trasmettendo, principalmente, un messaggio positivo di rinascita, nonostante il cancro al seno ed i suoi effetti, a volte, devastanti.

«Dovendo allestire una mostra all’interno di un convegno dedicato alla prevenzione e alla sensibilizzazione contro il cancro al seno - scrive Vinny Scorsone in catalogo - ci è sembrato normale rivolgere al reggiseno la nostra attenzione. In una società perfetta fatta di nuovi canoni e nuove forme di espressione, in cui l’esteriorità e l’immagine sta prendendo il sopravvento su ogni cosa».

"In Pectore" scava nell'anima. Il petto diventa scrigno di sensazioni nuove, dubbi e sconforto, ma anche simbolo di rinascita ad una nuova vita. Le artiste Antonella Affronti, Anna Balsamo, Maria Luce Balsamo, Pina Cirino, Sabrina Costa, Pina D’Agostino, Giovanna Fileccia, Sara Mineo, Caterina Rao, Tiziana Viola Massa, hanno dipinto, ricreato, tagliato e modellato nuovi reggiseni, indumento scelto come portavoce di una lotta contro la malattia. Reggiseni e dipinti per raccontare storie di donne del nostro tempo.La mostra che si è voluta realizzare non ha il solo scopo di sensibilizzare le donne nella lotta contro il tumore, ma principalmente è un abbraccio collettivo che mira a non farle sentire sole. La malattia crea legami ed è questo sentimento che anima l’installazione di Anna Balsamo intitolata "Io come voi", creata con i reggiseni delle donne che, nella loro vita, hanno dovuto lottare contro questo male: ogni reggiseno ha una composizione artistica, una frase, una scritta, un oggetto. 

Nella mostra "A seno nudo", le foto di Isabella Balena realizzate per il libro omonimo, si ritraggono donne reali, con il proprio vissuto, le proprie ferite che hanno combattuto e recano addosso il cambiamento visibile della loro nuova condizione. Madri, mogli, ragazze si manifestano in una teoria di immagini positive, sorridenti, perché dalla malattia si può guarire e si può tornare ad essere femminili nonostante le cicatrici del corpo e dell’anima.