Movimenti continui e armoniosi: colore e materia si fondono nelle opere di Marco Favata
"Verticalismi marini", 2019, particolare dell'opera di Marco Favata
Marco Favata presenta venerdì 29 novembre alle ore 18.30 - nei locali di Keramos, Studio d'Arte e Restauro di Francesco Bertolino, in via Catania 5 - la mostra personale "Panta Rei", nel quale l'artista fonde il colore e la materia in una sorta di procedimento alchemico.
L'allestimento si compone di quattordici opere di varia dimensione, tutte realizzate su tela, con tecnica mista, all'insegna della nuova e originale ricerca artistica, visibili dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, fino al 20 dicembre. La nuova produzione "Mediterraneo", da cui è tratto il ciclo di opere "Panta Rei" è incentrata sul cambiamento, come indiscutibile elemento di ricerca profonda di nuove forme di rinnovamento espressivo.
«Lavori che abbandonano ogni residuo di figurazione – spiega la curatrice della mostra, Graziella Bellone - dando vita a pitture informali ispirate al mare siciliano e alle sue isole, ognuna delle quali brulicante, vivace espressione dell'attuale linguaggio pluriconcettuale dell'artista, in cui la copiosa irruenza della materia, insieme al colore lasciato libero di scorrere per lo più in senso verticale, si compenetra in un continuum incessante mai uguale a se stesso, come a ricordare il movimento eracliteo.
Marco Favata nasce a Palermo nel 1977 e consegue il diploma presso il liceo atistico "Eustachio Catalano" e nel 1995, iscrivendosi successivamente alla facoltà di architettura di Palermo e poi a quella di Firenze. Dal 2016 si affaccia ufficialmente al mondo dell'arte, prendendo parte a numerose rassegne in spazi pubblici e privati e partecipando a numerose mostre collettive di livelli nazionale ed internazionale.
Le sue opere sono state esposte a Palazzo Gomis (Museo Europeo d'arte Moderna di Barcellona) in occasione della prima Biennale d'arte, e a Berlino presso la chiesa Francese di Friedrichstadkirche.
Fondamentale nel processo creativo dell'artista siciliano è stato l'incontro con Paolo Levi, in occasione della partecipazione alla seconda Biennale d'arte internazionale del Mediterraneo, in cui il critico d'arte, osservando l'opera esposta (autiritratto in dissociazione orizzontale), sostiene la tesi che tale processo scompositivo getta le radici ad un "Dadaismo contemporaneo" per l'esplicito rifiuto di regole prestabilite, sia per la tecnica che per la scelta compositiva.
Nell'attuale fase che caratterizza il suo lavoro, Marco Favata delimita prepotentemente il suo percorso verso la frammentazione geometrica dell'immagine in una successione di "dissociazioni", da cui prende vita la sua prima personale a cura di Graziella Bellone dal titolo "Progressioni Dissociative", dove le trasformazioni prospettiche orizzontali, verticali e oblique bicrome, proiettano una luce nuova sulle ricerche pittoriche contemporanee.
L'allestimento si compone di quattordici opere di varia dimensione, tutte realizzate su tela, con tecnica mista, all'insegna della nuova e originale ricerca artistica, visibili dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, fino al 20 dicembre. La nuova produzione "Mediterraneo", da cui è tratto il ciclo di opere "Panta Rei" è incentrata sul cambiamento, come indiscutibile elemento di ricerca profonda di nuove forme di rinnovamento espressivo.
«Lavori che abbandonano ogni residuo di figurazione – spiega la curatrice della mostra, Graziella Bellone - dando vita a pitture informali ispirate al mare siciliano e alle sue isole, ognuna delle quali brulicante, vivace espressione dell'attuale linguaggio pluriconcettuale dell'artista, in cui la copiosa irruenza della materia, insieme al colore lasciato libero di scorrere per lo più in senso verticale, si compenetra in un continuum incessante mai uguale a se stesso, come a ricordare il movimento eracliteo.
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Le composizioni di "Panta Rei" hanno un movimento eracliteo, quasi a indicare che l'esistenza del fluire assume il carattere dell'irrequietezza dell'essere e, come il mare le cui acque non sono mai le stesse, ora ci travolgono ora ci cullano. Così il colore gocciola prepotente e, insieme agli elementi materici, avvolge lo spazio, come a rammentare che l'essenza dell'essere e nella metamorfosi ineludibile della vita». Marco Favata nasce a Palermo nel 1977 e consegue il diploma presso il liceo atistico "Eustachio Catalano" e nel 1995, iscrivendosi successivamente alla facoltà di architettura di Palermo e poi a quella di Firenze. Dal 2016 si affaccia ufficialmente al mondo dell'arte, prendendo parte a numerose rassegne in spazi pubblici e privati e partecipando a numerose mostre collettive di livelli nazionale ed internazionale.
Le sue opere sono state esposte a Palazzo Gomis (Museo Europeo d'arte Moderna di Barcellona) in occasione della prima Biennale d'arte, e a Berlino presso la chiesa Francese di Friedrichstadkirche.
Fondamentale nel processo creativo dell'artista siciliano è stato l'incontro con Paolo Levi, in occasione della partecipazione alla seconda Biennale d'arte internazionale del Mediterraneo, in cui il critico d'arte, osservando l'opera esposta (autiritratto in dissociazione orizzontale), sostiene la tesi che tale processo scompositivo getta le radici ad un "Dadaismo contemporaneo" per l'esplicito rifiuto di regole prestabilite, sia per la tecnica che per la scelta compositiva.
Nell'attuale fase che caratterizza il suo lavoro, Marco Favata delimita prepotentemente il suo percorso verso la frammentazione geometrica dell'immagine in una successione di "dissociazioni", da cui prende vita la sua prima personale a cura di Graziella Bellone dal titolo "Progressioni Dissociative", dove le trasformazioni prospettiche orizzontali, verticali e oblique bicrome, proiettano una luce nuova sulle ricerche pittoriche contemporanee.
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